Insulino resistenza: cos’è, quali sono le cause e come rimediare con dieta e integratori utili

L’insulino resistenza è una condizione sempre più frequente, in grado di aumentare il rischio di diabete e patologie cardiovascolari. Vediamo cos’è e come prevenirla.

Molte patologie che si sono diffuse sempre più abbondantemente negli ultimi anni sono collegate al nostro stile di vita e, in particolare, alla dieta sempre più “occidentalizzata” e alla sedentarietà.

Misuratore di glicemia per insulino resistenza

Uno stile di vita sempre meno attivo, un’alimentazione non adeguata, lo scarso rapporto con la natura, non solo risultano un’importante fonte di stress, ma a lungo andare possono contribuire a creare qualche problematica metabolica.

Tra le problematiche metaboliche più comuni e pericolose, soprattutto dal punto di vista del rischio cardiovascolare, troviamo la sindrome metabolica, che è in gran parte collegata a una situazione di insulino resistenza, una condizione in cui le cellule rispondo meno allo stimolo fisiologico dell’insulina.

L’insulino resistenza si sta diffondendo sempre di più non solo tra la popolazione anziana o adulta, ma anche tra la popolazione pediatrica e necessita di essere conosciuta per poter, conseguentemente, essere affrontata in modo adeguato.

In questo articolo vi spigheremo nel dettaglio cos’è l’insulino resistenza, quali sono le cause dell’insulino resistenza e come agire di fronte a una diagnosi di questa condizione.

Cos’è l’insulino resistenza

Come anticipato, l’insulino resistenza è una condizione in cui le cellule del nostro organismo non rispondono più in maniera adeguata allo stimolo dell’insulina.

L’insulina è un ormone prodotto dal nostro pancreas che svolge diverse funzioni nel nostro corpo: si occupa, infatti, di regolare l’assorbimento degli zuccheri, la sintesi del glicogeno, il metabolismo dei lipidi, la crescita e la divisione cellulare, solo per citare alcune sue funzioni.

Quando un individuo diviene insulino resistente significa che non sarà più in grado di smaltire gli zuccheri assunti attraverso l’alimentazione in maniera adeguata. In particolare, quando consumiamo alimenti contenenti zuccheri (siano essi semplici o complessi) essi vengono digeriti e assorbiti a livello intestinale. Si assiste quindi a un rialzo della glicemia (ovvero della concentrazione di glucosio nel sangue). Gli zuccheri circolanti vengono trasportati dall’insulina dal sangue alle cellule, che potranno utilizzarli come fonte di energia per il loro metabolismo.

Quando, tuttavia, le cellule non risultano più sensibili all’insulina, quest’ultimo passaggio risulta “difettoso” e il pancreas è costretto ad aumentare la dose di insulina prodotta per ottenere lo stesso risultato. Questa condizione può essere considerata come l’anticamera del diete mellito di tipo 2, anche se non tutte le persone insulino resistenti svilupperanno la patologia.

Insulino resistenza: le cause principali

Tra le cause principali dell’insulino resistenza troviamo l’iperalimentazione e la sedentarietà: lo stile di vita “moderno” è quindi il motivo principale dell’aumento della prevalenza dell’insulino resistenza e della sindrome metabolica, anche nelle popolazioni più giovani. [1]

Tuttavia esistono anche dei fattori genetici: in particolare, infatti, gli studi condotti sul genoma hanno evidenziato 88 diverse possibili mutazioni correlate al diabete mellito di tipo 2 e alla secrezione dell’insulina. In una revisione del 2016, inoltre, l’insulino resistenza è stata associata a processi cronici infiammatori e, poiché il grasso è a sua volta associato con la produzione di citochine infiammatorie, ne si può dedurre che il sovrappeso e l’obesità possono a loro volta essere considerati una causa di insulino resistenza. [2]

Oltre a queste cause si sottolinea che anche alcune problematiche ormonali possono essere connesse a insulino resistenza. Per esempio l’eccessiva produzione di cortisolo (l’ormone dello stress) risulta in un costante aumento di glucosio nel sangue, con l’attivazione quindi dei meccanismi che possono portare allo sviluppo di insulino resistenza. Allo stesso modo anche l’introduzione farmacologica di queste sostanze per lungo tempo può correlarsi a questa condizione (es. cortisone).

Un’ultima condizione di cui vogliamo parlarvi, strettamente connessa all’insulino resistenza, è la PCOS o sindrome dell’ovaio policistico. Si tratta di una sindrome complessa che affligge diverse donne in età fertile e che è associata a una condizione di insulino resistenza, indipendentemente dal peso della donna stessa. [3]

Le cause principali dell’insulino resistenza in breve:

  • Iperalimentazione;
  • Sedentarietà;
  • Obesità e sovrappeso;
  • Ipercortisolemia e sindrome di Cushing;
  • Terapie farmacologiche a base di cortisone o ormone della crescita;
  • Sindrome dell’ovaio policistico.

Insulino resistenza: i sintomi

Non sempre i sintomi dell’insulino resistenza risultano visibili e identificabili; frequentemente infatti questa condizione viene scoperta e diagnosticata a seguito di analisi di routine, in maniera del tutto casuale.

Tuttavia, è possibile che un individuo con insulino resistenza possa accorgersi di qualche problema metabolico poiché riscontra difficoltà nel dimagrimento e letargia dopo i pasti, soprattutto quelli più ricchi in carboidrati.

Un altro chiaro segnale di insulino resistenza è l’acanthosis nigricans ovvero la presenza, in corrispondenza delle pieghe cutanee (es. alla base del collo), di zone cutanee iperpigmentate e pertanto di colore scuro.

Diagnosi di insulino resistenza: esami e valori da considerare

Innanzitutto vi ricordiamo che per capire se si è insulino resistenti è necessario rivolgersi al proprio medico o a un medico specialista. Se quindi avete notato qualcuno dei sintomi sopra descritti, oppure se avete una forte famigliarità per il diabete, siete in una condizione di sovrappeso o obesità e avete difficoltà a perdere peso, vi suggeriamo di rivolgervi quanto prima al vostro medico di fiducia.

Generalmente la diagnosi di insulino resistenza viene posta dopo il riscontro di precisi valori ematici: in particolare verranno richieste delle analisi del sangue poiché un livello elevato di trigliceridi e un basso livello di colesterolo HDL si collega all’insulino resistenza e alla sindrome metabolica.

Inoltre, verrà valutato il livello di glucosio a digiuno e, in alcuni casi, il livello di insulina a digiuno. Quest’ultimo valore non è tuttavia consigliato dalla maggior parte delle linee guida poiché non ci sono test standardizzati e un valore di insulina alta sarebbe difficilmente confrontabile coi valori di riferimento. In generale, comunque, si considera adeguato un valore di insulina a digiuno minore di 25 uUI/ml.

Un parametro per la misurazione dell’insulino resistenza di facile misurazione e non particolarmente invasivo è l’indice HOMA-IR che prevede la combinazione della misura della glicemia e dell’insulina a digiuno. Nel dettaglio, l’indice HOMA si calcola moltiplicando l’insulinemia espressa in UI/ml per la glicemia espressa in mg/dl e dividendo il risultato per 405. Si considera adeguato un valore al di sotto di 2,5 negli adulti e di 3,6 nei bambini. Anche per quanto riguarda l’indice HOMA si è costantemente alla ricerca di marcatori più affidabili. [4]

Attualmente, la pratica migliore per il riscontro e la diagnosi di insulino resistenza risulta essere la curva da carico, ovvero la misurazione della glicemia (ed eventualmente dell’insulinemia) non solo a digiuno, ma a distanza di intervalli regolari dopo la somministrazione di una quantità standardizzata di zuccheri. Si ritiene infatti che un’elevata glicemia a 2 ore dal carico di glucosio sia un fattore predittivo per lo sviluppo di diabete di tipo 2 migliore rispetto al valore basale. [5]

Insulino resistenza: i possibili rimedi

Per quanto riguarda la cura per l’insulino resistenza è importante, una volta pervenuta una diagnosi, rivolgersi al proprio medico o allo specialista di riferimento, ovvero un diabetologo o un endocrinologo. Infatti, laddove fosse ritenuto necessario, esistono dei farmaci utilizzati per il trattamento di questa condizione.

Laddove, invece, il medico non ritenesse necessaria la terapia farmacologica, ci sono diversi rimedi naturali che possono aiutarci. Anche in questo caso, è opportuno affidarsi ad un professionista prima di assumere integratori.

1 Cardo mariano

Il cardo mariano è una pianta nota per la sua attività protettiva nei confronti delle cellule epatiche, che possono venire danneggiate dall’eccessiva produzione di insulina.

2 Cannella

La cannella è da sempre conosciuta come pianta antidiabetica. L’utilizzo di estratto di cannella aiuta a migliorare la sensibilità delle cellule all’insulina. Per approfondire ulteriormente questo aspetto, vi consigliamo di leggere il nostro articolo: Cannella e diabete: i benefici e le evidenze scientifiche.

3 Inositolo

Sia il mio-inositolo, sia il chiro-inositolo hanno dimostrato di migliorare l’insulino resistenza. Questo integratore è frequentemente utilizzato in caso di sindrome dell’ovaio policistico.

4 Cromo picolinato

La carenza di cromo è stata associata a un maggior rischio di insulino resistenza e la sua supplementazione risulta utile nel miglioramento del metabolismo degli zuccheri.

5 Acido alfa lipoico

L’acido alfa lipoico svolge un’importanze azione antiossidante e aiuta a ridurre la concentrazione di glucosio nel sangue.

6 Gelso bianco

Questa pianta è in grado di limitare l’assimilazione del glucosio a livello intestinale e, pertanto, aiuta a controllare al meglio la concentrazione di glucosio nel sangue, migliorando di fatto il metabolismo degli zuccheri.

7 Probiotici

Diversi studi suggeriscono che l’assunzione di probiotici è in grado di migliorare la tolleranza glucidica e la risposta all’insulina, anche nei pazienti già affetti da diabete mellito. Tra i probiotici valutati, possiamo ricordare il bifidobacterium longum, il bifidobacterium breve, lo streptococcus salivarius e alcuni lattobacilli.

Dieta e Insulino resistenza: cosa mangiare e cosa evitare

L’accorgimento più importante per chi soffre di insulino resistenza è quello dietetico. Vi consigliamo quindi, laddove aveste ricevuto questa diagnosi, di rivolgervi a un esperto del settore che possa consigliarvi la migliore nutrizione possibile per la vostra condizione e le vostre esigenze. Non dimenticatevi, inoltre, che l’attività sportiva risulta essere di fondamentale importanza: diversi studi dimostrano infatti che l’attività fisica migliora la sensibilità all’insulina. [6]

In realtà non esiste una vera e propria dieta per l’insulino resistenza, ma possono essere applicati diversi regimi nutrizionali in base alle singole esigenze. Infatti esistono diversi studi che suggeriscono il trattamento di regimi nutrizionali differenti in caso di insulino resistenza: molteplici sono quelli a supporto della dieta mediterranea, ma esistono indicazioni relative anche a diete povere di carboidrati o diete chetogeniche.

In qualsiasi caso è importante tenere sotto controllo il consumo di zuccheri semplici, che andrebbero banditi quanto più possibile: parliamo di zucchero, miele, sciroppi, caramelle, dolci e così via. Allo stesso modo il consiglio è quello di limitare gli alimenti ad alto indice glicemico, come la pasta non integrale, il riso bianco, il pane e le patate.

Questi alimenti non devono necessariamente essere completamente eliminati: è importante tuttavia tenere sotto controllo il carico glicemico del pasto e quindi ricordarsi di consumarne in quantità non eccessive e accompagnati sempre da una corretta dose di secondo piatto, da grassi buoni (come quelli della frutta secca, delle olive, dell’avocado o dell’olio extravergine di oliva) e da un’abbondante dose di verdure.

La fibra, infatti, risulta fondamentale per gestire al meglio l’assimilazione dei carboidrati semplici e complessi. A tal proposito, un valido consiglio è quello di iniziare il pasto con una porzione di verdure crude condite con un buon olio extravergine di oliva e del succo di limone. Inoltre può essere d’aiuto imparare a utilizzare la cannella per impreziosire il gusto dei nostri alimenti e ottenere un effetto benefico sulla sensibilità insulinica.

Infine, vi consigliamo di includere nella vostra alimentazione anche degli alimenti fermentati come lo yogurt preparato in casa, il kefir o le verdure lattofermentate, alimenti ricchi di organismi probiotici che, come abbiamo visto, possono migliorare la tolleranza glucidica.

Insulino resistenza: le possibili conseguenze

La diagnosi di insulino resistenza non rappresenta necessariamente una condanna: molto spesso, infatti, modificando il proprio stile di vita, iniziando a praticare con regolarità esercizio fisico e modificando la propria alimentazione, è possibile migliorare la sensibilità all’insulina e allontanare il rischio di diabete.

Tuttavia, se l’insulino resistenza non viene curata è probabile che ci sia un graduale peggioramento della tolleranza glucidica e che si sviluppi infine diabete mellito di tipo 2, una condizione molto più difficilmente reversibile e che prevede un trattamento farmacologico. Ricordiamo inoltre che l’insulino resistenza è alla base anche della sindrome metabolica, una condizione che potrete approfondire leggendo il nostro articolo: Sindrome metabolica: cos’è, sintomi e cosa fare

Dott.ssa Stefania Cocolo

Biologa nutrizionista laureata in Biotecnologie molecolari e bioinformatica presso l’Università degli studi di Milano. Ha conseguito la specializzazione in Biotecnologie industriali e ambientali presso l’Università degli studi di Milano.

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