Carambola, il frutto esotico a forma di stella: ecco proprietà, come si mangia e controindicazioni

La carambola è un frutto esotico dalla caratteristica forma a stella: scopriamo le proprietà, come si usa e le possibili controindicazioni.

Lo star fruit, o carambola, è un frutto esotico particolare ricavato da Averrhoa carambola, una pianta appartenente alla famiglia botanica delle Oxalidaceae.

Carambola, il frutto esotico a forma di stella

Originaria dello Sri Lanka e diffusa nelle regioni meridionali e orientali dell’Asia, la carambola è ormai nota anche nel nostro Paese, sebbene tenda ad essere reperibile soltanto nei punti vendita più assortiti o presso alcuni negozi alimentari etnici.

La fama di “frutto a forma di stella”, che viene in genere associata alla carambola, è dovuta alle fattezze peculiari della sua sezione trasversale, che rimanda visivamente alla forma di una stella.

Tale caratteristica distintiva, unita al colore acceso del frutto tal quale, si rende decisamente adatta ai fini ornamentali. Tuttavia, la carambola non manca di interessanti proprietà nutrizionali e curative, i cui dettagli verranno esposti nei paragrafi successivi.

Carambola: calorie e proprietà nutrizionali

Entrando nel merito dei valori nutrizionali della carambola, partiamo con il considerare il contenuto energetico.

Nello specifico, le calorie della carambola sono 31 kcal ogni 100 grammi di frutto, mentre la stessa porzione del frutto si compone principalmente di acqua, contenendone poco più di 91 g.

Per quanto riguarda i macronutrienti, 100 g di carambola apportano 4 g di zuccheri semplici e circa 1 g di proteine a basso valore biologico, mentre la scarsa componente lipidica si caratterizza per tracce di acidi grassi polinsaturi. In modo interessante ai fini di alcuni aspetti della salute, il contenuto di fibra vegetale della carambola si colloca intorno ai 3 g.

Passando, adesso, alla composizione in micronutrienti, la carambola vanta un buon contenuto di potassio e vitamina C, coprendo, nel caso di questa vitamina, una quota importante del relativo fabbisogno giornaliero: 100 g di carambola apportano infatti circa 34 mg di vitamina C, pari ad oltre il 40% del quantitativo giornaliero consigliato.

Questo frutto contiene, inoltre, vitamine del gruppo B in tracce, come l’acido pantotenico (o vitamina B5) e la niacina (o vitamina B3). Non mancano, tra l’altro, ulteriori micronutrienti rilevanti per la salute umana, quali la vitamina A e il magnesio, ma anche lo zinco, il manganese e il fosforo. Infine, la carambola risulta essere alquanto povera di sodio.

Per completezza, segue una tabella riportante i valori nutrizionali della carambola in dettaglio.

Valori nutrizionali per 100g di carambola:
Acqua 91,4 g
Energia 31 kcal
Proteine 1,04 g
Grassi totali 0,33 g
di cui saturi: 0,019 g (totali)
di cui monoinsaturi: 0,03 g (totali)
di cui polinsaturi: 0,184 g (totali)
Colesterolo 0 mg
Zuccheri semplici 3,98 g
Fibra 2,8 g
Calcio 3 mg
Ferro 0,08 mg
Magnesio 10 mg
Fosforo 12 mg
Potassio 133 mg
Sodio 2 mg
Zinco 0,12 mg
Rame 0,137 mg
Manganese 0,037 mg
Selenio 0,6 μg
Vitamina C 34,4 mg
Tiamina 0,014 mg
Riboflavina 0,016 mg
Niacina 0,367 mg
Vitamina B5 0,391 mg
Vitamina B6 0,017 mg
Folati totali 12 μg
Vitamina A 3 μg
Beta-carotene 25 μg
(fonte USDA)

Carambola: i benefici per la salute

Oltre a rappresentare una buona fonte di fibre, di alcune vitamine e di sali minerali, la carambola sembra vantare diverse proprietà curative, tanto da essere nota ed utilizzata nell’ambito della Medicina Tradizionale Cinese e della Medicina Ayurvedica.

In particolare, alcuni studi di carattere fitochimico e farmacologico condotti sulle foglie e sulle radici di Averrhoa carambola, attribuiscono ai relativi estratti vegetali un certo contenuto di componenti biologicamente attivi. Tra queste sostanze spiccano dei componenti definiti, complessivamente, come saponine e alcaloidi, sebbene non manchino alcuni tannini e flavonoidi.

I benefici della carambola, correlati ai componenti bioattivi menzionati poco fa, sono diversi e si associano, principalmente, a proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antimicrobiche.

Inoltre, sembra che gli estratti di carambola possano agire su alcuni parametri ematici di nota rilevanza, come la glicemia e i livelli di colesterolo totale. Infine, gli estratti di carambola sembrano agire sulla salute dello stomaco, esplicando un’attività antiulcera. [1][2]

Può essere interessante, a questo punto, introdurre alcuni dettagli aggiuntivi sulle proprietà appena accennate, le quali saranno ora considerate punto per punto.

✓ Proprietà antiossidanti

Lo stress ossidativo può essere definito, complessivamente, come una condizione di disequilibrio tra la produzione dei componenti di scarto noti come radicali liberi e la capacità dell’organismo umano di smaltire tali sostanze. In maniera rilevante, questa condizione si associa molto spesso a diverse condizioni patologiche.

Alcune osservazioni sperimentali attribuiscono alla carambola spiccate proprietà antiossidanti, correlando tale effetto benefico ai relativi componenti nutrizionali e bioattivi. Oltre alla vitamina C, la carambola contiene infatti dei tannini noti come proantocianidine, che insieme alla vitamina C e ad altri micronutrienti antiossidanti, agisce sulle specie reattive dell’ossigeno (radicali liberi) limitandone gli effetti negativi a livello cellulare.

✓ Proprietà antinfiammatorie

L’infiammazione è una reazione di difesa posta in essere dal corpo al fine di rispondere a vari fattori di danno. Sebbene alla base vi siano dei meccanismi fisiologici, i processi infiammatori richiedono talvolta di essere gestiti e, a questo proposito, le indagini circa le sostanze antinfiammatorie di origine naturale sono alquanto proficue.

Esperimenti condotti su animali da laboratorio attribuiscono agli estratti fogliari di Averrhoa carambola un chiaro effetto antinfiammatorio in relazione a specifiche problematiche della pelle, in particolare contro le dermatiti. Nello specifico, i componenti bioattivi della pianta hanno mostrato un effetto positivo sui livelli di infiammazione a carico dei tessuti interessati, riducendo, complessivamente, la dermatite in atto.

✓ Proprietà antimicrobiche

Alcune osservazioni sperimentali correlano la carambola, e i componenti bioattivi derivati dalla pianta, ad effetti antimicrobici alquanto versatili.

Nello specifico, gli estratti vegetali testati a varie concentrazioni hanno mostrato un chiaro effetto antibatterico naturale, inibendo sia la crescita del batterio Staphylococcus aureus, sia la proliferazione dei batteri appartenenti al genere Klebsiella. Allo stesso modo, gli estratti in questione sembrano esplicare lo stesso effetto anche su altre specie batteriche, tra le quali sono degne di nota le specie Pseudomonas aeruginosa, Escherichia coli e Bacillus cereus.

✓ Proprietà ipoglicemizzantie e ipolipidemica

Come anticipato sopra, la carambola contiene una discreta quantità di fibra vegetale, rendendosi benefica, tra le altre cose, nella gestione di alcuni parametri ematici.

Più nel dettaglio, il consumo del frutto, e dunque anche della fibra in esso contenuta, sembra poter agire positivamente sui livelli ematici di glucosio, rallentando, all’interno del corpo, l’assorbimento dei carboidrati.

In aggiunta, sembra che il consumo di carambola si associ ad un abbassamento dei livelli ematici di colesterolo totale, rendendosi favorevole ai fini della salute cardiovascolare.

✓ Proprietà antiulcera

Nelle applicazioni curative tradizionali, la carambola viene utilizzata nel trattamento dei disturbi gastrici. In particolare, alcuni studi associano la composizione fitochimica dei relativi estratti fogliari ad una spiccata attività antiulcera, la quale rientra tra le proprietà della carambola più conosciute.

Tale potenzialità curativa viene attribuita ad alcuni dei componenti chimici già citati in precedenza e ad altre sostanze estraibili dalla pianta, definite, nel complesso, come mucillagini. Queste sostanze di natura “appiccicosa” sono capaci di creare uno strato protettivo a livello della mucosa gastrica, preservando i tessuti dai danni correlati alla gastrite. In questo contesto, i semi della carambola si classificano come un buon espediente naturale per il benessere dello stomaco.

Carambola: come si mangia e come usarla in cucina

Dopo aver visto le sue proprietà benefiche, vediamo ora come si mangia la carambola e come si usa in cucina.

Come si mangia la carambola

Al fine di apprezzarne tutte le qualità, è preferibile consumare il frutto esotico a stella per eccellenza soltanto a maturazione raggiunta: un frutto ancora acerbo presenta una colorazione tendente al verde e un sapore alquanto acidulo; lo stato di maturazione della carambola è invece riconoscibile dalla colorazione giallo-scuro dell’involucro esterno e dalle venature marroni delle relative creste.

Anche un profumo particolarmente intenso contraddistingue le carambole pronte per il consumo. In generale, il sapore della carambola rimanda a quello di altri frutti aciduli di più comune utilizzo, quali l’ananas.

La carambola si caratterizza inoltre per una buccia decisamente sottile che, di solito, non viene rimossa. È quindi possibile mangiare il frutto insieme alla buccia esterna. A tal proposito, è dunque opportuno ricorrere ad un accurato lavaggio della sua superfice esterna.

Come usare la carambola in cucina

Data la commestibilità e le gradevoli caratteristiche organolettiche, la carambola può essere consumata tal quale, senza ulteriori aggiunte di zucchero.

Come qualsiasi altro frutto, la carambola può essere utilizzata per la preparazione di macedonie e sorbetti, così come per la realizzazione di succhi e confetture.

In modo relativamente comune, la carambola viene utilizzata a fini ornamentali, per decorare dolci o bevande dai tratti volutamente esotici. Le preparazioni che includono la carambola tra gli ingredienti di base spaziano dalle semplici insalate al cous-cous di verdure. Nulla vieta, in entrambi i casi di sperimentare varie combinazioni di ortaggi e frutti.

Ricette più fantasiose, e dal tocco decisamente orientale, prevedono l’associazione della carambola ad alcuni secondi piatti di mare, accostando diverse tipologie di molluschi, crostacei e pesci.

L’utilizzo della carambola a crudo e tagliata a fettine sottili si presta in modo eccellente alle diverse preparazioni, sebbene, in alcuni casi, siano previsti dei brevi passaggi di cottura.

Inoltre, è possibile usare questo frutto per la preparazione di buonissimi estratti di frutta e verdura dal sapore esotico abbinandola, ad esempio, ad ananas, mela, mango o lime. Se avete un estrattore, potete sperimentare con i frutti e gli ortaggi che più vi piacciono per trovare la combinazione perfetta ed usare più spesso la carambola in cucina.

Dove trovare la carambola

Come facilmente intuibile, la carambola è dunque un frutto esotico dalla spiccata particolarità e, sebbene essa sia ormai diffusa e apprezzata, non è sempre facile reperirla nell’immediato.

Per favorirne la ricerca è infatti consigliabile optare per punti vendita di una certa grandezza, i quali non ricorrano alla sola produzione a kilometro zero. Laddove sia possibile, può essere utile fare riferimento ai mercati e/o negozi multietnici eventualmente presenti nella zona di abitazione e dedicati alla vendita di prodotti provenienti dall’estero.

Talvolta, è possibile reperire la carambola presso gli ingrossi di frutta e verdura, i quali sono spesso dotati di un servizio di consegna a domicilio. In alternativa, potete optare per negozi online che vendono frutta esotica.

Controindicazioni della carambola

Sebbene i benefici associati al consumo di questo frutto tropicale siano vari, sia in termini nutrizionali che, in alcuni casi, curativi, esistono delle controindicazioni potenziali di cui tenere conto.

Prima di tutto, in ragione del contenuto importante di ossalati, il consumo di carambola viene ampiamente sconsigliato agli individui affetti da patologie a carico dei reni. [3][4]

Alcune osservazioni suggeriscono, inoltre, che il consumo di carambola possa essere controindicato durante alcune terapie farmacologiche. L’assunzione concomitante potrebbe infatti aumentare la tossicità e gli effetti collaterali associati ai medicinali, mediante dei meccanismi noti che si verificano nel tratto intestinale e nel fegato. [5]

In ultimo, sebbene non per importanza, è buona norma prestare particolare attenzione al consumo di carambola in caso di allergie pre-esistenti.

In ogni caso, e per tutti i motivi accennati, è sempre consigliabile ricorrere al parere del medico curante, al fine di risolvere eventuali dubbi su interazioni particolari e, in generale, sugli effetti avversi.

Bibliografia

  • [1] Muthu, Narmataa & Lee, et al. (2016). Nutritional, Medicinal and Toxicological Attributes of Star-Fruits (Averrhoa carambola L.): A Review. Bioinformation. 12. 420-424. 10.6026/97320630012420.
  • [2] Lakmal K, Yasawardene P, et al. Nutritional and medicinal properties of Star fruit (Averrhoa carambola): A review. Food Sci Nutr. 2021 Jan 23;9(3):1810-1823. doi: 10.1002/fsn3.2135. PMID: 33747490; PMCID: PMC7958541.
  • [3] Wijayaratne DR, Bavanthan V, et al. Star fruit nephrotoxicity: a case series and literature review. BMC Nephrol. 2018 Oct 22;19(1):288. doi: 10.1186/s12882-018-1084-1. PMID: 30348106; PMCID: PMC6198447.
  • [4] de Oliveira ES, de Aguiar AS. Why eating star fruit is prohibited for patients with chronic kidney disease? J Bras Nefrol. 2015 Apr-Jun;37(2):241-7. English, Portuguese. doi: 10.5935/0101-2800.20150037. PMID: 26154645.
  • [5] Zhang JW, Liu Y, et al. Inhibition of human liver cytochrome P450 by star fruit juice. J Pharm Pharm Sci. 2007;10(4):496-503. doi: 10.18433/j30593. PMID: 18261370.

Dott.ssa Gabriella Reggina

La Dott.ssa Gabriella Reggina è laureata in biologia presso l’Università Federico II di Napoli e ha proseguito gli studi post-laurea in materia di nutrizione e igiene degli alimenti. È iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi.

Leggi anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *