Potassio: a cosa serve e come integrarlo correttamente
Scopri tutte le funzioni del potassio nel sangue, le possibili cause di carenza o eccesso e come integrarlo.
- Proprietà e funzioni del potassio
- Fonti naturali di potassio
- Quanto potassio assumere al giorno
- Sintomi e cause della carenza di potassio
- Tossicità da eccesso
Presente in quantità variabile in tutti gli alimenti, il potassio è tra i minerali più importanti e abbondanti del nostro organismo. Utile nel regolare la contrattilità muscolare, ridurre la ritenzione idrica e coordinare la trasmissione nervosa, studi recenti hanno inoltre dimostrato quanto possa essere importante nel prevenire e ridurre la pressione arteriosa.

Essendo un oligoelemento essenziale, il potassio deve essere assunto quotidianamente e in quantità sufficienti in quanto il nostro organismo non è in grado di sintetizzarlo. Fortuna vuole che sia presente praticamente ovunque, in particolare negli alimenti di origine vegetale, quindi un regolare consumo di frutta, verdura, legumi, erbe aromatiche e spezie ci garantisce un apporto quotidiano sufficiente.
Il contenuto corporeo totale di potassio varia però da soggetto a soggetto, dato che è un indice della massa magra dell’individuo, in quanto è maggiormente concentrato nelle fibre muscolari scheletriche. Vediamo ora a cosa serve questo minerale nel corpo.
Potassio nel sangue: a cosa serve e quali funzioni svolge
Il potassio è implicato in diversi processi fisiologici importanti come lo scambio idro-salino a livello cellulare, la contrattilità dei muscoli lisci (come i vasi sanguigni) e di quelli striati (come i muscoli scheletrici), il rilascio dei secreti e degli increti da parte delle cellule endocrine e delle ghiandole esocrine (si tratta di ghiandole che versano il loro secreto all’esterno del corpo o in cavità comunicanti con l’esterno come quelle sudoripare, lacrimali e salivari) e la regolazione della pressione arteriosa. Vediamo più da vicino tutte le proprietà del potassio.
✓ Potassio e ritenzione idrica
La tanto odiata ritenzione idrica è una condizione multifattoriale alla cui base c’è uno squilibrio tra la quantità di potassio che si trova all’interno delle cellule (ambiente intracellulare) e la quantità di sodio presente nel liquido interstiziale, che circola all’esterno delle cellule (ambiente extracellulare).
In condizioni normali la proporzione di questi due sali dovrebbe essere abbastanza simile per permettere gli scambi necessari all’organismo. Ma uno squilibrio di questi due sali in favore del sodio induce l’organismo a trattenere una maggiore quantità di acqua per ottenere una normale diluizione, causando in questo modo la ritenzione di liquidi che spesso determina la presenza di edema con conseguente rigonfiamento.
Questa caratteristica è dovuta a una proprietà del sale (o meglio del cloruro di sodio), l’igroscopia, e cioè la capacità di assorbire molecole d’acqua presenti nell’ambiente circostante.
- Seguire uno stile di vita corretto (senza fumo ed alcol);
- Praticare regolare e quotidiana attività fisica, almeno mezz’ora al giorno, tutti i giorni, che corrisponde a 10 mila passi;
- Scegliere un’alimentazione sana, preferendo cibi ricchi di potassio, riducendo il sale da tavola e tutti i cibi contenenti grandi quantità di sodio come il dado, i salumi, i formaggi stagionati, i prodotti confezionati come crackers salati, patatine, grissini e i piatti surgelati;
- Mantenersi idratati quotidianamente, assumendo almeno 1,5 L d’acqua, preferendola a basso apporto di sodio (non più di 20 mg/L).
✓ Potassio e ipertensione
Un recente studio del Nestlé Research Center avrebbe dimostrato il ruolo fondamentale del potassio sul benessere cardiaco: aumentarne l’assunzione attraverso l’alimentazione contribuirebbe alla prevenzione e alla riduzione della pressione sanguigna nelle persone ipertese.
Se quindi soffrite di ipertensione potete ridurla effettuando regolare attività fisica, riducendo il peso in eccesso, assumendo meno alcol e sale (compresi gli alimenti ricchi di sodio) e aumentando il consumo di cibi ricchi di potassio.
✓ Il potassio nella trasmissione nervosa
In questo delicato e preciso processo sono implicati diversi ioni, tra cui anche il sodio e una particolare struttura proteica (un enzima) che trasporta il sodio e il potassio chiamata appunto pompa sodio-potassio. Quando il neurone (la cellula nervosa per eccellenza) è a riposo la sua membrana risulta polarizzata: carica positivamente all’esterno e negativamente all’interno.
Questa differenza di carica è mantenuta proprio dalla pompa sodio/potassio che, con dispendio energetico della cellula, pompa attivamente ioni sodio fuori e ioni potassio all’interno. Quando, al contrario, il potenziale di membrana viene modificato in direzione contraria, avviene l’iperpolarizzazione.
Quando in un neurone la depolarizzazione supera il valore di soglia, si genera un potenziale d’azione, che è la base del trasferimento di segnali nervosi.
Quanto potassio assumere al giorno
Si raccomanda, per gli individui adulti sani, un livello di assunzione pari a 3,9 g di potassio al giorno. Il livello di assunzione giornaliero raccomandato è quel valore ritenuto utile nel soddisfare completamente i fabbisogni del 97,5% della popolazione. In età evolutiva il fabbisogno giornaliero di potassio cambia in funzione dell’età: 400 mg/die, 700 mg/die, 2,4 g/die, 3 g/die, rispettivamente per i lattanti e i bambini fino a 3, 6 e 10 anni. In soggetti con ridotta funzionalità renale va posta particolare attenzione al livello massimo di assunzione che è posto a 5,9 g/die.
Fonti alimentari di potassio
La normale alimentazione fornisce normalmente adeguate quantità di questo minerale in quanto quasi tutti gli alimenti (tranne i grassi da condimento, lo zucchero e gli alcolici) contengono potassio in quantità variabili.
In particolare gli alimenti di origine vegetali (frutta, verdura, legumi, erbe aromatiche e spezie) e le carni fresche possiedono una maggiore concentrazione di potassio e, soprattutto, un rapporto potassio/sodio maggiore. Per questa distribuzione ubiquitaria del potassio negli alimenti, è molto difficile che possa insorgere una sindrome da carenza alimentare.
Tabella con alcuni degli alimenti più ricchi di potassio (per 100 gr): | |
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Albicocche disidratate | 1260mg |
Crusca di grano | 1160mg |
Fichi secchi | 1010mg |
Ceci secchi | 800 mg |
Datteri disidratati | 750 mg |
Fagioli | 650 mg |
Noci | 603 mg |
Patate | 570 mg |
Spinaci | 530 mg |
Valeriana | 459 mg |
Avocado | 450 mg |
Kiwi | 460 mg |
Cavoletti di Bruxelles | 380 mg |
Banane | 350 mg |
Carenza di potassio: cause e sintomi
Se è molto rara una sindrome da carenza alimentare di potassio esistono, invece, alcune condizioni che possono determinare una riduzione della quantità di potassio nel sangue, come avviene in alcune patologie dell’apparato digerente (vomito e/o diarrea protratti; abuso di lassativi), dell’apparato renale (alcune nefropatie croniche) o patologie endocrino-metaboliche (iperaldosteronismo e chetoacidosi diabetica).
In caso di mancanza di potassio, i sintomi più comuni sono l’astenia (stanchezza), la confusione mentale (spesso presente nelle persone anziane per l’uso di diuretici e scambiata inizialmente per un principio di demenza senile), la riduzione dell’attenzione, l’ansia, l’anoressia e il torpore.
Gravi ipokaliemie (< 2,5 mEq/l) possono causare alterazioni della motilità intestinale con conseguente ileo paralitico, ma anche alterazioni del ritmo cardiaco anche mortali. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a leggere il nostro approfondimento su cause e sintomi della carenza di potassio.
Tossicità: cause da eccesso
La tossicità acuta da eccessiva ingestione di potassio è un fenomeno più che altro accidentale, causato da somministrazione per via orale (enterale) o parenterale di oltre 17,5 g/die, soprattutto in caso di insufficienza renale oppure in associazione a farmaci potassio-risparmiatori (alcuni diuretici e farmaci antipertensivi).
In questo caso l’iperkaliemia acuta può determinare modificazioni ECGgrafiche importanti che possono causare anche l’arresto cardiaco. In caso di iperpotassiemia è necessario seguire per alcuni giorni un’alimentazione povera di potassio, alimentazione indicata anche per chi soffre di insufficienza renale cronica.
Ultimamente ho eliminato la pasta a favore del riso integrale di vari tipi, posso avere dei danni da carenza di potassio?
grazie.