Carenza di potassio: cause, sintomi per riconoscerla e cosa fare per prevenirla

Il potassio è uno dei minerali più abbondanti nel nostro corpo e fondamentale per il funzionamento di tutte le cellule: la sua carenza infatti è associata a problematiche cardiovascolari e muscolari e la sua integrazione, soprattutto nei mesi caldi e afosi, può essere molto utile soprattutto negli sportivi.

Il potassio è il più abbondante catione che troviamo nel fluido intracellulare ed è necessario per il corretto funzionamento delle cellule, in particolar modo di quelle muscolari e nervose.

Immagine di copertina dell'articolo Carenza di Potassio cause e sintomi

La carenza di potassio, caratterizzata da bassi livelli di potassio nel sangue, inferiori a 3,5 mEq/l, è una condizione diffusa, soprattutto in individui in cura con alcune terapie farmacologiche, che approfondirmeno insieme nel prossimo paragrafo.

Infatti, il potassio è presente in tutti gli alimenti e pertanto il raggiungimento del fabbiosgno dietetico è semplice da ottenere attraverso una dieta varia. Nella popolazione sana (non sottoposta ad alcuna terapia farmacologica) si stima che solo l’1% presenti carenza di potassio e gli autori di questa review suggeriscono che tale carenza debba essere maggiormente indagata attrverso esami specifici.

Cause della carenza di potassio

La concentrazione del potassio ematico è la risultante dell’equilibrio tra l’introito di potassio, l’escrezione (che avviene principalmente attraverso le urine) e la suddivisione del potassio tra lo spazio intracellulare ed extracellulare.

In condizioni normali quasi tutto il potassio si concentra all’interno della cellula, ma può accadere che il potassio si distribuisca in maniera differente, portando anche in questo caso a diverse problematiche. In particolare sembrerebbe che possano presentarsi diverse situazioni carenziali, dovute a cause differenti. Vediamo quali sono.

✓ Redistribuzione

In questo caso la carenza è dovuta a un aumento del potassio intracellulare e a una conseguente diminuzione del potassio all’esterno della cellula. Tale condizione può essere dovuta all’influenza di alcuni ormoni come l’insulina o l’aldosterone.

In particolare, è stato visto che una somministrazione di un’elevata quantità di insulina può aumentare la quantità di potassio intracellulare e, al contrario, l’aldosterone può aumentare la quantità di potassio extracellulare, ma al contempo influenza anche il riassorbimento del potassio a livello renale.

Allo stesso modo anche alucni farmaci influiscono sulla redistribuzione, come i farmaci agonisti dei recettori b2-adrenergici e la dopamina. Infine la redistribuzione del potassio può essere indotta da stati anabolici acuti, dovuti solitamente a ipertrofia cellulare.

✓ Perdita di potassio a livello gastrointestinale o dell’epidermide

In condizioni normali sia la pelle e sia il tratto gastrointestinale possono trasportare il potassio e una piccola quantità può essere persa. Può, tuttavia, accadere che la perdita di potassio venga aumentata per esempio da un’ipersudorazione in ambienti caldi e secchi (o durante attività fisica) o da una diarrea prolungata. Attenzione pertanto anche all’abuso di lassativi!

✓ Perdita di potassio a livello renale

La più comune causa di ipokaliemia è poprio l’eccessiva perdita di potassio a livello renale. Questa eccessiva perdita può essere dovuta in parte agli ormoni (abbiamo già citato l’aldosterone), oppure a dei difetti renali oppure ancora all’utilizzo di alcuni farmaci. Inoltre una concomitante carenza di magnesio può anch’essa portare a una carenza di potassio.
Apriamo un’importante parentesi sui farmaci che possono provocare ipokaliemia. In particolare, molti farmaci diversi possono aumentare la perdita di potassio, tra cui i diuretici e gli antibiotici come l’ampicillina, gli amminoglicosidi e l’amfotericina b.

Sintomi della carenza di potassio

I sintomi della carenza di potassio possono essere molteplici e piuttosto gravi. Il primo sintomo collegato alla carenza di potassio interessa l’apparato cardiovascolare e in particolare può comportare ipertensione arteriosa o aritmia ventricolare. Desideriamo sottolineare che diete contenenti poco potassio si correlano a ipertensione soprattutto quando vi è un eccesso nell’apporto dietetico di sodio.

Inoltre la carenza di potassio peggiora i valori glicemici dei soggetti diabetici poiché influisce sulla produzione di insulina e sulla sensibilità delle cellule a tale ormone.

Il potassio abbiamo visto essere fondamentale per il funzionamento soprattutto delle cellule muscolari. Infatti la carenza di questo nutriente si associa a debolezza muscolare, mialgia e crampi.

La carenza di potassio può, inoltre, influire sull’equilibrio acido-base e sulla produzione di aldosterone, modificando il delicato equilibrio del nostro organismo. L’iperaldosteronismo, provocato dall’ipokaliemia a sua volta può contribuire alla formazione di cisti nel rene policistico.

Carenza di potassio: i rischi e le conseguenze

La carenza grave di potassio è incompatibile con la vita e si associa al peggioramento delle condizioni sopra citate. A livello muscolare, per esempio, gravi carenze di potassio si associano a paralisi e a livello cardiovascolare si associano gravi carenze di potassio, spesso indotte dall’utilizzo di diuretici, a un maggior rischio di morte in individui ipertesi.

Come prevenire la carenza di potassio

La carenza di potassio deve essere prevenuta prima di tutto a tavola! La dieta “occidentale” povera di verdure e cereali integrali ed eccessivamente ricca di junk food e carni trasformate risulta squilibrata verso un eccesso di sodio e un insufficiente apporto di potassio.

In particolare i nostri LARN consigliano un apporto giornaliero di 3,9 gr di potassio, facilmente raggiungibili con una dieta varia e ricca di alimenti ricchi di potassio, come frutta (ad esempio banane, kiwi, limoni, avocado), ortaggi (tra cui spinaci, patate, cavoli), legumi, cereali integrali, frutta secca e disidratata. Anche il cacao e, di conseguenza, il cioccolato fondente è una buona fonte di potassio. È possibile inoltre ricorrere a integratori alimentari contenenti potassio, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.

Un’attenzione particolare alle patologie renali: in caso di insufficienza renale cronica è assolutamente controindicata l’assunzione elevata di questo nutriente o di integratori che lo contengano.

Integrazione corretta di potassio

In alcuni casi può essere indicata un’integrazione di potassio, che andrebbe tuttavia discussa e concordata con il proprio medico curante. Esistono in commercio diversi prodotti con quantitativi di potassio differenti e spesso associati ad altri minerali, come il magnesio. Un’integrazione di potassio potrebbe essere utile soprattutto nei mesi estivi, dove la perdita di potassio e altri sali minerali è aumentata attraverso la sudorazione, soprattutto per chi pratica attività fisica intensa e prolungata.

E voi avete mai avuto esigenze di un’integrazione di potassio? Avete ricorso a integrazioni alimentari o trovato sufficiente il consumo di una banana in più? Condividete con noi la vostra esperienza!

Dott.ssa Stefania Cocolo

Biologa nutrizionista laureata in Biotecnologie molecolari e bioinformatica presso l’Università degli studi di Milano. Ha conseguito la specializzazione in Biotecnologie industriali e ambientali presso l’Università degli studi di Milano.

Leggi anche

Un commento

  1. Io uso kcl 600mg ogni giorno .perche’ perdo potassio ero arrivata a 2.3…con conseguenze di tachicardia e pressione alta…nonostante esami non si capisce la causa….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *