Limone per dimagrire: come usarlo per sfruttare le sue proprietà dimagranti
- Perché il limone fa dimagrire
- Quanto limone assumere per ottenere benefici
- Le possibili controindicazioni
Giallo sole, fresco, dal caratteristico sapore intenso e asprigno: il limone (Citrus lemon) appartiene alla famiglia delle Rutaceae e ha origini orientali, nelle lontane terre indiane e cinesi in primis.
Giunto in Italia in seguito alla dominazione araba in Sicilia, si è poi fatto conoscere e apprezzare in tutta la penisola, entrando, col tempo, nelle nostre cucine. Il limone è ricco di minerali come calcio, fosforo, potassio, rame, zinco, oltre che di vitamine, tra cui spicca la vitamina C, un potente antiossidante con un’importante funzione antianemica, poiché favorisce l’assorbimento del ferro alimentare, la A, la E e le vitamine del gruppo B.
Possiede luteina e zeaxantina, per il benessere degli occhi e della vista in generale; favorisce la fluidità del sangue, prevenendo fenomeni di aterosclerosi; contribuisce a eliminare i calcoli renali e biliari, grazie all’azione dell’acido citrico; rafforza i vasi sanguigni; facilita la digestione, depura e, integrato correttamente nella dieta quotidiana, è un valido aiuto per favorire la perdita di peso: approfondiamo ora questa sua ultima proprietà, scopriamo insieme come funziona il limone per dimagrire e come assumerlo per trarne benefici.
Limone per dimagrire: perché il limone fa dimagrire
Vediamo ora in dettaglio come e perché il limone fa dimagrire e quanto assumerne per beneficiare di tutte le sue virtù. A fronte di un basso contenuto calorico (circa 29 kcal per 100g di prodotto), i limoni hanno un’alta percentuale di pectina, che si concentra soprattutto nella buccia e in quantità inferiore nella polpa.
La pectina è un polisaccaride non assorbito dall’intestino umano che porta notevoli vantaggi ai fini del dimagrimento: una volta entrata nel processo digestivo, la pectina assume una consistenza gelatinosa che riduce l’assorbimento intestinale sia degli zuccheri, sia dei grassi ingeriti con i cibi. Essa, inoltre, facilita la motilità dell’intestino prevenendo fenomeni di stitichezza e pancia gonfia.
Ma non è tutto: la pectina dona sazietà prolungata che limita il senso di fame fuori orario, contenendo la voglia di mangiare più del necessario e impedendo così l’introito di calorie spesso inutili, dettate tante volte solo dalla necessità di assecondare un peccato di gola momentaneo. In questo modo, si evita la produzione continua d’insulina, responsabile a lungo andare della produzione di prostaglandine infiammatorie che attivano l’immagazzinamento di grassi nei depositi corporei.
Uno degli intoppi più importanti che possono determinare il rallentamento del metabolismo è l’accumulo di tossine e di sostanze di scarto nel corpo. Se le cellule vivono in un ambiente “intossicato”, è più difficile assimilare le sostanze buone e bruciare i grassi, per cui si facilitano l’insorgenza di sovrappeso e la comparsa di cellulite, per il ristagno dei liquidi.
Il limone ci viene in aiuto in tal senso, grazie alle sue proprietà depurative e drenanti: il suo succo, infatti, stimola il fegato e la cistifellea, organi emuntori, a lavorare di più e meglio. Sul fegato il limone agisce grazie all’azione dell’acido citrico, capace sia di ridurre la formazione e allontanare le tossine dalla sede epatica, sia di stimolare l’organo stesso a farlo.
Le tossine sono, quindi, definitivamente rimosse dall’organismo grazie alle urine, sulla cui formazione l’agrume opera stimolando la diuresi. La cistifellea, invece, è deputata alla raccolta della bile prodotta dal fegato, la cui funzione è di facilitare la digestione di grassi e carboidrati.
Grazie a ciò, il limone riesce ad offrire benefici dimagranti, equilibrando e attivando il metabolismo, specialmente per quanto concerne le funzioni digestive, prevenendo i gonfiori addominali, l’accumulo di gas, stimolando per l’appunto la digestione e contribuendo notevolmente a rendere più puliti e sani importanti organi.
Come inserire il limone nella dieta per ottenere benefici dimagranti
In giro esistono differenti varianti sulla cosiddetta dieta dimagrante del limone, alcune delle quali consigliano di ingerire il succo anche di 15 limoni.
Evitando tali esagerazioni, nell’ambito di un’alimentazione varia ed equilibrata e di un po’ di attività quotidiana è sufficiente bere al mattino, a digiuno, un bicchiere colmo di acqua tiepida col succo di un limone intero biologico spremuto per trarne al meglio tutti i suoi benefici, anche quelli dimagranti. È preferibile non aggiungere zucchero, al massimo una punta di miele biologico per aggiustarne il sapore.
La temperatura dell’acqua ha una valenza molto importante: fredda non avrebbe la stessa efficacia disintossicante e potrebbe dare spiacevoli conseguenze da shock termico, troppo calda andrebbe a diminuire la quantità di vitamina C disponibile.
La bevanda di acqua calda e limone così ottenuta, si sorseggia con una cannuccia (per evitare di intaccare e rovinare lo smalto dei denti) e si attende almeno un quarto d’ora prima di fare colazione. Durante la giornata si può sorseggiare una tazza di tè verde con l’aggiunta di un mezzo limone spremuto, per avere una manciata di polifenoli e antiossidanti maggiori. Se volete maggiori informazioni e ulteriori modi per fare la bevanda di acqua e limone, vi invitiamo a leggere il nostro approfondimento: Acqua calda e limone al mattino: benefici e 6 ricette da provare.
Non assumere se…
In caso di gastrite o di reflusso gastrico, è preferibile procedere cautamente con la sua assunzione e chiedere consiglio al proprio medico di fiducia.
Bell’articolo, che però mi lascia con due domande:
1) per quale motivo l’acqua fredda, aggiunta al succo di limone, gli toglierebbe efficacia disintossicante? A me l’acqua tiepida dà la nausea solo a pensarci… per cui la bevo sempre fredda. Riesco a sopportarla fino a circa 12°, non di più.
2) per quale motivo è preferibile non aggiungere zucchero? Io normalmente aggiungo stevia ed eritritolo, per cui mi chiedevo se il motivo fosse qualche interazione negativa con il succo di limone, magari applicabile anche alla stevia, o se fosse semplicemente il fatto che lo zucchero, quando si cerca di dimagrire, è da evitare.
Salve a tutti,
L’articolo mi sembra davvero ben fatto. L’unico appunto lo posso fare sulla modalità di ingestione della bevanda creata con il limone: per “rovinare” lo smalto dei denti è necessaria una potenza acida mostruosa. L’acido ortofosforico precisamente, al 37% si usa per le mordensature (per rendere adatta la superficie dello smalto all’adesione di cemento). A concentrazioni più basse si usa per sbiancarli di denti (crea una superficie gessosa diciamo, la luce si rifrange diversamente) , ma sempre danno fa. Con i perossidi ancora peggio… Ma trattamenti per lo sbiancamento che si vendono in farmacia fanno la stessa identica cosa, non danneggiando lo smalto o peggio il cemento. Lasciando perdere i tecnicismi, arrivo al dunque. Alcune bevande hanno aggiunta di acido ortofosforico. In più lo zucchero attiva i batteri patogeni, che creano un ambiente appunto cariogeno acido. Penso che faccia più male una bevanda al limone. Dolcissima e finta… Chissà che ci mettono!!!
Saluti a tutti, perdonate gli errori di scrittura