Proteine alte nelle urine: cosa significa e perché non devi sottovalutarle

La proteinuria indica la presenza eccessiva di proteine nelle urine. Vediamo le cause, i valori normali e cosa fare per gestire il problema.

La valutazione della proteinuria (eccesso di proteine nelle urine) rappresenta un parametro importante nel monitoraggio di alcune funzionalità fisiologiche e, nel complesso, dello stato di salute del soggetto.

Proteine alte nelle urine

In particolare, la proteinuria rientra tra le condizioni potenzialmente implicate nelle problematiche ai reni, ovvero gli organi emuntori deputati alla rimozione dei prodotti metabolici di scarto dal sangue. Le cause possono essere diverse, sia di natura non patologica sia di natura patologica e può essere asintomatica o associarsi ad alcuni sintomi caratterstici, tra cui la presenza di urine schiumose, ma non solo. Vediamo ora più in dettaglio di cosa si tratta.

Cos’è la proteinuria

Il termine proteinuria viene utilizzato in ambito clinico per descrivere la presenza di proteine nelle urine a livelli che vanno oltre la norma e, nonostante tali proteine possano appartenere a diverse classi, il termine si riferisce soprattutto all’albumina.

Sebbene la proteinuria possa associarsi a condizioni benigne, tale alterazione è spesso correlata ad alcuni stati patologici. In particolare, la proteinuria può essere utilizzata come indicatore precoce di malattia renale e, in tal caso, il grado dell’alterazione si correla all’avanzamento della patologia. Inoltre, la proteinuria viene considerata un indicatore di rischio cardiovascolare. [1]

Un’indagine accurata prevede, tra l’altro, la valutazione dei livelli di albumina nelle urine (albuminuria) in rapporto ad un parametro aggiuntivo, ovvero la concentrazione urinaria di creatinina. Le cause della proteinuria verranno discusse successivamente.

Proteine nelle urine: valori di riferimento

Per una valutazione ottimale delle proteine nelle urine, qualsiasi laboratorio diagnostico chiederà un campione delle prime urine del mattino. Fermo restando che riscontrare tracce di proteine nelle urine, e dunque una loro presenza in quantità minime, può essere del tutto fisiologico, i valori normali oscillano tra 0 a 20 mg/dL circa.

Per livelli anomali di proteine urinarie è buona norma ripetere l’indagine di laboratorio al fine di valutare l’eventuale persistenza dei valori riscontrati. Per livelli non fisiologici, e dunque persistenti, è consigliabile procedere alla valutazione della proteinuria delle 24 ore, la cui soglia di normalità si colloca al di sotto di 150 mg nelle 24h. Questo tipo di analisi viene effettuata raccogliendo, in un contenitore apposito, le urine nel corso della giornata, escludendo le prime urine del mattino.

I valori appena considerati possono variare sensibilmente a seconda del laboratorio che effettua le analisi, per cui è sconsigliabile confrontare referti provenienti da laboratori diversi.

Cosa significa avere le proteine nelle urine? Ecco le cause della proteinuria

Una volta considerati i valori di riferimento relativi ai livelli di proteine nelle urine, è il momento di descrivere le cause della proteinuria. A questo proposito, può essere utile introdurre una prima suddivisione tra cause non patologiche e cause patologiche e, per quanto concerne quest’ultimo raggruppamento, è preferibile, per motivi di chiarezza, procedere con la descrizione delle diverse tipologie di proteinuria, classificate come segue a seconda del meccanismo di insorgenza: proteinuria glomerulare, tubulare, pre-renale e post-renale. [2,3]

1 Cause non patologiche

Livelli di proteine nelle urine più alti del normale possono verificarsi, in maniera temporanea, contestualmente ad alcuni fattori ambientali e comportamentali. Nello specifico, può comparire proteinuria nei soggetti soliti ad esercizio fisico molto intenso, nei soggetti disidratati o sottoposti a stili di vita particolarmente stressanti. Anche gli stati febbrili e l’esposizione alle basse temperature rappresentano fattori che possono alterare i livelli di proteine nelle urine.

Alcuni individui sono, più di altri, interessati da proteinuria. Il rilascio anomalo di proteine nelle urine si correla, in questi soggetti, alla posizione eretta per un tempo prolungato, mentre non si verifica quando gli stessi soggetti sono in posizione supina. Tale condizione, definita come proteinuria ortostatica, è classificata come benigna e si verifica per lo più al di sotto dei 30 anni di età. [4]

2 Cause patologiche

Spesso, le cause determinanti la proteinuria sono patologiche. A seconda dei meccanismi di insorgenza, la proteinuria viene definita come segue.

  • Proteinuria glomerulare: i reni presentano una struttura vascolare, denominata glomerulo renale, che ha il compito di filtrare le urine dal sangue. Quando i meccanismi di permeabilità necessari per tale funzione risultano alterati, le proteine del sangue (plasmatiche) passano nelle urine in quantità maggiore, dando luogo alla proteinuria glomerulare. In pratica, il rene non riesce più a filtrare correttamente le proteine presenti nel sangue. La condizione patologica appena descritta rappresenta il meccanismo più comune di proteinuria patologica e si correla, in genere, alle patologie renali primarie, alla nefropatia diabetica e all’ipertensione, così come ad alcuni processi infettivi e ad alcune forme di cancro;
  • Proteinuria tubulare: il tubulo renale rappresenta un’ulteriore e importante struttura del rene implicata nella composizione delle urine. Alcune tipologie di proteine normalmente filtrate dal glomerulo devono essere riassorbite dal tubulo renale: quando tale capacità di filtrazione risulta ridotta, si ha la presenza di queste proteine nelle urine, determinando la cosiddetta proteinuria tubulare. Questo tipo di proteinuria è più lieve rispetto alla precedente e può associarsi a patologie congenite, oppure ad intossicazione da farmaci (FANS), tossine, o metalli pesanti;
  • Proteinuria pre-renale: a differenza delle precedenti tipologie, e come sottolineato dalla denominazione, questa proteinuria non è dovuta a nefropatia, e si correla ad un incremento delle proteine filtrate: in questo caso, il filtrato supera la capacità di riassorbimento del tubulo, con conseguente aumento delle proteine urinarie. Questo tipo di proteinuria può correlarsi ad una condizione nota come emolisi, ai traumi muscolari e ad alcune forme di cancro (es.: mieloma multiplo);
  • Proteinuria post-renale: l’ultimo tipo di proteinuria, ovvero la proteinuria post-renale, si correla alle infiammazioni del tratto urinario, talvolta dovute alle infezioni acute.

Proteine nelle urine in gravidanza: cosa significa?

Nel corso della gravidanza, è molto importante tenere sotto controllo determinati parametri, al fine di preservare il benessere della gestante e del feto. Per quanto riguarda i valori di proteine nelle urine, essi possono aumentare sensibilmente in gravidanza, pur non rappresentando un problema. Durante il terzo trimestre di gestazione, i livelli di proteine urinarie possono infatti aumentare, restando fisiologici, fino a 180 – 250 mg/24h, circa.

Un aumento ulteriore di tali livelli può essere invece indicativo di infezioni urinarie, la cui frequenza tende a incrementarsi in gravidanza, oppure, in casi più gravi, di preeclampsia. Quest’ultimo termine descrive una complicazione della gravidanza e si caratterizza per la presenza di ipertensione e proteinuria. La preeclampsia compare dopo 20 settimane di gestazione. La comparsa di proteinuria prima delle 20 settimane di gestazione può essere inoltre suggestiva di patologie renali preesistenti. [5]

Proteine nelle urine: i sintomi

Come accade per molti altri valori alterati, anche la proteinuria può associarsi ad alcuni segnali del corpo. La proteinuria lieve o moderata tende ad essere asintomatica, e viene riscontrata solo attraverso gli esami di laboratorio discussi in precedenza. In alcuni casi, le urine possono assumere una consistenza schiumosa.

In caso di proteinuria consistente, possono comparire dei sintomi di varia entità. I soggetti interessati da proteinuria possono riscontrare stanchezza e malessere generalizzati, così come nausea e perdita di appetito.

Altri sintomi di proteine alte nelle urine possono essere uno stato di gonfiore, per lo più alle mani e agli arti inferiori, e un aumento del peso corporeo dettato dalla ritenzione idrica. Nei casi più complessi, possono comparire difficoltà respiratorie.

Proteine nelle urine: cosa mangiare e cosa evitare

Quando il danno renale si pone alla base della proteinuria, la dieta corretta del paziente è strettamente correlata all’entità di tale danno. In linea generale, la dieta verrà strutturata tenendo conto dell’apporto proteico, che generalmente verrà ridotto in base all’entità del danno renale per evitare un accumulo eccessivo di urea nel sangue.

Inoltre, la dieta per proteinuria terrà conto dell’introito calorico complessivo e dell’introduzione alimentare di alcuni sali minerali, quali fosforo, potassio e sodio. In tale contesto, quindi, le condizioni cliniche soggettive sono di estrema importanza e la dieta dovrà necessariamente essere fornita da un professionista e studiata sul singolo paziente.

Qualora, invece, l’alterazione del livello proteico nelle urine sia dovuto a fattori non patologici, è buona norma associare uno stile di vita equilibrato alle linee guida generali per una sana alimentazione. È dunque consigliabile optare per un corretto bilanciamento di tutti i macronutrienti, dunque per un apporto proteico adattato al peso corporeo e ai propri livelli di attività fisica, oltre che per un introito calorico corrispondente al fabbisogno energetico soggettivo.

✓ Cosa mangiare

Relativamente gli alimenti da prediligere, è importante ricorrere a una dieta ricca di fibra, vitamine e sali minerali, ma anche di grassi buoni e carboidrati complessi. A questo proposito, è importante introdurre ogni giorno la giusta quantità di verdure cotte o crude, frutta fresca di stagione e frutta secca a guscio, ma anche di cereali integrali, pseudocereali e legumi. Questi ultimi rientrano tra gli alimenti di prima scelta, da associare ai cereali per un apporto ottimale di carboidrati complessi e proteine vegetali.

Tra le scelte alimentari sane, inoltre, non può mancare un olio extravergine di oliva di ottima qualità, da utilizzare preferibilmente a crudo. Le fonti proteiche animali dovrebbero essere rappresentate da pesci magri, carni bianche e, nella giusta razione settimanale, da uova e formaggi freschi.

✗ Cibi da evitare

Per quanto riguarda, invece, gli alimenti da evitare o ridurre, è buona norma limitare il consumo di carni grasse e carni processate, così come di alcolici, cibi industriali e fritture. Allo stesso modo, è consigliabile ridurre al minimo il consumo giornaliero di zuccheri semplici. Infine, è importante prestare attenzione all’apporto giornaliero di sodio, limitando le aggiunte di sale alle pietanze e controllando l’introito di sale dei cibi acquistati, leggendo le etichette nutrizionali. Ai fini preventivi, è inoltre consigliabile provvedere al controllo costante del peso corporeo ed evitare gli eccessi.

Cosa fare se troviamo proteine nelle urine?

Nei paragrafi precedenti è stato chiarito che la presenza di proteine alte nelle urine può derivare da cause patologiche e non patologiche. In ogni caso, un primo riscontro di proteinuria, soprattutto se confermato da una ripetizione delle analisi, dovrebbe essere sottoposto al parere del medico curante. Quest’ultimo, se lo riterrà opportuno sulla base della storia clinica del paziente, potrà consigliare un consulto specialistico, con riferimento particolare al medico nefrologo.

Qualora la proteinuria dovesse derivare da cause patologiche, è essenziale seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dagli esperti clinici, al fine di non incorrere in un peggioramento della propria condizione di salute.

Se la proteinuria non deriva da patologie specifiche e rappresenta, invece, il risultato di uno stile di vita predisponente a tale alterazione, è buona norma correggere alcune abitudini comportamentali. A titolo di esempio, è importante mantenere la corretta idratazione, specie in concomitanza di stati febbrili. Ai fini del benessere complessivo, è consigliabile svolgere attività fisica costante, purché la sua intensità si adegui nel modo corretto alle reali necessità della persona. La presenza di un particolare stress emotivo costituisce un ulteriore aspetto di cui tenere conto.

La gestione consapevole di questi fattori può essere talvolta coadiuvata da una integrazione mirata a base di vitamine e sali minerali. Inoltre, può essere utile ricorrere a rimedi fitoterapici di tipo nefroprotettivo e adattogeno: tra gli espedienti botanici in questione, sono degni di nota le specie fungine Cordyceps sinensis e Ganoderma lucidum. A tal proposito, è sempre consigliabile sottoporre il consumo di integratori al parere del medico.

Proteine nelle urine: le possibili conseguenze

Come affermato nella parte iniziale, la proteinuria costituisce un marcatore molto utile nel rilevare, in modo precoce, i danni alle strutture renali che, se trascurati, possono portare anche all’insufficienza renale cronica. La proteinuria costituisce, inoltre, un parametro associato alle problematiche cardiovascolari, risultando, anche in questo caso, un importante campanello di allarme.

Il corretto funzionamento dei reni e il benessere cardiovascolare rappresentano dei fattori cruciali e imprescindibili per la salute generale del soggetto: per tale motivo, la condizione di proteinuria non deve assolutamente essere sottovalutata.

Pertanto, qualora le analisi delle urine rivelino la condizione di proteinuria, è buona norma tenere sotto controllo tale parametro nel tempo, al fine di valutarne il carattere transitorio o, al contrario, la persistenza. In caso di proteinuria persistente, è importante approfondire il caso con indagini cliniche ulteriori, al fine di procedere al più corretto approccio terapeutico. In caso di proteinuria trascurata, infatti, c’è il rischio che il danno renale possa aggravarsi, mettendo in pericolo la salute generale dell’individuo.

Tuttavia, come già affermato, la quantità di proteine nelle urine può aumentare in modo lieve e transitorio anche nel soggetto in salute, in funzione di alcuni stili di vita e in presenza di proteinuria ortostatica benigna. In questi casi, i valori possono tornare negli intervalli di normalità senza alcun approccio terapeutico.

Dott.ssa Gabriella Reggina

La Dott.ssa Gabriella Reggina è laureata in biologia presso l’Università Federico II di Napoli e ha proseguito gli studi post-laurea in materia di nutrizione e igiene degli alimenti. È iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi.

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