Pressione alta: cause, sintomi, valori di riferimento e quando diventa un problema
La pressione alta è un importante fattore di rischio cardiovascolare. Nel mondo occidentale è un problema molto diffuso, soprattutto nella popolazione anziana. Vediamo cos’è l’ipertensione arteriosa, quali sono le cause, quali i fattori predisponenti.
- Pressione alta: valori di riferimento
- Cause della pressione alta
- Sintomi della pressione alta
- Perché la pressione alta è pericolosa?
- Quando trattare la pressione alta
Per circolare nei vasi sanguigni, il sangue ha bisogno di una pressione che lo spinga in avanti, un po’ come accade per l’acqua nei tubi delle nostre abitazioni. Quando la pressione del sangue è sempre troppo elevata, si parla di ipertensione arteriosa.
In alcune occasioni, la pressione alta è una naturale risposta dell’organismo; per esempio in occasione di sforzi fisici, negli stati d’ansia, dopo l’assunzione di alcuni farmaci o anche di alcuni alimenti; in tutti questi casi, quando la pressione alta è transitoria e torna nella norma una volta che lo stimolo ha cessato il suo effetto, non costituisce un problema, a patto che l’innalzamento sia entro certi limiti e adeguato alle condizioni di salute del soggetto in questione.
In occasione di uno sforzo fisico, per esempio, è normale che la pressione si alzi e superi certi limiti perché i muscoli hanno bisogno di più sangue per ricevere l’ossigeno e il nutrimento che gli occorrono in quel determinato momento, e questo è possibile se il sangue viene spinto con più forza nelle arterie, cioè, appunto, se la pressione aumenta. Il problema insorge quando la pressione è costantemente alta, oppure quando il rialzo pressorio avviene rapidamente e raggiunge livelli eccessivamente elevati.
Quando si parla di pressione alta: valori di riferimento
Per capire se i valori di pressione siano ottimali si seguono delle tabelle ufficiali stilate da autorità sanitarie internazionali e mondiali. Allo stesso modo, anche le eventuali terapie farmacologiche per questa condizione vanno impostate seguendo appositi protocolli.
In generale, un valore normale di pressione deve essere <120 mmHg per la pressione sistolica (massima) e <80 mmHg per la pressione diastolica (minima).
L’ipertensione è presente per valori >140 mmHg per la pressione sistolica (massima) e >90 mmHg per la pressione diastolica (minima). Nella fascia intermedia (sistolica tra 130 e 140 mmHg, diastolica tra 80 e 90 mmHg) si parla di “pre-ipertensione”, che si consiglia di provare a correggere andando a modificare lo stile di vita della persona.
Esiste anche la possibilità che uno solo dei valori risulti troppo alto, per cui si andrà a parlare di ipertensione sistolica (pressione massima alta) oppure di ipertensione diastolica (pressione minima alta).
Ricordiamo che, in caso di valori solo minimamente elevati e in assenza di altri disturbi, potrebbe essere sufficiente una correzione dello stile di vita (alimentazione, peso corporeo e livello di attività fisica) per una loro normalizzazione. Diverso è il caso dell’emergenza ipertensiva, che potrebbe presentarsi con una sintomatologia caratteristica ma che esula dagli scopi di questo articolo. Per maggior chiarezza, riportiamo di seguito una tabella con i valori di pressione:
Pressione sistolica (mm Hg) | Pressione diastolica (mm Hg) | |
---|---|---|
Pressione ottimale | <120 | <80 |
Pressione normale | <130 | <85 |
Pressione normale-alta | <140 | <90 |
Ipertensione I grado borderline | 140-149 | 90-94 |
Ipertensione I grado lieve | 150-159 | 95-99 |
Ipertensione II grado moderata | 160-179 | 100-109 |
Ipertensione III grado grave | >=180 | >=110 |
Ipertensione sistolica isolata borderline | 140-149 | <90 |
Ipertensione sistolica isolata | >=150 | <90 |
Cause della pressione alta
In alcuni casi è possibile determinare le cause della pressione alta, in altri no. In generale, l’ipertensione si definisce “essenziale” quando non è nota la causa responsabile e si pensa ad un ruolo sinergico tra predisposizione genetica e fattori ambientali; si tratta della maggioranza dei casi e si osserva che si ha un aumento del rischio all’aumentare dell’età.
Ciò non significa, come a volte si pensa, che sia normale osservare un aumento dei valori pressori all’aumentare degli anni di vita, poiché le soglie di normalità restano più o meno le stesse dai 18 anni in su. Pertanto, sebbene ci possa essere un leggero aumento fisiologico della pressione con l’avanzare dell’età, aumenti più significativi sono quasi sempre attribuibili ad altri fattori e non riconducibili al solo avanzare del tempo.
Ricordiamo che la malattia cardiovascolare vede proprio la pressione alta come uno dei suoi fattori di rischio e che essa rappresenta per gli adulti la principale causa di morte e morbidità. Se non trattata, l’ipertensione può anche condurre nel tempo al cosiddetto “danno d’organo” (a carico di cuore, retina, rene o arterie), da ricercare in tutti i pazienti che soffrono di pressione alta.
Si parla invece di ipertensione secondaria quando la causa è chiaramente identificata e di solito si tratta di un problema renale, ma esistono anche altre possibili cause. Tra queste vi sono ad esempio problemi ormonali, endocrini o malattie tumorali.
Altre cause di ipertensione possono essere l’obesità, l’alimentazione scorretta, l’abuso di sostanze stimolanti (caffè, liquirizia o droghe non autorizzate) o di farmaci e il fumo di sigaretta. Anche la gravidanza può essere correlata all’insorgenza di ipertensione, che potrebbe associarsi a condizioni ancora più gravi e pericolose: per questo, la pressione alta in gravidanza va monitorata con attenzione per tutti i nove mesi di attesa.
Per riassumere, quindi, riportiamo le principali cause di pressione alta e i cosiddetti fattori “predisponenti”, che cioè, nel loro insieme, favoriscono la comparsa di ipertensione:
- L’età; come abbiamo visto, l’ipertensione è più frequente nella popolazione anziana (quasi sempre, però, riconducibile ad altre cause e non alla sola età);
- Uno stile di vita sedentario; la sedentarietà incide moltissimo sui valori pressori;
- Fumo di sigarette;
- Una dieta troppo ricca di sale e grassi e, al contrario, povera di frutta e verdure di stagione;
- Sovrappeso e obesità;
- Fattori genetici; la familiarità influisce per circa il 30% sulla possibilità d’insorgenza dell’ipertensione;
- Ridotta capacità del rene di eliminare sodio;
- Abuso di alcol. Un consumo ridotto di vino e birra può avere un effetto benefico, soprattutto grazie alle proprietà vasodilatatrici, ma l’abuso è fortemente dannoso;
- Condizioni di forte stress.
I sintomi della pressione alta
L’ipertensione non si associa sempre a segni caratteristici. Talvolta, tuttavia, possono comparire sintomi quali mal di testa (specialmente al mattino), vertigini, senso di ottundimento, problemi alla memoria, ronzii alle orecchie (acufeni), alterazioni della vista, sintomi anomali a livello cardiaco o perdita di sangue dal naso.
Come detto sopra, i sintomi possono essere anche assenti e non è raro un riscontro casuale di pressione alta, magari per controlli medici effettuati per altri motivi. Sarebbe quindi consigliabile un controllo della pressione minimamente costante per ogni persona, anche per chi non abbia mai riscontrato alterazioni in questo senso, per una corretta ed immediata presa in carico in caso di insorgenza del problema.
Perché la pressione alta è pericolosa?
Se la pressione è troppo alta per un periodo di tempo prolungato, le arterie si deteriorano, danneggiando, nel tempo, gli organi che maggiormente dipendono da un regolare afflusso di sangue, cioè cuore, cervello e reni. Se il rialzo pressorio avviene troppo in fretta, raggiungendo valori elevatissimi, il danno può verificarsi anche in tempi molto brevi. L’eccessiva pressione, inoltre, potenzia gli effetti negativi di altri fattori di rischio cardiovascolare, per esempio fumo e colesterolo elevato.
Quando trattare la pressione alta
Come abbiamo ampiamente discusso sopra, viene considerata ottimale una pressione sistolica (massima) di 120 mmHg e diastolica (minima) di 80 mmHg. Si considerano, invece, troppo elevati valori superiori o pari a 140 mmHg di “massima” e 90 mmHg di “minima”; a partire da questi livelli viene solitamente consigliata una terapia.
Queste, in realtà, sono solo indicazioni generali e non sono valide in tutti i casi. È, infatti, noto che qualsiasi aumento della pressione arteriosa rispetto a quelli ideali comporta un aumento del rischio cardiovascolare. Se, quindi, una persona presenta anche altri fattori di rischio cardiovascolare, per esempio soffre di diabete, colesterolo alto o insufficienza renale, i valori indicati per trattare anche farmacologicamente l’ipertensione scendono. Per esempio, nei diabetici, si consiglia solitamente di intervenire già per una pressione di 130/80 mmHg.
Per stabilire la presenza di ipertensione arteriosa non basta una sola misurazione; occorre effettuare un monitoraggio per un certo periodo (stabilito dal medico) e tenere un diario dei valori pressori.
Prima di ricorrere ai farmaci o, comunque, contestualmente all’uso di medicinali, nel caso in cui il medico li abbia prescritti, è fondamentale seguire alcune norme, che fungono da veri e propri rimedi naturali per abbassare la pressione, tanto semplici quanto imprescindibili:
- Seguire uno stile di vita attivo;
- Mangiare correttamente, evitando il consumo eccessivo di sale e grassi;
- Mantenere il peso corporeo nella norma;
- Evitare il fumo di sigarette e non abusare dell’alcol.
Consulenza medica a cura della Dott.ssa Beatrice Andreoli.