Chi ha la pressione alta può bere il caffè? Quanti consumarne al giorno?

Il connubio tra consumo di caffè e ipertensione rappresenta un argomento molto discusso: cerchiamo di chiarire questo aspetto.

La pressione alta, conosciuta nel linguaggio medico come ipertensione arteriosa, rappresenta un importante fattore di rischio per la salute cardiovascolare. Questa condizione può essere gestita dal punto di vista nutrizionale, attraverso alcune scelte alimentari.

Tazzina di caffe sopra a chicchi di caffe sfusi

Alquanto dibattuto in tale contesto, anche il consumo di caffè viene valutato caso per caso. Decisamente amato a livello globale, il caffè si classifica, infatti, tra le bevande più consumate al mondo. Al suo interno, esso contiene più di mille componenti chimici, sebbene la sua composizione possa variare in base ad alcuni fattori (tipologia botanica, metodi di produzione/preparazione, ecc.). Tra i componenti principali del caffè, la caffeina è senza dubbio la sostanza più nota, alla quale vengono attribuite diverse proprietà. In generale, il caffè vanta un effetto tonico e stimolante [1].

Detto cio, il caffè alza la pressione? Come comportarsi in caso di ipertensione? Esistono delle valide alternative al caffè in caso di ipertensione? Nei paragrafi seguenti, cercheremo di rispondere a queste domande.

Chi ha la pressione alta può bere caffè?

Nel corso degli anni, gli addetti ai lavori in materia di salute hanno cercato di inquadrare gli effetti che il consumo di caffè potrebbe provocare sulla salute cardiovascolare. A tal proposito, sono disponibili diversi studi scientifici sull’argomento.

La correlazione tra caffeina e ipertensione, e gli effetti esercitati dagli altri componenti chimici sulla pressione sanguigna, rendono il consumo di caffè un aspetto peculiare. Una pubblicazione recente riassume le evidenze ad oggi disponibili, affermando che il consumo moderato e abituale di caffè (1 – 3 tazzine al giorno), relativamente alle persone che soffrono di pressione alta, sembrerebbe non accrescere tale problematica [2].

In aggiunta, diversi studi suggeriscono che i consumatori abituali di caffè non sviluppino l’ipertensione e, ferme restando le quantità moderate di consumo, tale abitudine sembra persino abbassare il rischio [3]. Al contrario, il consumo occasionale di caffè sembra incidere in modo transitorio sulla pressione arteriosa.

Quanto alza la pressione il caffè?

La stessa pubblicazione scientifica citata in precedenza (la prima di questo paragrafo) riporta un aumento della pressione sanguigna di circa 8,14 mmHg – 5,75 mmHg (pressione sistolica e diastolica, rispettivamente) per un consumo di 200 – 300 mg di caffeina, ovvero la quantità corrispondente, più o meno, a due tazzine di caffè. Ricordiamo che tale aumento sembrerebbe essere soltanto transitorio.

Quanti caffè al giorno si possono bere con la pressione alta?

Dunque, quanti caffè al giorno sono consentiti per chi è affetto da ipertensione arteriosa? Come intuibile dal paragrafo precedente, anche le persone che soffrono di pressione alta possono concedersi il caffè quotidianamente, purché in quantità moderate. Il consumo di questa bevanda, nelle quantità comprese tra una e tre tazzine al giorno, sembra rappresentare il giusto compromesso per le persone che soffrono di ipertensione.

Come sostituire il caffè con alternative che non alzano la pressione

Sebbene il consumo moderato e consapevole di caffè non rappresenti un reale problema per la gestione della pressione sanguigna, potrebbe essere utile, in alcuni casi, sostituire il caffè con altre bevande che non contengono caffeina.

La prima è più intuibile alternativa al caffè classico è rappresentata dal decaffeinato, contenente la sostanza in questione soltanto in tracce. Questa bevanda è ampiamente diffusa sul mercato e costituisce una valida alternativa per chi ama il tipico aroma del caffè.

Tra le bevande che non contengono caffeina, rientrano il caffè d’orzo (che non alza la pressione) e la bevanda al ginseng [4], entrambi molto gradevoli nelle caratteristiche organolettiche e utili per diverse proprietà.

Decisamente simile al caffè tradizionale, sia per il sapore che per la modalità di preparazione, il caffè di cicoria rappresenta un’alternativa ulteriore da provare. Questa bevanda è priva di caffeina ed è facilmente reperibile presso i punti vendita.

Poco noto, seppure interessante per le sue caratteristiche, lo yannoh è una bevanda priva di caffeina e dall’aroma che richiama quello del caffè. Lo yannoh è disponibile in commercio sia in versione solubile che per moka, e si ottiene miscelando diversi componenti vegetali tostati, tra i quali spiccano riso integrale, ceci e segale.

In ogni caso, è consigliabile valutare, con l’aiuto del medico curante, le potenziali interazioni tra queste bevande (caffè classico compreso) ed eventuali terapie farmacologiche.

Conclusione

Grazie alle sue proprietà e all’aroma intenso, il caffè viene particolarmente apprezzato, rappresentando una ricca combinazione di gusto ed energia. La relazione tra consumo di caffè e pressione alta ha caratterizzato numerosi studi, suscitando interesse tra i consumatori. Le evidenze disponibili danno il via libera al consumo moderato e costante di caffè, consigliando, in caso di ipertensione, di optare per le quantità giuste. A seconda delle esigenze, è tuttavia possibile ricorrere alle alternative presenti sul mercato.

Anche voi soffrite di pressione alta e bevete caffè? Quanti ne consumate al giorno? Avete mai provato alternative senza caffeina? Fatecelo sapere nei commenti.

Dott.ssa Gabriella Reggina

La Dott.ssa Gabriella Reggina è laureata in biologia presso l’Università Federico II di Napoli e ha proseguito gli studi post-laurea in materia di nutrizione e igiene degli alimenti. È iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi.

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