I semi del melone si mangiano? A cosa fanno bene?

I semi di melone vengono solitamente scartati assecondando un’usanza sbagliata: scopriamo perché i semi di melone si possono mangiare e a cosa fanno bene.

I semi di melone costituiscono un alimento vero e proprio, ma a lungo sottovalutato. Passando in secondo piano rispetto al frutto che li contiene, e finendo solitamente tra i rifiuti, questi semi presentano, a dire il vero, delle proprietà degne di nota, che descriveremo successivamente. Non mancheranno, inoltre, dei consigli su come utilizzarli in cucina, nonché informazioni sulle possibili controindicazioni.

Melone aperto con i semi ben visibili

Cosa succede se mangi i semi del melone? Si possono mangiare o fanno male?

Sebbene trattarli da scarto alimentare sia un’abitudine diffusa, i semi del melone si possono mangiare. Essi sono infatti commestibili e presentano delle interessanti caratteristiche nutrizionali. 100 g di semi di melone apportano circa 560 kcal e contengono 15 g di carboidrati, 28 g di proteine e 47 g di grassi, per lo più insaturi.

Gli zuccheri e i grassi saturi ammontano, rispettivamente, a 0 g e 11 g. La frazione proteica si compone, tra l’altro, di importanti aminoacidi, quali l’acido glutammico, il triptofano e l’arginina. Quest’ultimo si rende favorevole alla ricomposizione corporea, in termini di riduzione del grasso e aumento del tessuto muscolare, mentre l’acido glutammico partecipa alle funzionalità cerebrali. Il triptofano, infine, è un aminoacido essenziale. La stessa quantità di semi contiene, inoltre, 4 g di fibra alimentare, utile per la funzionalità intestinale. Trattandosi di un alimento di natura vegetale, i semi di melone non contengono colesterolo.

Per quanto concerne i micronutrienti, i semi di melone sono ricchi di sali minerali, come potassio, magnesio, zinco, selenio, e di vitamine. Tra queste rientrano la vitamina A, la vitamina E e le vitamine del gruppo B. Interessante anche l’apporto di beta-carotene, flavonoidi e acidi fenolici.

Che gusto hanno i semi del melone?

Masticare i semi di melone restituisce una certa croccantezza, mentre il loro aroma rimanda vagamente ai semi di zucca, con una consistenza piuttosto croccante. Le caratteristiche di questi semi si adattano agli utilizzi culinari più classici, come vedremo in seguito.

Quanti semi di melone si possono mangiare al giorno?

Come si evince dalle informazioni nutrizionali, i semi di melone sono un alimento piuttosto calorico e caratterizzato da una componente lipidica importante. Al fine di apprezzarne le qualità e i benefici, è bene consumarne con moderazione, non superando i 30 g giornalieri. Mangiare troppi semi di melone, infatti, predispone all’eccesso calorico. Pertanto, consumare una o due fette di melone con i suoi semi non costituisce un problema, anzi, ci dona anche i nutrienti presenti nei semi.

Proprietà dei semi di melone: a cosa fanno bene

In virtù della relativa composizione nutrizionale, i semi di melone vantano diverse proprietà benefiche per la salute umana [1,2,3,4,5]. Entriamo più nel dettaglio di ciascuna proprietà.

✓ Proprietà analgesica e antinfiammatoria

Alcune osservazioni sperimentali condotte su modelli animali hanno mostrato, per gli estratti di semi di melone, delle spiccate proprietà analgesiche e antinfiammatorie. Gli effetti in questione, tra l’altro, sono stati indagati a più dosaggi, risultando più marcati per dosaggi più elevati. Tra i componenti implicati in tali attività rientrerebbero alcuni acidi fenolici, come gli acidi gallico e vanillico.

✓ Proprietà antimicrobica

Studi di laboratorio effettuati su alcuni ceppi batterici attribuiscono agli oli essenziali estraibili dai semi di melone delle interessanti proprietà battericide. In particolare, tali sostanze sembrano attivarsi sia contro i batteri gram-negativi Shigella dysenteriae, Salmonella typhimurium, ed Escherichia coli, sia contro le specie gram-positive Staphylococcus aureus, Streptococcus pyogenes e Bacillus subtilis, mostrando, verso queste ultime, una maggiore efficacia. Se volete conoscere altri antibatterici naturali vi consigliamo di leggere: Antibiotici naturali: quali sono e perché aiutano.

✓ Proprietà antiossidanti

Ulteriori osservazioni sperimentali suggeriscono che gli estratti dei semi di melone possano opporsi allo stress ossidativo comportandosi da antiossidanti. In particolare, sembra che possano svolgere un’azione chelante (sequestrante) su alcuni metalli (rame, ferro). In aggiunta, tali estratti e i relativi composti fenolici agiscono da “spazzini” verso i radicali liberi. Se volete sapere quali sono i migliori antiossidanti in natura, vi consigliamo la lettura del nostro articolo: Antiossidanti naturali: quali sono i più potenti, come assumerli e perché.

✓ Proprietà utili alla prevenzione oncologica

Esperimenti condotti su modelli cellulari a partire dagli estratti vegetali dei semi, attribuiscono a questi ultimi delle promettenti proprietà antiproliferative. In altre parole, gli estratti hanno mostrato un’azione bloccante sulla moltiplicazione delle cellule tumorali, attivando, verosimilmente, i meccanismi di morte cellulare. Tali effetti vengono associati ai composti fenolici presenti negli estratti.

✓ Proprietà regolarizzante sull’intestino

Come accennato nella parte introduttiva, le proprietà dei semi di melone non escludono un’efficace funzione regolarizzante sull’intestino, grazie al relativo apporto di acido glutammico e fibra vegetale.

✓ Proprietà cardioprotettive

I semi di melone vantano un buon contenuto di acidi grassi insaturi, rendendosi un alimento protettivo per la salute del cuore. Il relativo apporto di potassio e magnesio fa sì che i semi di melone siano benefici per il controllo della pressione arteriosa.

Come mangiare i semi di melone: consigli per usarli

Una volta descritte le nozioni teoriche sulle loro proprietà, vediamo, adesso, come mangiare i semi di melone. Oltre ad essere consumati tal quali insieme alla polpa del melone, i semi, al pari dei semi di zucca, si possono aggiungere alle insalate o allo yogurt, sebbene si possa consumarli anche da soli come snack spezza-fame.

Inoltre, i semi di melone possono rientrare tra gli ingredienti di bibite alla frutta, frullandoli insieme alla polpa del melone. In altri casi, i semi di melone possono rientrare tra gli ingredienti di barrette energetiche fatte in casa, oppure, una volta frullati e polverizzati (laddove ingoiare i semi di melone tal quali risulti sgradito), tra gli ingredienti aggiuntivi di minestre invernali (in questo caso si useranno i semi dei meloni invernali).

Ai fini di una consistenza e un aroma più gradevoli, i semi di melone si prestano alla tostatura e all’essiccatura, che può essere effettuata con diversi metodi. Con l’aiuto di un coltello, occorre, in primis, rimuovere i semi dal frutto, per poi lavarli in acqua corrente. Una volta rimossi tutti i residui della frutta, occorre tamponarli con della carta da cucina, asciugandoli dall’acqua residua.

  • Tostare i semi di melone: per la tostatura, basta scaldare una padella antiaderente su fuoco basso e trasferivi i semi all’interno, dunque occorre rigirarli per qualche minuto, fino a renderli lievemente più scuri;
  • Essiccare i semi di melone: laddove si preferisca essiccare i semi di melone, è possibile stenderli su un canovaccio pulito e lasciarli al sole per qualche giorno. In alternativa, si può ricorrere al forno o all’essiccatore, ottenendo un risultato simile in tempi più brevi. Nel primo caso, occorre regolare la temperatura del forno a 50 °C e, una volta riscaldato, inserirvi la teglia contenente i semi nel ripiano inferiore. A questo punto, è preferibile attendere 4 ore, rigirando i semi ogni 15 – 20 minuti. Trascorso il tempo necessario, è consigliabile spegnere il forno, lasciare lo sportello semi-aperto e lasciar raffreddare i semi all’interno, prima di distribuirli in sacchetti per alimenti o barattoli di vetro. Nel caso si opti per l’essiccatore, occorre impostare la sua temperatura a 50 °C, disporre i semi al suo interno e attendere due ore, circa. Anche in questo caso è necessario mescolare i semi di tanto in tanto.

I semi di melone preparati con queste modalità vanno conservati in sacchetti per alimenti o barattoli di vetro dotati di chiusura ermetica. A questo punto, è bene tenere i recipienti in un luogo fresco e asciutto. Eventualmente è anche possibile aggiungere un pizzico di sale (da evitare in caso di pressione alta o in una dieta contro la ritenzione idrica).

Semi di melone: le possibili controindicazioni

Come affermato in precedenza, il consumo eccessivo di semi di melone può correlarsi a squilibri nell’apporto calorico e lipidico. Mangiare quantità elevate di questo alimento potrebbe associarsi, soprattutto nei soggetti predisposti, a effetti avversi di natura gastrointestinale.

Dott.ssa Gabriella Reggina

La Dott.ssa Gabriella Reggina è laureata in biologia presso l’Università Federico II di Napoli e ha proseguito gli studi post-laurea in materia di nutrizione e igiene degli alimenti. È iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi.

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