Selenio, antiossidante e importante per la tiroide: ecco a cosa serve, carenza e fonti alimentari

Il selenio fa bene ai capelli, alla tiroide e al sistema immunitario, ma non solo. Scopri le sue proprietà e su come assumerlo correttamente.

Il selenio è un oligoelemento isolato nei primi anni dell’Ottocento, sebbene la sua importanza per la salute sia stata messa in luce nella seconda metà del secolo scorso. Esso è presente nell’organismo umano soltanto in tracce e, nonostante le sue esigue concentrazioni, risulta essenziale per il corretto funzionamento di numerosi meccanismi biologici.

Selenio minerale e simbolo chimico

Nel presente articolo verranno descritte tutte le proprietà e i benefici del selenio ad oggi scoperti e documentati, spostando l’attenzione, successivamente, sulle cause che si pongono alla base della sua carenza. A seguire, verranno esposti i sintomi che si correlano alla carenza di selenio, per poi considerare gli aspetti legati al relativo apporto nutrizionale. Infine, seguiranno alcune delucidazioni circa la tossicità da eccesso di selenio.

A cosa serve il selenio: proprietà e funzioni

Come accennato poco fa, il selenio partecipa a diverse funzioni biologiche, ricoprendo un ruolo tutt’altro che irrilevante per la conservazione della salute umana. In particolare, il selenio è un componente fondamentale di un gruppo di proteine note, nel complesso, come selenoproteine e, mediante queste ultime, si rende essenziale per le funzioni antiossidanti, per il metabolismo degli ormoni tiroidei e per la crescita cellulare.

Inoltre, il selenio sembra essere implicato nelle risposte immunitarie, nella prevenzione del cancro, nella gestione delle malattie cardiovascolari e nelle funzioni riproduttive umane. [1] Infine, gli effetti esercitati da questo oligoelemento sembrano impattare in modo positivo sulla salute dei capelli. [2] Vediamo ora un approfondimento sulle specifiche proprietà del selenio.

✓ Selenio e attività antiossidante

È ormai risaputo quanto lo stress ossidativo possa essere deleterio ai fini del benessere generale. Sulla base di numerose evidenze scientifiche, il selenio è strettamente correlato ai meccanismi antiossidanti che si verificano in diversi organi e tessuti del corpo. Nello specifico, le proprietà antiossidanti del selenio si esplicano in quanto, questo oligoelemento, entra a far parte della struttura di particolari proteine (enzimi) che, agendo in modi differenti e operando in sinergia con la vitamina E, proteggono le cellule dell’organismo dall’accumulo di sostanze responsabili dello stress ossidativo. Dunque, è importante sottolineare quanto l’attività antiossidante di tali proteine sia direttamente proporzionale all’apporto di selenio e come la carenza di questo oligoelemento possa quindi favorire i danni derivanti dai fenomeni ossidativi.

✓ Selenio e salute della tiroide

Come già anticipato, il selenio fa bene alla tiroide, una ghiandola implicata in aspetti biologici di estrema importanza. In questo contesto, il selenio si configura come un protagonista cruciale in quanto parte integrante di alcune selenoproteine implicate nel metabolismo degli ormoni tiroidei. In particolare, queste proteine sono coinvolte nell’attivazione e nell’inattivazione degli ormoni tiroide, modulandone finemente la funzionalità.

✓ Selenio e vitalità cellulare

Ai fini di un equilibrio globale, ciascuna cellula dell’organismo umano necessita di precisi meccanismi di regolazione. Anche in questo caso, il ruolo esercitato dal selenio si manifesta attraverso specifiche selenoproteine, le quali agiscono, nel complesso, sulla sintesi del materiale genetico, sulla vitalità delle cellule e sulla morte programmata di queste ultime.

✓ Selenio e risposta immunitaria

La reattività del sistema immunitario è fondamentale ai fini di una difesa efficace contro i pericoli che, in ogni istante, minacciano il benessere dell’organismo. Relativamente a tale aspetto, il selenio sembra svolgere, ancora una volta, un compito rilevante, partecipando ad alcuni meccanismi immunitari. In particolare, alcune evidenze scientifiche suggeriscono che alcuni metaboliti del selenio, così come alcune selenoproteine, possano essere coinvolti nella stimolazione di diverse cellule immunitarie, così come nella formazione degli anticorpi.

✓ Selenio e prevenzione del cancro

In modo alquanto lampante, il cancro rientra tra le principali cause di morte a livello globale. Da questa premessa scaturisce la necessità, per tutti, di agire a livello preventivo. Per quanto concerne il ruolo della nutrizione nella prevenzione della malattia tumorale, l’apporto alimentare di selenio costituisce, nello specifico, un interessante oggetto di studio. È stato infatti suggerito come un adeguato apporto di selenio mediante la dieta sia collegato ad un minore rischio di sviluppare patologie cancerose. In generale, si pensa che il selenio possa rappresentare un fattore protettivo rispetto a specifiche tipologie di tumore.

✓ Selenio e rischio cardiovascolare

Nonostante le innumerevoli campagne di sensibilizzazione, le patologie cardiovascolari continuano a rappresentare una rilevante causa di decessi e, anche in questo caso, le corrette abitudini alimentari potrebbero fare la differenza. In particolare, il legame tra l’apporto nutrizionale di selenio e il rischio cardiovascolare suscita un grande interesse tra gli addetti ai lavori. Anche se la questione appare ad oggi controversa, alcune evidenze pongono l’attenzione sui livelli di selenio, suggerendo che la carenza di questo oligoelemento possa impattare negativamente sulla salute del cuore.

✓ Selenio e aspetti riproduttivi

Sebbene possano sembrare dei contesti non correlati, l’apporto nutrizionale di specifici oligoelementi è in grado di influenzare diversi aspetti della sfera riproduttiva. Nello specifico, è stato suggerito un importante coinvolgimento del selenio nei meccanismi che riguardano la fertilità. Alcune osservazioni condotte su modelli animali e sull’uomo suggeriscono che la carenza di selenio possa esercitare un impatto negativo su vari parametri riproduttivi. Tale effetto sembra influenzare, mediante diversi meccanismi, sia la riproduttività femminile che la riproduttività maschile. In aggiunta, sembra che alcune problematiche di questo tipo possano essere attenuate dalla supplementazione di selenio.

✓ Selenio e capelli

Nonostante le evidenze contraddittorie circa la perdita dei capelli e la gestione del problema mediante l’integrazione di micronutrienti, alcuni elementi sembrano rafforzare tale possibilità. In primis, i micronutrienti giocano un ruolo importante nel ciclo dei follicoli piliferi e, tra gli oligoelementi, spicca il selenio, il cui apporto nutrizionale sembra ricoprire un ruolo positivo. Esso sembra infatti esercitare effetti benefici sulla salute dei capelli limitandone la perdita, purché l’assunzione avvenga nelle quantità opportune. Occorre infatti specificare che, in maniera non del tutto intuibile, anche un eccesso di selenio può associarsi alla perdita dei capelli.

Cause della carenza di selenio

Quanto selenio assumere al giorno? Le maggiori autorità in materia di nutrizione consigliano un apporto giornaliero di selenio di circa 55 μg e, sebbene la carenza di selenio sia una condizione alquanto rara, alcuni fattori potrebbero rendersi responsabili di ciò.

La prima e più intuibile causa di carenza di selenio deriva dallo scarso apporto nutrizionale, sia esso dovuto ad una alimentazione non curata in tal senso, oppure ad una estrema scarsità di selenio nel suolo coltivabile. La carenza può inoltre associarsi alla vecchiaia avanzata, oppure a particolari stati fisiologici che richiedono un maggiore apporto di questo oligoelemento. Infatti, in gravidanza e in allattamento, il fabbisogno di selenio sale, rispettivamente, a 60 μg/die e 70 μg/die. [3]

Al di là degli aspetti fisiologici appena considerati, un maggiore fabbisogno di selenio può essere legato ad una condizione patologica di malassorbimento intestinale, così come all’eccessiva esposizione al mercurio. [4] Infine, la carenza di selenio può verificarsi qualora l’alimentazione dell’organismo avvenga esclusivamente per via venosa (nutrizione parenterale totale). Per una visione di insieme, vediamo un riassunto delle cause di carenza di selenio:

  • Scarso apporto nutrizionale;
  • Carenza di selenio nel suolo;
  • Età molto avanzata;
  • Aumento del fabbisogno in gravidanza e allattamento;
  • Esposizione al mercurio;
  • Malassorbimento intestinale;
  • Nutrizione parenterale totale.

Sintomi della carenza di selenio

Una volta considerati i principali fattori scatenanti, è il momento di considerare i sintomi della carenza di selenio. In modo facilmente intuibile, questo oligoelemento agisce in svariati distretti corporei, determinando, in caso di carenza, una serie di sintomi di diversa natura.

In particolare, con una carenza di selenio possono presentarsi dolori muscolari e articolari, così come stanchezza generalizzata e ansia. Talvolta, la carenza di selenio può correlarsi allo sbiancamento delle unghie e ad un abbassamento delle difese immunitarie. Tenendo conto di meccanismi più complessi, possono verificarsi delle problematiche a livello tiroideo, riproduttivo e cardiovascolare. [5]

Come accennato nel paragrafo precedente, la grave carenza di selenio a livello del suolo può ripercuotersi sulla salute umana. Sebbene siano presenti altri fattori concomitanti, sono degne di nota le patologie di Keshan e di Kashin-Beck, strettamente legate alle aree del Pianeta particolarmente povere di selenio. [6]

Sintomi da carenza di selenio in breve:

  • Dolori muscolari e articolari;
  • Stanchezza generalizzata;
  • Ansia;
  • Sbiancamento delle unghie;
  • Abbassamento delle difese immunitarie;
  • Problematiche tiroidee;
  • Problematiche riproduttive;
  • Problematiche cardiovascolari;

Fonti alimentari di selenio

Il consumo appropriato di alimenti ricchi di selenio consente di soddisfarne in maniera eccellente il fabbisogno giornaliero, che ricordiamo essere di circa 55 μg.

Gli alimenti derivanti dall’ambiente marino, come pesci di diversa taglia, ma anche molluschi, crostacei e frutti di mare, rappresentano, senza dubbio, delle importanti fonti di selenio. Per quanto riguarda le altre fonti di origine animale, esse sono rappresentate da alcune tipologie di formaggio, dalle uova, dalle carni bovine e dal fegato.

Relativamente ai prodotti della terra, può essere utile specificare che il contenuto di selenio negli alimenti vegetali dipende in buona parte dal terreno di origine, sebbene alcune piante siano comunque in grado di accumulare e concentrare l’oligoelemento in maniera efficace.

A tal proposito, la frutta secca a guscio e i semi oleosi costituiscono delle buone fonti di selenio, così come i legumi, i cereali integrali e alcuni ortaggi. Molto interessante, ai fini del fabbisogno giornaliero, potrebbe essere l’utilizzo delle patate arricchite al selenio, ottenute mediante una tecnica di coltivazione mirata. Vediamo ora la tabella del contenuto di selenio relativo ad alcuni alimenti di facile reperibilità.

Alimento: μg di Selenio/100gr:
Noci brasiliane 1917 μg
Tonno pinna gialla 90,6 μg
Polpo 44,8 μg
Fegato di manzo 39,7 μg
Granchio 37,4 μg
Parmigiano 34,4 μg
Uova 31,1 μg
Vongole 30,6 μg
Avena 28,9 μg
Semi di chia 25,4 μg
Manzo 14,1 μg
Fagioli bianchi 12,8 μg
Funghi 9,3 μg
(fonte: Usda)

Integratori di selenio: quando assumerli e come sceglierli

Qualora il medico curante e/o altri professionisti della salute e della nutrizione lo ritengano opportuno, è possibile ricorrere all’integrazione del selenio mediante prodotti specifici posti in commercio. Gli integratori di selenio sono disponibili sotto forma di bustine, capsule e gocce, e sono reperibili presso farmacie, parafarmacie ed erboristerie.

La scelta dell’integratore giusto dipende da alcuni fattori che possono fare la differenza nell’efficacia della somministrazione. In primis, occorre valutare la “forma” del selenio: un selenio presente in “forma organica”, ovvero come L-seleniometionina, sarà sufficientemente biodisponibile e potrà quindi essere assorbito.

In secondo luogo, è buona norma valutare la presenza, all’interno del prodotto, di sostanze che possano agire in sinergia con il selenio potenziandone l’efficacia. In genere, il selenio in forma organica viene addizionato con altri micronutrienti, quali lo zinco e la vitamina E.

L’integrazione di selenio può essere utile, ad esempio, nel favorire la funzione tiroidea, nel combattere lo stress ossidativo e per la salute di unghie e capelli. Tuttavia, come verrà approfondito nel prossimo paragrafo, un eccesso di selenio può rivelarsi tossico. È dunque opportuno assumere integratori di selenio solo in caso di carenza effettiva, evitando di superare i valori nutrizionali di riferimento (VNR).

Gli integratori di selenio approvati dal Ministero della Salute riporteranno in etichetta una quantità di selenio correttamente commisurata a tali valori. Per quanto concerne le modalità di utilizzo degli integratori di selenio, esse possono variare in base al formato e alla casa produttrice. In linea di massima, è consigliabile assumere gli integratori al momento dei pasti.

Tossicità del selenio: cause e sintomi da eccesso

Sulla base del normale metabolismo del selenio, un soggetto adulto dal peso medio di 60 – 70 kg presenta, nel proprio organismo, circa 10 – 15 mg di selenio. L’oligoelemento in questione si trova in quasi tutte le cellule del corpo, sebbene la gran parte di esso venga accumulata soltanto in alcuni organi (es.: fegato, reni).

Le controindicazioni del selenio sono dovute principalmente ad un consumo eccessivo di integratori. Infatti, sebbene i benefici del selenio sono molteplici, è da tenere presente che un eccesso può facilmente rivelarsi tossico. Le autorità in materia di sicurezza alimentare e nutrizione hanno stabilito un limite massimo per l’apporto giornaliero di questo minerale di circa 400 μg/die.

Oltre questa soglia, possono verificarsi effetti avversi di diversa entità e natura. Nello specifico, sintomi da eccesso di selenio sono rappresentati dal sapore metallico e dall’alitosi caratteristica. Possono inoltre presentarsi nausea e vomito. Nei casi cronici, possono verificarsi la caduta delle unghie e la perdita dei capelli, così come eruzioni cutanee e lo scolorimento dei denti. Possono infine manifestarsi effetti di carattere neurologico. [7]

Le cause di eccessiva assunzione di selenio sono, senza dubbio, rappresentate dallo scorretto utilizzo degli integratori, così come dalla scelta di prodotti non bilanciati nel modo appropriato. In caso di dubbi circa la necessità di integrare il selenio e/o circa l’affidabilità degli integratori e le modalità di assunzione degli stessi, è sempre consigliabile ricorrere al parere di un professionista della salute.

Dott.ssa Gabriella Reggina

La Dott.ssa Gabriella Reggina è laureata in biologia presso l’Università Federico II di Napoli e ha proseguito gli studi post-laurea in materia di nutrizione e igiene degli alimenti. È iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi.

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