Flora batterica intestinale: cos’è, perché si può alterare e come riequilibrarla con alimenti e rimedi

La flora batterica intestinale costituisce gran parte del microbiota umano e svolge diverse funzioni essenziali per la salute. Scopri a cosa serve e come mantenere sana la flora batterica intestinale.

La flora batterica intestinale è l’insieme dei batteri che vivono all’interno dell’intestino. Inserendosi nel più vasto ambito del microbiota, inteso come il variegato insieme di microrganismi che colonizzano alcuni distretti del corpo umano, e che vivono in perfetta simbiosi con esso, la flora batterica intestinale svolge un ruolo assolutamente rilevante per la salute e il benessere.

Donna con flora intestinale alterata

Nei paragrafi che seguono, verranno descritte le caratteristiche e le funzioni della flora batterica intestinale, focalizzando l’attenzione sui fattori che possono, talvolta, condurre ad una sua alterazione e, al contrario, sugli espedienti che aiutano a riequilibrare la flora batterica. Infine, verrà posto l’accento sul potenziamento della flora intestinale attraverso strumenti di tipo nutrizionale.

Flora batterica intestinale: cos’è e a cosa serve

Come accennato, la flora microbica intestinale è l’insieme dei microrganismi che popolano il tratto intestinale, rappresentando la frazione più consistente dell’intero microbiota.

Per quanto riguarda le sue caratteristiche basilari, la flora batterica intestinale presenta una composizione eterogenea e comprende, principalmente, delle specie batteriche in grado di sopravvivere e proliferare nel microambiente intestinale senza apportare danni all’organismo umano.

Più nello specifico, i batteri appartenenti ai gruppi noti come Bacteroides e Firmicutes sono i componenti principali tra i batteri intestinali, coprendo fino al 90% dell’intera frazione microbica. La popolazione batterica che forma la flora intestinale viene acquisita a partire dalla nascita e, nel corso della vita dell’individuo, si verificano dei cambiamenti fisiologici nella sua composizione. Tali cambiamenti dipendono da svariati fattori, quali l’ambiente circostante e alcune abitudini alimentari e comportamentali.

La flora microbica intestinale serve a svariate funzioni, fra cui il mantenimento in salute del sistema immunitario, l’assorbimento e la produzione di alcune vitamine, la produzione di acidi grassi, l’assorbimento delle fibre e diverse altre attività essenziali. Più nello specifico, le funzioni della flora intestinale possono essere raggruppate in funzioni protettive, metaboliche e strutturali. [1]

  • Funzioni protettive: il ruolo protettivo dei batteri intestinali riguarda, principalmente, il potenziamento delle difese dell’organismo, mediante l’attivazione del sistema immunitario e la produzione di sostanze rivolte contro i microrganismi nocivi;
  • Funzioni metaboliche: la funzione metabolica riguarda, invece, alcuni meccanismi che il corpo umano non saprebbe svolgere in autonomia, come la fermentazione della fibra alimentare e la produzione di alcune vitamine (in particolare B12 e vitamina K). Rientrano in questo contesto anche la produzione di importanti acidi grassi, definiti acidi grassi a catena corta, l’assorbimento di alcuni micronutrienti vitaminici e minerali e la degradazione di alcuni componenti proteici;
  • Funzioni strutturali: la funzione strutturale è riferita, infine, al funzionamento ottimale delle strutture che tengono unite tra loro le cellule dell’intestino.

Flora intestinale alterata: i sintomi

In condizioni ottimali, la composizione microbica della flora intestinale è caratterizzata da un certo equilibrio, e proprio tale equilibrio è alla base del corretto svolgersi delle funzioni elencate sopra e, di conseguenza, nel benessere complessivo dell’individuo.

Essendo un microcosmo vitale, complesso ed esposto alle continue sollecitazioni provenienti dall’esterno, la flora batterica intestinale può subire delle alterazioni anche importanti, fino ad una condizione patologica nota come disbiosi intestinale. Considerando la flora intestinale da un punto di vista quantitativo e qualitativo, la disbiosi può essere caratterizzata dalla perdita di un’intera specie batterica, dalla riduzione numerica dei batteri che formano la flora, o da un sopraggiunto squilibrio tra i diversi ceppi batterici, dove le specie potenzialmente nocive risultano presenti in quantità eccessiva.

Come facilmente intuibile, tali cambiamenti nella composizione della flora intestinale possono accompagnarsi ad alcuni sintomi caratteristici. A questo proposito, i tipici sintomi di una flora intestinale alterata sono la comparsa di gonfiore e/o dolore addominale, evidenti difficoltà digestive, alitosi e irregolarità intestinale (stitichezza o diarrea). A quanto appena esposto, si aggiunge una maggiore suscettibilità alle infezioni poiché, come abbiamo visto, la flora batterica intestinale è fondamentale per la salute del sistema immunitario.

Nella maggior parte dei casi, le alterazioni della flora batterica intestinale, così come i sintomi ad esse associati, si rivelano transitori. In altri casi, una condizione di squilibrio nella flora intestinale può protrarsi nel tempo e divenire cronica, determinando la persistenza a lungo termine anche della sintomatologia relativa. Inoltre, lo squilibrio della flora microbica intestinale può accrescere la vulnerabilità verso alcune patologie che dipendono da diversi fattori scatenanti, siano esse relative al tratto gastrointestinale o ad altri distretti del corpo umano. [2]

Flora batterica: perché si altera? Ecco le cause

Le cause di un’alterazione della flora intestinale sono molteplici e, come spesso accade, agiscono in sinergia nel provocare un effettivo disequilibrio.

Tra i fattori scatenanti spiccano le abitudini nutrizionali, che rappresentano il primo elemento in grado di alterare la flora intestinale. In particolare, una dieta eccessivamente sbilanciata verso il consumo di grassi e di zuccheri semplici è associata a variazioni negative all’interno della popolazione batterica intestinale.

In aggiunta, una dieta povera di fibre alimentari, le quali costituiscono un vero e proprio nutrimento per i batteri intestinali, è un ulteriore motivo di alterazione della flora stessa. In virtù del loro importante ruolo nutrizionale, le fibre si classificano come prebiotici, ossia elementi in grado di “nutrire” e mantenere sana la flora batterica intestinale.

Una ulteriore causa di flora alterata è rappresentata dall’utilizzo errato di alcuni medicinali che, nel complesso, possono provocare squilibri importanti nella composizione della flora intestinale. In questo contesto si inseriscono, senza dubbio, gli antibiotici, la cui assunzione ripetuta e senza un giusto criterio si rende responsabile di effetti transienti o a lungo termine sulla popolazione batterica intestinale. Inoltre, l’utilizzo errato degli antibiotici espone alla crescita di ceppi batterici antibiotico-resistenti, con diverse conseguenze sulla salute complessiva dell’organismo umano.

Relativamente alle altre sostanze farmacologiche, anche gli antinfiammatori non steroidei, se utilizzati più a lungo del necessario, possono associarsi a cambiamenti di composizione nella flora intestinale. [3]

Uno stile di vita errato orientato verso il tabagismo, il consumo di alcol e la scarsa attività fisica costituisce un ulteriore fattore di rischio per una flora intestinale alterata. Allo stesso modo, una condizione cronica di stress emotivo sembra accentuare ulteriormente la problematica.

Vediamo ora un elenco riassuntivo delle cause appena esposte:

  • Abitudini nutrizionali predisponenti (eccesso di grassi e zuccheri semplici; scarso apporto di fibra);
  • Farmaci (antibiotici, antinfiammatori non steroidei);
  • Stile di vita errato (alcol, fumo, sedentarietà);
  • Stress emotivo.

Come riequilibrare la flora batterica alterata

In ragione delle importanti funzioni svolte dalla flora batterica intestinale, sarebbe opportuno mantenerla in equilibrio e, qualora risultasse alterata, agire in maniera mirata al fine di ripristinare un nuovo equilibrio. A questo proposito, è bene che tutti gli accorgimenti utili siano applicati in simultanea.

✓ Abitubini alimentari

Per riequilibrare la flora intestinale, in primo luogo occorre rimediare agli errori commessi durante l’alimentazione quotidiana, scegliendo una dieta che sia quanto più possibile naturale e bilanciata.

In particolare, sarebbe opportuno ridurre al minimo il consumo di zuccheri semplici, riservando un’eccezione solo agli zuccheri contenuti nella frutta di stagione. In ugual modo, è consigliabile ridurre le fonti glucidiche raffinate e ricorrere alle fonti glucidiche grezze, come riso e cereali integrali. Inoltre, è importante equilibrare il consumo di grassi, prediligendo il consumo di carne e pesci magri, oltre che un condimento che sia, essenzialmente, a base della giusta quantità di olio extravergine di oliva e spezie.

Infine, sarebbe buona norma ricorrere a cibi biologici, al fine di ridurre l’apporto di sostanze antibiotiche di sintesi, il cui utilizzo è tipico nelle procedure di allevamento e coltivazione. Fermo restando l’indispensabile parere medico, è inoltre opportuno ricorrere all’utilizzo di farmaci solo quando effettivamente necessario.

✓ Integrazione di probiotici

Anticipando che, anche in questo caso, è preferibile avvalersi del parere di uno specialista, al fine di riequilibrare la flora batterica alterata, è spesso indispensabile associare all’alimentazione l’utilizzo di integratori contenenti probiotici, anche conosciuti come fermenti lattici. Nello specifico, i probiotici si definiscono come organismi vivi che possano apportare benefici all’organismo umano, interagendo positivamente con esso, purché vengano assunti nelle giuste quantità e modalità. [4]

Può rivelarsi infatti indispensabile ricorrere all’assunzione di una quantità importante di microrganismi probiotici mediante prodotti integratori, con la finalità di ripristinare una flora batterica compromessa da eventuali trattamenti antibiotici, oppure per risolvere un episodio di disbiosi acuta.

Relativamente alla scelta di un integratore che sia efficace, è importante considerare l’effettiva specificità del prodotto. I ceppi batterici contenuti negli integratori possono infatti differire tra loro a seconda dello scopo terapeutico. Ad esempio, per ottenere un effetto antimicrobico e detossificante potrebbe essere indicato un integratore contenente specifici gruppi di bifidobatteri, come quelli delle specie breve e bifidum.

Un ulteriore motivo che rende importante l’assunzione di integratori probiotici è legato alla necessità che i microrganismi arrivino effettivamente vitali e sufficientemente numerosi nel tratto intestinale, superando la forte acidità dell’ambiente gastrico e l’azione esercitata dai sali biliari presenti nell’ambiente intestinale. A questo proposito, è preferibile scegliere integratori in capsule o liofilizzati, i quali risultano più efficaci nel superamento di tali ostacoli.

Inoltre, affinché l’integrazione sia efficace nel ripristino della flora batterica intestinale, l’integratore scelto dovrebbe contenere almeno tre diverse tipologie di microrganismi vivi, dove ciascuna tipologia dovrebbe quantificarsi in almeno 3 miliardi delle cosiddette “unità formanti colonia”. Tale valore è facilmente riconoscibile, poiché riportato in confezione mediante la sigla UFC.

Riequilibrare la flora batterica intestinale mediante i probiotici non consiste in un processo immediato, ma prevede un’integrazione mirata e continuativa per almeno 3-4 settimane, al fine di consentire un efficace ripopolamento batterico delle vie intestinali. Talvolta, può rendersi necessario ricorrere a somministrazioni cicliche di probiotici per un periodo più lungo.

Per quanto concerne le abitudini alimentari corrette, sarebbe opportuno che esse vengano conservate nel tempo, consumando con moderazione e con discontinuità tutti gli alimenti meno indicati per la flora batterica intestinale, sebbene essi siano comprensibilmente appetibili.

Come potenziare la flora batterica intestinale

Prestare attenzione a cosa si mangia è importante al fine di mantenere sana la flora batterica intestinale. Questi accorgimenti possono essere attuati in qualsiasi periodo della vita, anche in assenza di particolari sintomatologie riconducibili alla disbiosi. Al fine di potenziare la flora batterica intestinale, può essere quindi utile inserire nella normale alimentazione giornaliera alcuni alimenti specifici che, per loro stessa natura, siano definiti come alimenti probiotici. Alimenti di questo tipo sono così definiti in ragione dei processi di fermentazione ad essi associati.

1 Yogurt

Un tipico alimento riconosciuto, a livello popolare, come prodotto in grado di potenziare la flora batterica intestinale è lo yogurt, che viene ricavato dalla fermentazione acida del latte. A sua volta, tale fermentazione è resa possibile dalla presenza di particolari specie batteriche note come Streptococcus thermophilus e Lactobacillus bulgaricus. In realtà, ed è opportuno precisarlo, queste due specie batteriche non sono in grado di sopravvivere all’acidità dello stomaco, per cui non possono essere definite come batteri probiotici.

Tuttavia, sono disponibili in commercio alcune tipologie di yogurt intenzionalmente arricchite di ceppi batterici probiotici, rientrando a pieno titolo tra i cosiddetti alimenti fortificati. A titolo di esempio, tipici ceppi batterici aggiunti alla formulazione di uno yogurt di questa tipologia sono rappresentati dalle specie Bifidobacterium lactis e Lactobacillus casei, la cui presenza nello yogurt è indicata tra le caratteristiche elencate in etichetta. [5] Inoltre, è facile riscontrare tra i componenti di questi alimenti anche la specie di lievito Saccharomyces boulardii, anch’essa riconosciuta come probiotica. [6]

2 Kefir

Rientra, invece, tra gli alimenti probiotici, un alimento simile allo yogurt definito kefir, che viene ricavato dai processi di fermentazione che interessano alcune tipologie di latte, siano esse di origine animale o vegetale. Il kefir rientra tra gli alimenti probiotici poiché contenente alcune tipologie di microrganismi probiotici, tra i quali rientrano i bifidobatteri.

3 Miso, Tempeh e Kombucha

Derivati dalla fermentazione della soia, il miso e il tempeh sono ulteriori esempi di alimenti che rinforzano la flora intestinale. Allo stesso modo, la fermentazione del tè nero zuccherato o del tè verde consente di ottenere il kombucha, una bevanda dotata di proprietà probiotiche.

4 Crauti

Probabilmente poco gettonati all’interno di una cultura culinaria tipicamente mediterranea, anche i crauti rientrano tra gli alimenti probiotici, dal momento che essi vengono ottenuti mediante i processi fermentativi a cui è soggetto il cavolo cappuccio.

5 Mele

Persino alcuni tipi di frutta, come le mele biologiche, possono rappresentare un’opzione, in virtù, in questo caso specifico, della ricchezza di batteri lattobacilli. Purtroppo, i trattamenti con fitofarmaci a cui i frutti vengono generalmente sottoposti, tendono ad intaccare la flora di microrganismi probiotici presente al loro interno.

6 Sostanze prebiotiche

Un ulteriore mezzo di potenziamento della flora batterica intestinale è rappresentato dall’assunzione di integratori specifici contenenti prebiotici, la cui utilità è stata accennata in precedenza. Più nello specifico, si tratta di sostanze che, una volta ingerite, non vengono assimilate dal tratto digerente umano e che sono sottoposte a processi di fermentazione. Tali meccanismi fanno in modo che le sostanze in questione costituiscano una fonte di nutrimento e potenziamento per i microrganismi probiotici presenti nell’intestino umano. In genere, sono facilmente reperibili in commercio dei prodotti contenenti sia microrganismi probiotici che sostanze prebiotiche, acquisendo la denominazione di integratori simbiotici.

Tra le sostanze comunemente note come prebiotici rientrano, come accennato nei paragrafi precedenti, molte fibre, quali l’inulina, e i cosiddetti FOS (frutto-oligosaccaridi) e GOS (galatto-oligosaccaridi). Queste sostanze sono presenti in modo naturale in diversi alimenti frequentemente utilizzati nell’alimentazione giornaliera, come i legumi, alcuni prodotti della terra (carciofi, asparagi, cicoria, ecc.), alcuni tipi di frutta (frutti rossi, banane, ecc.) e molte tipologie di cereali.

7 Stile di vita corretto

Per quanto riguarda lo stile di vita, è buona norma evitare il più possibile la sedentarietà, ricorrendo, nel tempo libero, ad attività motorie costanti e commisurate alle possibilità fisiche soggettive. Allo stesso modo, è consigliabile ridurre il consumo di alcolici e astenersi dal fumo.

Dott.ssa Gabriella Reggina

La Dott.ssa Gabriella Reggina è laureata in biologia presso l’Università Federico II di Napoli e ha proseguito gli studi post-laurea in materia di nutrizione e igiene degli alimenti. È iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi.

Leggi anche

Un commento

  1. salve dottoressa, sono un 70 enne privato e spesso soffro di disturbi intestinali gonfiore addominale , dopo che mi sono recato in bagno e aver evacuato a volte diarrea il gonfiore scompare ho preso recentemente il pursennid 1 capsula alla sera x 10 giorni e tutto sembrava regolare andavo in bagno regolare poi ho’ sospeso l’assunzioe del pursennid e sembrava tutto risolto alla mattina successiva ho’ fatto colazione con caffelatte e biscotti integrali e 2 yogurt al pomeriggio di nuovo in bagno con problemi di diarrea e stomaco gonfio mi puo’ dare un consiglio grazie|

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *