Diabete gestazionale: cos’è, cosa fare e come prevenirlo

Il diabete gestazionale è una condizione che si verifica nel 7% circa delle gravidanze in Italia. Vediamo cos’è, quali sono le cause, come si diagnostica e come affrontarlo.

Il diabete è una patologia caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue, quella che di solito si indica come “glicemia alta”. I valori di glucosio variano durante la giornata in un individuo sano fra i 60 e i 130 mg/dl; quando la glicemia in un qualsiasi momento della giornata è pari o superiore a 200 mg/dl oppure maggiore di 126 mg/dl a digiuno, si parla di diabete.

Donna con diabete in gravidanza

Si distingue fra diabete di tipo 1, diabete di tipo 2 e diabete gestazionale. Il diabete di tipo 1 è dovuto ad una disfunzione nella produzione di insulina da parte del pancreas e insorge di solito in età giovanile, il diabete di tipo 2 è dovuto ad un malfunzionamento nell’utilizzo dell’insulina, che però viene prodotta ed è il più diffuso, mentre il diabete gestazionale è una condizione che può insorgere durante la gravidanza.

Diabete gestazionale: cos’è

Il diabete gestazionale o diabete gravidico è una forma di diabete che compare durante la gravidanza e in Italia coinvolge il 6-7% delle gravidanze. Così come le altre forme di diabete, è caratterizzato da livelli di glicemia superiori alla norma in conseguenza di una ridotta tolleranza al glucosio. Il glucosio, che normalmente dopo un pasto aumenta nel sangue, dovrebbe essere portato all’interno delle cellule che lo utilizzano per le loro funzioni, ma in caso di diabete gestazionale, questo rimane in alta concentrazione nel sangue poiché non riesce a penetrare nei tessuti. Si tratta di una situazione patologica perché questo non dovrebbe avvenire.

In questo processo è coinvolta anche l’insulina, ormone prodotto dal pancreas, che regola il trasporto del glucosio dal sangue alle cellule, perché in caso di diabete le cellule non rispondono all’azione dell’insulina, fenomeno noto anche come insulino-resistenza. A volte in gravidanza si verifica questa situazione e si parla quindi di diabete gestazionale.

Il disturbo, in questo caso, tende a sparire spontaneamente dopo il parto, ma costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo di diabete di tipo 2 in futuro.

Diabete gestazionale: i valori e come viene diagnosticato

La diagnosi di diabete gestazionale si ha quando una donna in gravidanza ha un valore di glicemia a digiuno maggiore o uguale a 126 mg/dl oppure maggiore o uguale a 200 mg/dl in qualsiasi momento della giornata.

Di solito già durante la prima visita prenatale il medico valuta il rischio di diabete gestazionale e se reputa che il rischio sia alto, consiglia alla paziente una misurazione della glicemia a digiuno. Anche nel caso in cui al primo controllo il test sia negativo, nelle donne ad alto rischio si procede sempre ad un secondo test fra la 24ma e la 28ma settimana di gravidanza, questa volta con un test da carico di glucosio.

Vediamo in cosa consiste: il metodo più diffuso si chiama “Glucose Challenge Test” (GCT) e consiste nel somministrare per bocca una soluzione contenente 50 grammi di glucosio per andare a misurare la glicemia prima della somministrazione e dopo 60 minuti dalla somministrazione. Se dopo un’ora la glicemia ha un valore superiore a 180 mg/dl, si ha la diagnosi di diabete. Se invece il valore è compreso fra 140 mg/dl e 180 mg/dl, il test è positivo ma lo si deve confermare effettuando un altro test, questa volta con 100 grammi di glucosio (test chiamato OGTT), misurando la glicemia a digiuno, a 60 minuti, a 120 minuti e a 180 minuti dalla somministrazione del glucosio.

A digiuno la glicemia deve essere inferiore a 95 mg/dl, dopo un’ora dall’ingestione del glucosio inferiore a 180 mg/dl, dopo 2 ore inferiore a 155 mg/dl e dopo 3 ore inferiore a 140 mg/dl. Se due o più valori risultano superiori ai valori limite, si accerta la diagnosi di diabete gestazionale.

Cause del diabete gestazionale

Sebbene non esistono delle chiare cause del diabete in gravidanza, esistono senz’altro dei fattori predisponenti e che pongono alcune donne più a rischio rispetto ad altre.

In generale, il diabete in gravidanza può comparire perché, in questa fase, si riscontra un notevole cambiamento nella produzione degli ormoni e alcune modifiche fisiche, come l’aumento del peso. L’insieme di questi fattori possono causare una ridotta risposta all’insulina da parte delle cellule (la cosiddetta insulino-resistenza). Generalmente, durante una gravidanza la produzione di insulina è sufficiente per far fronte ai cambiamenti fisiologici ma, in alcuni casi, questo non è sufficiente e può, pertanto, svilupparsi diabete gestazionale.

Per quanto riguarda i fattori di rischio che possono predisporre al diabete gestazionale sono i seguenti:

  • Condizione di sovrappeso o obesità preesistenti rispetto all’inizio della gravidanza;
  • Ridotta tolleranza al glucosio o insulino-resistenza;
  • Familiarità per diabete;
  • Precedenti gravidanze con diabete gestazionale;
  • Età superiore ai 35 anni;
  • Figli con peso alla nascita superiore ai 4,5 kg;
  • Preesistente condizione di sindrome dell’ovaio policistico;
  • Malattie del pancreas che possono incidere sulla produzione di insulina;
  • Appartenenza ad etnie sud-asiatiche, mediorientali, cinesi o caraibiche.

Sintomi del diabete gestazionale

Generalmente il diabete gestazionale non si presenta con sintomi evidenti e spesso viene diagnosticato in seguito ad esami che si eseguono di routine durante la gravidanza. Tuttavia possono essere presenti dei sintomi che indicano questa condizione. Fra questi una insistente sensazione di sete, stanchezza, aumentata diuresi, disturbi alla vista, infezioni frequenti come cistiti e candidosi.

Come si cura il diabete gestazionale

La prima raccomandazione che si fa alla gestante una volta fatta una diagnosi di diabete gestazionale, è quella di agire sullo stile di vita, cercando di mangiare sano e di fare attività fisica, naturalmente consona allo stato fisiologico. È particolarmente importante seguire una dieta a basso indice glicemico, per cui spesso la donna viene indirizzata da un esperto della nutrizione.

Inoltre, alla futura mamma verrà chiesto di monitorare la propria glicemia dopo i pasti e in altri momenti prestabiliti della giornata. Qualora, pur seguendo queste raccomandazioni, in seguito ai monitoraggi, non si rilevassero miglioramenti nel metabolismo glucidico, è indicato seguire una terapia farmacologica, che può consistere nell’uso degli antidiabetici orali o nella somministrazione di insulina, cosa che verrà attentamente valutata dal medico specialista a seconda del caso [1]. Lo stesso medico valuterà se eseguire ulteriori indagini e controlli della gestante e del feto. Solitamente, comunque, solo modificando stile di vita e alimentare si ottengono buoni risultati.

Diabete in gravidanza: cosa mangiare e cosa evitare

Nel momento in cui si riceve una diagnosi di diabete gestazionale è fondamentale intraprendere un regime di vita sano, alimentandosi correttamente e facendo dell’attività fisica, la cui tipologia verrà suggerita dal ginecologo, ma nella maggior parte dei casi consisterà in delle semplici passeggiate in modo da evitare la sedentarietà.

Un’alimentazione adeguata sarà fondamentale e quindi è importante sapere cosa mangiare. Un’alimentazione corretta prevede la suddivisione dell’introito calorico giornaliero in 5 pasti, di cui due pasti principali, la colazione e due spuntini, con un’adeguata ripartizione dei nutrienti. Inoltre è necessaria l’introduzione nella dieta di una buona quantità di fibre in modo da effettuare un regime dietetico a basso indice glicemico, per cui bisognerà evitare le fonti di zuccheri semplici e le fonti di grassi, in particolare di grassi saturi.

Gli zuccheri semplici come i dolci e gli alimenti preparati con farine raffinate verranno sostituiti da cereali integrali e possibilmente in chicchi, da consumare ogni giorno ma in quantità moderate, si dovranno evitare le carni grasse a favore di quelle bianche e magre e assicurarsi di mangiare il pesce, fonte di grassi buoni.

Le verdure, possibilmente fresche e di stagione, devono essere consumate in almeno due porzioni al giorno e i legumi in almeno due porzioni settimanali, ma anche di più. Particolare attenzione si dovrà prestare al consumo di frutta, che dovrà essere moderato e anche nella scelta dei frutti, per cui la frutta consentita sarà quella a basso indice glicemico, come gli agrumi, i kiwi, le fragole, le pesche, le pere, a seconda della stagione.

Ai formaggi grassi e stagionati bisognerà sostituire quelli freschi e l’olio da condimento più indicato è l’olio extravergine d’oliva. Nella seguente tabella sono elencati gli alimenti da preferire e quelli da evitare in caso di diabete gravidico.

Cibi permessi Alimenti Si: Cibi sconsigliati Alimenti No:
Pane integrale Pane bianco
Riso basmati Zucchero e dolci
Cereali integrali Patate
Pasta integrale Pasta di semola
Legumi Riso bianco
Agrumi Mais
Albicocche Anguria (con moderazione)
Mele Melone (con moderazione)
Pere Ananas (con moderazione)
Fragole Banane mature
Pesche Carote cotte
Frutta secca oleosa Latte di riso
Verdure Burro e grassi animali
Yogurt Insaccati
Latticini Carni grasse
Latte
Pesce
Carni bianche
Uova
Olio extravergine di oliva

Diabete gestazionale: c’è da preoccuparsi? Ecco rischi e conseguenze

Una diagnosi di diabete gestazionale e le conseguenti raccomandazioni del medico non sono affatto da trascurare perché il diabete in gravidanza, se non curato, potrebbe rappresentare rischi importanti per la madre e per il feto. Se trascurata, questa condizione potrebbe causare nel bambino nascita prematura, problemi respiratori, macrosomia, cioè una anomala grandezza del bambino, parto pericoloso, ipoglicemia neonatale, malformazioni.

Per quanto riguarda la madre invece, un diabete trascurato potrebbe provocare la preeclampsia o gestosi, che è una condizione caratterizzata dall’aumento della pressione arteriosa e da un aumento di proteine nelle urine, che è estremamente pericolosa sia per la madre che per il bambino. Inoltre, in questo caso, la mamma ha una possibilità molto aumentata di sviluppare il diabete di tipo 2 nel corso della vita [2]. Naturalmente, dal momento che esiste una terapia, sia di tipo comportamentale che farmacologico, una diagnosi di diabete gestazionale non deve spaventare, dal momento che se ben gestita, nella maggior parte dei casi non avrà conseguenze e scomparirà dopo il parto.

Dott.ssa Azzurra De Luca

Biologa nutrizionista con un dottorato di ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari. Negli ultimi anni ha lavorato negli Stati Uniti presso la Stanford University nel campo della biochimica e della biologia molecolare.

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