Curcuma e diabete: i benefici e le evidenze scientifiche

La curcuma, spezia dorata dalle mille proprietà, ci aiuta anche in caso di diabete. Vediamo come agisce e quali sono le evidenze scientifiche.

La curcuma è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Zingiberacee, cui appartiene anche lo zenzero. La parte utilizzata come spezia è il rizoma, ossia la porzione sotterranea del fusto, e la molecola che costituisce il principio attivo della pianta è la curcumina.

Immagine di curcuma in polvere posizionata sopra un tavolo e un cucchiaio di legno

La curcuma è da secoli utilizzata come rimedio contro il diabete nella medicina ayurvedica e nella medicina tradizionale cinese ed il primo studio scientifico in cui se ne analizzano gli effetti risale al 1972. Fin da allora il mondo scientifico ha prodotto numerose pubblicazioni in proposito.

Il diabete è una condizione patologica caratterizzata da una alterata gestione del glucosio da parte dell’organismo. Si manifesta con la comparsa di livelli ematici di glucosio superiori alla norma e può essere di due tipi: diabete di tipo 1 e di tipo 2.

Il diabete di tipo 1 è dovuto ad un malfunzionamento del pancreas che non riesce a produrre insulina in modo sufficiente e di conseguenza il glucosio non può essere trasportato in modo efficiente alle cellule accumulandosi nel sangue. Nel diabete di tipo 2 il pancreas è capace di produrre l’insulina ma le cellule dell’organismo non riescono ad utilizzarla.

Curcuma: come e perché aiuta in caso di diabete

Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, la curcumina è in grado di modulare l’attività di proteine chiave del processo di produzione di insulina a livello del pancreas ma anche di ridurre il danno al pancreas causato dal malfunzionamento delle cellule beta (le cellule pancreatiche che secernono insulina).

Inoltre, la curcumina, ha proprietà antiossidanti è, cioè, in grado di difendere l’organismo dai danni dello stress ossidativo che porta alla formazione di molecole pro-infiammatorie le quali contribuiscono allo sviluppo del diabete. A livello cellulare la curcumina interagisce con specifiche proteine modulandone l’azione e, in particolare, sopprime l’attività di molecole infiammatorie.

Allo stesso tempo, interferendo in varie vie metaboliche, è in grado di migliorare l’iperglicemia, l’iperlipidemia, l’obesità e tutto ciò che è legato ai processi infiammatori dell’organismo.

La curcuma funziona davvero in caso di diabete? Ecco le evidenze scientifiche

Come accennato, gli studi sull’efficacia della curcuma nel trattamento del diabete risalgono al 1972 e da allora sono stati prodotti più di 200 studi in proposito.

Uno studio pubblicato nel 2011 mostra che la curcuma ha effetti anti iperglicemici e migliora la sensibilità all’insulina in topi affetti da diabete di tipo 2 con effetti paragonabili a quelli del rosiglitazone, un farmaco ipoglicemizzante usato appunto nel trattamento di questo tipo di diabete.

Uno studio tailandese ha dimostrato che la curcumina è in grado di prevenire lo sviluppo del diabete in soggetti affetti da una condizione di pre-diabete se sottoposti a un trattamento di almeno 9 mesi.


Uno studio condotto su topi da laboratorio ha dimostrato anche che la curcumina si rivela efficace sul diabete di tipo 1 poiché ha un’azione diretta sulle cellule del pancreas responsabili della produzione di insulina.

La curcuma ha inoltre effetti protettivi sui reni, infatti il diabete può essere causa di problemi renali importanti. Lo dimostra uno studio cinese del 2013, condotto su ratti da laboratorio affetti da diabete. Sembra infatti che la curcumina sia efficace nella prevenzione di problemi correlati al diabete quali nefropatia, retinopatia ed angiopatia.

Curcuma: gli altri benefici per la salute

  • Antinfiammatorio e antidolorifico: le proprietà antinfiammatorie della curcuma sono ormai ampiamente dimostrate ed in virtù di queste essa è in grado di alleviare mal di testa e dolori articolari fungendo da antidolorifico naturale;
  • Migliora la digestione: la curcuma favorisce la produzione della bile da parte del fegato e per questo motivo è un valido aiuto per risolvere i problemi legati alla cattiva digestione, oltre a proteggere le pareti dello stomaco;
  • Stimola le difese immunitarie: la curcuma è un immunostimolante grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie;
  • Allevia i sintomi del raffreddore: in caso di raffreddamento e tosse la curcuma ci viene in aiuto lenendone i sintomi, in particolare se associata al miele: curcuma e miele calmano la tosse ed hanno effetto antidolorifico ed antinfiammatorio;
  • Migliora il funzionamento del fegato: questa spezia ha effetto epatoprotettore e riparatore: è in grado cioè di prevenire ed attenuare i danni dovuti allo stress ossidativo ed all’azione di sostanze tossiche che si accumulano nel fegato;
  • Effetto cicatrizzante: il rizoma della curcuma usato direttamente sulla pelle in caso di piccole ferite o escoriazioni dà sollievo ad aiuta il processo di cicatrizzazione;
  • Aiuta la perdita di peso: questa spezia favorisce la perdita di peso perché oltre a coadiuvare la digestione e quindi l’assorbimento dei principi nutritivi, controlla anche la glicemia e migliora il metabolismo lipidico;
  • Riduce il colesterolo: vari studi scientifici dimostrano anche che la curcumina è in grado di abbassare i livelli di colesterolo totale e di colesterolo LDL (il “colesterolo cattivo” nel sangue);
  • Abbassa il rischio di malattie cardiovascolari: in virtù delle sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, ipoglicemizzanti ed ipocolesterolemiche, la curcuma dimostra essere un valido aiuto nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Quanta curcuma usare per avere effetti positivi sul diabete

La dose di curcuma consigliata per avere benefici in caso di diabete è di 3-5 g al giorno ma, dal momento che il nostro organismo la assimila con difficoltà perché nel processo digestivo il principio attivo va incontro a modificazioni, sarebbe necessario assumerla in quantità esatte, quindi attraverso degli specifici integratori. La titolazione ideale degli estratti dovrebbe essere almeno al 95% in curcumina, tuttavia, in questo caso, è sempre consigliato un consulto con il proprio medico.

Chi volesse comunque beneficiare degli effetti positivi della curcuma potrebbe utilizzarla nella propria alimentazione quotidiana e, per aumentarne la biodisponibilità, dovrebbe usare l’accortezza di assumerla insieme ad una fonte di grasso come ad esempio l’olio d’oliva oppure insieme alla piperina, cioè con del pepe.

Controindicazioni e possibili interazioni

L’uso di curcumina è considerato abbastanza sicuro tuttavia è stato riportato che, in alcuni individui, un uso di curcumina in dosi elevate potrebbe causare mal di testa e nausea ed anche gonfiore addominale e reflusso gastrico. Occorre tener presente poi che alcuni individui potrebbero manifestare fenomeni allergici alla curcumina.

Dal momento che la curcumina possiede anche proprietà anticoagulanti, chi utilizza farmaci anticoagulanti dovrebbe astenersi dall’uso di questa spezia. Anche chi soffre di calcolosi biliare o renale dovrebbe fare particolare attenzione nell’uso di curcumina.

Non sono stati effettuati sufficienti studi che rendano la curcumina sicura in caso di gravidanza e allattamento poiché potrebbe stimolare le contrazioni uterine. In ogni caso sarebbe necessario consultare il proprio medico prima di intraprendere un uso continuativo di curcumina, specialmente qualora si utilizzi sotto forma di integratori. Una precauzione utile è quella di prenderla sempre a stomaco pieno e a distanza di qualche ora dall’assunzione di eventuali farmaci.

Bibliografia

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Dott.ssa Azzurra De Luca

Biologa nutrizionista con un dottorato di ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari. Negli ultimi anni ha lavorato negli Stati Uniti presso la Stanford University nel campo della biochimica e della biologia molecolare.

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