Emoglobina bassa, cosa può essere? Ecco cause, valori normali, sintomi e cosa fare

Una carenza di emoglobina si associa a una minore ossigenazione dei nostri tessuti spesso dovuta a delle carenze nutrizionali. Il suo monitoraggio è fondamentale per scongiurare possibili effetti negativi, soprattutto nella donna in gravidanza.

L’emoglobina, indicata frequentemente con la sigla Hb o Hgb, è una proteina presente nel sangue dell’uomo e di molti animali e in particolare la possiamo trovare all’interno dei globuli rossi.

Emoglobina bassa nel sangue

Il compito di questa proteina è quello di trasportare l’ossigeno, attraverso le arterie, a tutti i tessuti del nostro corpo. Per compiere questo lavoro l’emoglobina possiede 4 gruppi eme, contenenti un atomo di Ferro (Fe2+), ai quali si lega l’ossigeno nel passaggio del sangue nei polmoni.

Esistono nella popolazione diversi difetti genetici più o meno gravi che possono alterare la funzionalità e l’espressione dell’emoglobina, diminuendone la quantità: tra questi possiamo citare la beta talassemia.

Oltre a tali condizioni si può assistere frequentemente a una diminuzione della concentrazione di emoglobina nel sangue per molteplici cause diverse. Non sempre questa situazione deve preoccupare: in questo articolo vedremo insieme quali possono essere le motivazioni più comuni e quando è necessario rivolgersi al proprio medico per un controllo approfondito.

Emoglobina: valori normali e quanto è ritenuta bassa

Comprendere i valori dell’emoglobina nel sangue è molto semplice: basta eseguire un prelievo ematico. In particolare questo tipo di approfondimento viene comunemente richiesto dal medico di base quasi tutte le volte che ci prescrive degli esami generici: sulla ricetta compare l’indicazione “emocromo”, il quale contiene oltre al valore dell’emoglobina (Hg), anche il valore dei globuli rossi (RBC), dei globuli bianchi (WBC), delle piastrine e numerosi altri parametri.

Il valore normale dell’emoglobina non è uguale per tutta la popolazione: innanzitutto dobbiamo distinguere tra la popolazione femminile e la popolazione maschile. Nella donna adulta infatti sono ritenuti normali i livelli di emoglobina superiori a 12 g/dl; nell’uomo superiore a 13 g/dl. Laddove trovassimo un valore di Hgb basso si parlerebbe di “anemia”.

Se i valori di emoglobina sono superiori a 11 g/dl si tratta di una condizione di anemia lieve, se sono compresi tra 8 e 11 si tratta di un’anemia moderata e quando sono inferiori a 8 ci si trova di fronte a una condizione di anemia grave. In quest’ultimo caso, frequentemente sarà necessaria una trasfusione di sangue.

Nel bambino e nella donna in gravidanza la concentrazione di emoglobina è tendenzialmente più bassa. Nella donna in gravidanza, in particolare, è ritenuto normale un livello di emoglobina pari a 11 g/dl nel primo e terzo trimestre e di 10.5 g/dl nel secondo trimestre: secondo i dati dell’organizzazione mondiale della sanità si parla di anemia moderata quando i valori sono compresi tra 7 g/dl e 10 g/dl.

In alcuni casi i valori dell’emoglobina possono risultare più alti della norma: l’estremo superiore del range varia spesso da laboratorio a laboratorio e può dipendere anche dall’altitudine a cui ci troviamo o da quanto siamo idratati. Generalmente si considerano elevati valori superiori a 15.5 g/dl per la donna e 17.5 g/dl per l’uomo.

Emoglobina bassa: tutte le cause

Le cause dell’emoglobina bassa possono essere molteplici, alcune più gravi, altre meno gravi e altre ancora conseguenti a interventi chirurgici o terapie farmacologiche.

Partendo dalle cause meno gravi e/o più fisiologiche possiamo citare la perdita di sangue dovuta al flusso mestruale nella donna fertile e la gravidanza. Nel primo caso citato il rischio di emoglobina bassa sarà maggiore tanto maggiore sarà il ciclo mestruale stesso e quindi la perdita ematica. Un altra causa di emoglobina bassa transitoria è la donazione del sangue: frequentemente è possibile che tra una donazione e la successiva non si riesca a recuperare la quota di ferro persa dal donatore. [1]

È possibile assistere a una condizione di emoglobina bassa dovuta a delle perdite di sangue a livello gastrointestinale, come può succedere quando ci sono delle ulcere gastriche o duodenali o delle infiammazioni croniche intestinali come la rettocolite ulcerosa o il morbo di Crohn. Discorso analogo in caso di celiachia non trattata o non ancora diagnosticata: l’anemia risulta infatti uno dei segnali più comuni nella diagnosi di celiachia.

Come abbiamo già anticipato un’altra causa di emoglobina bassa sono i difetti genetici. La più comune malattia genetica legata all’emoglobina è la talassemia, una malattia ereditaria che non permette la creazione di una proteina (l’emoglobina, appunto) perfetta. Questa patologia è molto diffusa nei paesi del mediterraneo e una variante della talassemia è conosciuta anche come “anemia mediterranea”. Le condizioni delle persone affette da talassemia possono essere più o meno gravi [2]. Un’altra patologia ereditaria ben conosciuta legata all’emoglobina è l’anemia falciforme: in questo caso i globuli rossi avranno una forma simile a quella di una falce e tenderanno ad avere una vita media più breve. Una delle conseguenze più comuni di questa malattia è l’anemia dovuta a un minor numero di globuli rossi e, quindi, di emoglobina.

Un’altra possibile causa di anemia sono le carenze nutrizionali: la più conosciuta è la carenza di ferro, che può essere dovuta a una dieta scorretta e troppo povera, oppure a una perdita maggiore di ferro (come nel caso del flusso mestruale già citato).

Un’altra possibilità potrebbe essere la carenza di vitamina B12 e/o di acido folico, due vitamine a loro volta coinvolte nella sintesi dei globuli rossi. La mancanza di globuli rossi è strettamente legata alla diminuzione dell’emoglobina poichè contenuta nei globuli rossi stessi. In questi casi si parla di anemia macrocitica. Anche la vitamina A e la riboflavina sono implicate nella produzione dei globuli rossi e pertanto la loro carenza si può associare ad anemia.

Altre patologie che possono provocare un livello di emoglobina basso sono l’insufficienza renale cronica, che può risultare in una perdita di eritropoietina necessaria per stimolare la produzione di globuli rossi, e le patologie a carico del midollo osseo, tra cui la leucemia. In questo caso il midollo osseo non sarà più in grado di produrre i globuli rossi [3]. Anche molte infezioni come l’HIV e la malaria sono da riconoscere tra cause di emoglobina bassa.

Citiamo infine tra le cause di emoglobina bassa l’intervento chirurgico, che può portare a un’ingente perdita di sangue e alcuni farmaci che possono influire sia sui livelli di acido folico (come potrete leggere nel nostro approfondimento relativo alla carenza di acido folico) che sulla produzione stessa dei globuli rossi, come molti farmaci chemioterapici.

Cause di carenza di emoglobina in breve

  • Perdita di sangue “esterno” (donazione, flusso mestruale)
  • Perdita di sangue gastrointestinale
  • Difetti genetici
  • Infezioni
  • Insufficienza renale cronica
  • Patologie a carico del midollo
  • Carenze nutrizionali
  • Interventi chirurgici
  • Terapie farmacologiche

Emoglobina bassa: i sintomi

I sintomi dell’emoglobina bassa sono analoghi ai sintomi che si possono sperimentare in caso di anemia e legati a una minor capacità da parte dei globuli rossi di portare ossigeno a tutti i tessuti del nostro corpo.

Il sintomi principale dell’emoglobina bassa è la forte stanchezza, che si accompagna a debolezza muscolare e difficoltà a compiere movimenti. Un altro sintomo caratteristico è la carenza di ossigeno, che si può presentare come un eccessivo affanno dopo aver fatto le scale, mansioni di vita quotidiana o dopo una medio-lunga camminata. Talvolta l’emoglobina bassa può provocare anche un abbassamento della pressione sanguigna (ipotensione) e irregolarità del battito cardiaco. Infine, attenzione anche al colore della pelle e delle gengive: quando troppo pallide possono essere un sintomo da carenza di emoglobina.

Riassumendo, i sintomi dell’emoglobina bassa sono:

  • Stanchezza e debolezza
  • Debito di ossigeno
  • Pressione bassa
  • Irregolarità del battito cardiaco
  • Pelle e gengive pallide

Infografica sui sintomi di emoglobina bassa

Emoglobina bassa: i rischi per la salute

Laddove abbiate notato un valore troppo basso di emoglobina nei vostri esami del sangue o abbiate sperimentato i sintomi dell’anemia è importante rivolgersi al proprio medico di base per valutare eventuali altri esami, approfondimenti o visite specialistiche.

Avrete infatti compreso che, se in alcuni casi tale valore può risultare basso per una carenza di alcuni nutrienti, in altri casi è sintomo di patologie ben più gravi. È importante dunque non sottovalutare questi segnali e condividerli con un professionista.

La carenza protratta di emoglobina risulta essere un problema importante sia in caso di gravidanza (come vedremo nel prossimo paragrafo) sia per lo sviluppo cerebrale: i danni al cervello dovuti alla carenza, infatti, possono precedere lo sviluppo dell’anemia [4].

Emoglobina bassa in gravidanza: cause e possibili rischi

Un valore di emoglobina bassa in gravidanza è piuttosto comune. Come abbiamo detto, un’anemia lieve non sembra essere particolarmente problematica né dare alcun genere di effetto avverso. Una grave anemia invece può essere molto problematica sia per la mamma e sia per il feto. In particolare essa è associata ad aborti spontanei, parto pretermine e basso peso alla nascita.

Generalmente la carenza di emoglobina in gravidanza è associata a una carenza nutrizionale, legata a un aumentato fabbisogno sia di ferro, sia di alcune vitamine del gruppo B e si manifesta soprattutto in caso di diete scorrette e non equilibrate. Per questo è sempre importante farsi seguire da un professionista.

Emoglobina bassa: i rimedi

Come avrete potuto capire, le cause di emoglobina bassa sono molto diverse tra loro e non tutte possono essere trattate nello stesso modo. Innanzitutto, quindi, è doveroso suggerirvi di rivolgervi al vostro medico curante o a uno specialista laddove abbiate notato una diminuzione dell’emoglobina negli esami del sangue o abbiate sperimentato i sintomi descritti sopra.

In generale esistono alcuni integratori che possono essere utilizzati in caso di carenza di emoglobina:

  • Integratori di ferro: un’integrazione di ferro è da utilizzare laddove la diminuzione dell’emoglobina dipenda da un’ingente perdita di sangue o da una carenza nutrizionale;
  • Integratore di vitamine del gruppo B: queste vitamine possono essere utili laddove sia stato accertato che l’emoglobina bassa dipenda dalla carenze di folati o vitamina B12;
  • Fieno greco: un altro rimedio fitoterapico che può essere inserito in caso di carenza di emoglobina è il fieno greco, una pianta ricostituente in grado di stimolare la produzione di globuli rossi.

Dieta ed emoglobina bassa: cosa mangiare

Anche in questo caso la dieta potrebbe dover variare in base ai sintomi e alla causa dei valori bassi di emoglobina. Come abbiamo visto, tuttavia, nella maggior parte dei casi la carenza di emoglobina dipende da una carenza di ferro. In tal caso l’alimentazione dovrebbe prevedere un consistente apporto di questo minerale: tra i cibi che ne sono più ricchi troviamo le vongole, le ostriche, le frattaglie (come il fegato, soprattutto), le carni, il natto e la soia, e alcune verdure, come il radicchio verde, il crescione e il cavolo riccio. Se volete approfondire, potete leggere il nostro articolo sugli alimenti più ricchi di ferro.

Particolare attenzione a chi segue un’alimentazione vegetariana o vegana: il ferro contenuto nei vegetali (anche quello contenuto nei legumi più ricchi) non è facilmente assorbito dal nostro intestino, ma è sempre necessario un apporto di vitamina C per migliorarne l’assorbimento: usate il limone per condire o una spremuta d’arancia fresca per accompagnare il vostro pasto.

Infine, fate attenzione anche all’associazione di cibi ricchi di ferro con cibi ricchi di calcio o di tannini (come il tè e il caffè) o ancora di fitati (come i cereali integrali e i legumi): l’assunzione di questi alimenti insieme ad alimenti ricchi di ferro potrebbe limitarne l’assorbimento.

Dott.ssa Stefania Cocolo

Biologa nutrizionista laureata in Biotecnologie molecolari e bioinformatica presso l’Università degli studi di Milano. Ha conseguito la specializzazione in Biotecnologie industriali e ambientali presso l’Università degli studi di Milano.

Leggi anche

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *