Bilirubina alta, cosa può essere? Ecco cause, valori, sintomi e cosa fare

La iperbilirubinemia è suggestiva di un ampio spettro di patologie epato-biliari. Scopri cause, sintomi e consigli su come affrontare il problema della bilirubina alta.

La bilirubina è un pigmento di colore giallo-arancione ed è un prodotto di scarto endogeno derivante, in gran parte, dalla degradazione dell’emoglobina, un’importante proteina presente all’interno dei globuli rossi e dotata di un gruppo eme che lega l’ossigeno molecolare a livello ematico.

Bilirubina alta e problemi al fegato

Trascorso un ciclo vitale di circa 120 giorni, i globuli rossi vanno incontro al naturale processo di senescenza, rilasciando l’emoglobina. Più nello specifico, il gruppo eme menzionato in precedenza viene sottoposto, per lo più all’interno della milza, a reazioni enzimatiche che lo convertono in bilirubina. In questo stadio, la bilirubina è insolubile in ambiente acquoso e si definisce come bilirubina indiretta o non coniugata.

Ai fini del percorso di escrezione, la bilirubina viene legata alla proteina sierica albumina e trasportata, attraverso il circolo sanguigno, al fegato, dove viene coniugata all’acido glucuronico. In virtù del suo legame a quest’ultima sostanza, la bilirubina viene resa solubile in ambiente acquoso e si definisce, a questo punto, come bilirubina diretta o coniugata.

Una volta acquisita la solubilità, la bilirubina percorre le vie biliari insieme alla bile prodotta dalla colecisti, riversandosi in una regione dell’intestino tenue, detta duodeno.

La bilirubina riversata nel duodeno viene convertita, ad azione della flora intestinale, in urobilinogeno, che può seguire tre differenti vie: gran parte dell’urobilinogeno viene eliminato con le feci; una percentuale del 15% – 20% viene invece sottoposta a riassorbimento intestinale, ritornando al fegato attraverso la vena porta; una frazione molto esigua di urobilinogeno viene infine escreta con le urine. [1]

Un funzionamento anomalo del fegato, così come una situazione di stallo nella secrezione della bile portano a valori di bilirubina alti, o iperbilirubinemia, restituendo alla pelle e alle sclere oculari un colorito giallastro. La condizione appena descritta si definisce ittero, ed è suggestiva di alcune condizioni patologiche.

Nei paragrafi che seguono verranno descritti i valori fisiologici di riferimento relativi alla bilirubina ematica, evidenziandone i limiti oltre i quali è necessario attuare gli opportuni approfondimenti clinici. Verranno inoltre considerate le cause associate ad un eccesso di bilirubina ematica, le corrispondenti sintomatologie e i rischi per la salute collegati. In ultimo, verranno descritti i possibili rimedi, con particolare riferimento agli aspetti nutraceutici e nutrizionali.

Bilirubina: valori normali e quando è ritenuta alta

Per quanto concerne le indagini di laboratorio relative ai valori della bilirubina, gli esami comunemente richiesti riguardano il dosaggio della bilirubina totale e diretta, effettuati mediante il metodo colorimetrico di Jendrassik-Grof, a partire da un campione di sangue venoso. [2]

Affinché siano classificabili come fisiologici, i valori di bilirubina ematica totale saranno riconducibili a valori di concentrazione compresi tra 0,2 e 1,1 mg/dL. Lo stesso criterio viene attribuito ai valori di bilirubina ematica diretta, la cui concentrazione ottimale è compresa tra 0 e 0,25 mg/dL. Sottraendo i valori di bilirubina diretta a quelli di bilirubina totale, si ottengono i valori di bilirubina ematica indiretta, il cui intervallo di concentrazione fisiologica si colloca tra 0,2 e 0,8 mg/dL.

Un aumento della bilirubina totale tra 1,6 e 2,2 mg/dL, può accompagnarsi alla condizione di sub-ittero, osservabile con la luce naturale e caratterizzata dalla colorazione giallastra delle sole sclere oculari.

Valori di bilirubina totali compresi tra 2,2 e 2,5 mg/dL, ma talvolta anche molto oltre, sono invece correlati alla condizione di ittero, cui si è fatto breve accenno in precedenza, dove la colorazione giallastra interessa, oltre alle sclere oculari, anche la pelle e le mucose.

Nel paragrafo che segue verranno descritti gli aspetti patologici che influenzano negativamente i valori normali della bilirubina, determinandone l’aumento oltre il limite soglia.

Perché la bilirubina è alta? Ecco tutte le cause

Per quanto riguarda le cause della bilirubina alta, esse vengono comunemente raggruppate in base alla frazione in esame. Di seguito, verranno dapprima considerate le cause relative all’aumento della bilirubina indiretta e, successivamente, le cause legate all’incremento della bilirubina diretta.

Cause della bilirubina indiretta alta

Le cause della bilirubina indiretta alta possono essere riconducibili ad alterazioni nel processo di distruzione dei globuli rossi, come si verifica in presenza di anemie emolitiche. A questo proposito, la beta-talassemia e l’anemia falciforme sono forme di anemia che inducono un aumento dei livelli di bilirubina indiretta.

Altre affezioni patologiche che alterano la bilirubina indiretta, ripercuotendosi sui livelli di bilirubina totale, sono di natura genetica, come la benigna sindrome di Gilbert e la più grave sindrome di Crigler-Najjar. Queste condizioni ereditarie alterano la capacità del fegato di convertire la bilirubina indiretta in bilirubina diretta.

Anche alcuni farmaci possono influenzare, a causa degli effetti collaterali associati, i livelli di bilirubina indiretta: è il caso dell’antibiotico rifampicina e dei farmaci steroidei. [3] Infine, un aumento della bilirubina indiretta è associato all’ittero fisiologico che si manifesta nei neonati dopo almeno 24h dalla nascita. In questo caso, l’ittero associato ai livelli di bilirubina tende a normalizzarsi nel corso dei giorni.

Qualora la iperbilirubinemia indiretta del neonato dovesse superare i livelli ritenuti fisiologici, la condizione si classifica come patologica e può avere diverse cause. Generalmente, la causa principale è da individuarsi nell’incompatibilità tra i fattori Rh di madre e figlio.

Cause della bilirubina diretta alta

Le cause della bilirubina diretta alta sono invece correlate a patologie epatiche di origine varia che ostacolano l’escrezione della bile a partire dal fegato, determinando un incremento nei valori totali di bilirubina ematica. Tra queste patologie, generalmente di entità piuttosto grave, è possibile menzionare la cirrosi epatica, l’epatite virale o tossica, e alcune affezioni ereditarie quali le sindromi di Rotor e Dubin-Johnson.

Valori di bilirubina diretta molto alti possono inoltre essere suggestivi di un’ostruzione delle vie biliari, a sua volta conseguente a condizioni patologiche come la calcolosi della colecisti, le formazioni neoplastiche del fegato o del pancreas e le pancreatiti croniche.

Come accade per la iperbilirubinemia indiretta, anche un incremento nei valori di bilirubina diretta può derivare, talvolta, da alcuni trattamenti farmacologici e dai relativi effetti collaterali. È il caso degli antinfiammatori non steroidei (FANS), dei farmaci antibiotici a base di tetracicline, dei contraccettivi in pillola e, ancora una volta, dei farmaci steroidei. [3] Valori elevati di bilirubina diretta possono essere infine collegati ad ittero patologico del neonato, la cui causa è da ricercare in patologie a carico del fegato. [1][4]

Infine, per quanto concerne contesti non patologici, e quindi non imputabili a danni organici conclamati, anche alcuni comportamenti possono indurre un aumento temporaneo dei valori di bilirubina ematica. Un’attività fisica troppo intensa, l’assunzione costante di alcolici e, non ultima, una dieta particolarmente sbilanciata verso il consumo eccessivo di grassi animali, possono infatti configurarsi come abitudini predisponenti all’incremento dei valori di bilirubina totale.

Bilirubina alta: i sintomi

Come facilmente deducibile dai paragrafi precedenti, il sintomo principale e generalizzato della iperbilirubinemia è l’ittero, dovuto all’accumulo del pigmento in eccesso a livello dell’epidermide. Questo sintomo può essere più o meno intenso e graduale, influenzando le modalità con cui l’individuo affetto si relaziona alla vita quotidiana e alle relazioni interpersonali. L’ittero può presentarsi come unico segno, oppure associarsi ad altri sintomi della bilirubina alta.

Come già visto per le cause, anche per i sintomi occorre effettuare dei raggruppamenti in base alla tipologia di iperbilirubinemia considerata, sia essa indiretta o diretta.

Sintomi dell’iperbilirubinemia indiretta

In ragione dei processi emolitici, la iperbilirubinemia indiretta può correlarsi ad intensa astenia, in associazione con stati febbrili lievi, sensazione di nausea di variabile intensità e cefalea. [5] A diversi gradi, può inoltre insorgere uno stato di pallore a livello cutaneo, verosimilmente coperto dall’ittero.

Meno rilevabile nell’immediato, può inoltre verificarsi un aumento nel volume della milza, condizione definita come splenomegalia. Tipica della iperbilirubinemia indiretta, è l’ipercromia delle feci, le quali diventano più scure in ragione di una maggiore quantità di urobilinogeno. Inoltre, valori elevati di bilirubinemia indiretta possono dare sintomi quali difficoltà nel respirare e tachicardia, generando ulteriore disagio e preoccupazione nel soggetto.

Sintomi dell’iperbilirubinemia diretta

Sebbene l’astenia, la nausea e gli stati febbrili lievi siano presenti anche in caso di iperbilirubinemia diretta, esistono dei sintomi che spostano l’ago della bilancia verso quest’ultima condizione in maniera più specifica. Dolori ad insorgenza graduale nella parte alta dell’addome, per lo più nel quadrante destro, possono infatti essere suggestivi di ostruzione alle vie biliari o epatiti in corso.

Strettamente correlato ad una condizione ostruttiva è anche un intenso prurito, dovuto al ritorno dei sali biliari a livello ematico. [5] Tipica in caso di iperbilirubinemia diretta è anche l’ipocromia delle feci, le quali diventano più chiare in seguito al minore afflusso di bile nell’intestino. Allo stesso modo, può verificarsi un’ipercromia delle urine, che si presentano più scure a causa della maggiore quantità di bilirubina in esse trasportata.

Ecco i sintomi della bilirubina alta riassunti nella seguente tabella:

Iperbilirubinemia indiretta: Iperbilirubinemia diretta:
Ittero Ittero
Astenia o stanchezza generalizzata Dolori nella parte alta dell’addome, quadrante destro
Febbre lieve Prurito cutaneo intenso
Nausea Astenia o stanchezza generalizzata
Tachicardia Febbre lieve
Cefalea Nausea
Dispnea o difficoltà nel respiro Ipocromia delle feci
Splenomegalia (ingrossamento della milza) Ipercromia delle urine
Ipercromia delle feci

Bilirubina alta: i rischi per la salute

Qualora i valori elevati di bilirubina non siano riconducibili a condizioni fisiologiche, come la iperbilirubinemia indiretta dei neonati, oppure non siano riconducibili alla benigna sindrome di Gilbert, occorre prestare attenzione alla propria, eventuale sintomatologia, e sottoporsi ad accertamenti clinici approfonditi.

Il medico di base potrà fungere da primo supporto e indirizzare il paziente verso una visita specialistica, che in genere si esplica attraverso la figura di un gastroenterologo ulteriormente specializzato in ambito epatologico.

Indagini ulteriori relative ai livelli di bilirubina e di altri marcatori epatici, insieme agli altri opportuni approfondimenti sullo stato istologico e funzionale del fegato e delle vie biliari, sono essenziali al fine di escludere, o diagnosticare per tempo, affezioni patologiche anche molto gravi, che possono degenerare rapidamente, divenendo irrecuperabili e/o fatali. In merito a quanto appena esposto, si fa particolare riferimento alle formazioni cancerose a carico del fegato e del pancreas, alle pancreatiti e alle forme di cirrosi.

Fondamentale è inoltre il trattamento tempestivo dei neonati che mostrano livelli eccessivi di bilirubina ematica, data la neurotossicità di quest’ultima. [4] In generale è necessario condurre accertamenti clinici sul neonato con ittero classificato come patologico, al fine di trattare precocemente una eventuale malattia epatica ed evitare, quindi, di incorrere nell’insufficienza dell’organo.

Bilirubina alta: i rimedi

Quando la iperbilirubinemia è conseguenza di stati patologici accertati, è sempre opportuno restare in stretto contatto con il medico di base e con lo specialista, in particolar modo quando il monitoraggio periodico e una specifica terapia farmacologica siano stati fortemente consigliati.

In senso stretto, non è possibile definire univocamente dei rimedi per bilirubina alta, ma è, in ogni caso, opportuno prendersi cura della salute generale del fegato e delle vie biliari, da cui i suddetti valori di bilirubina possono dipendere.

Oltre alle sostanze farmacologiche di sintesi, è opportuno sottoporre al parere dei medici anche l’eventuale utilizzo di prodotti fitoterapici naturali, dal momento che alcuni principi attivi potrebbero portare al peggioramento degli stati patologici in essere.

È il caso di numerose erbe comunemente incluse nei prodotti mirati alla funzionalità epatica. Tra queste rientrano la silimarina e gli estratti di camomilla che, sebbene abbiano diverse proprietà detossificanti, depurative ed epatoprotettrici [6] possiedono anche spiccate proprietà coleretiche e colagoghe (ovvero, incrementano la produzione e la secrezione della bile), non indicate in caso di ostruzione delle vie biliari.

Considerando che lo stress ossidativo si configura come un fattore cruciale nelle varie patologie epatiche, e che esse, come è stato ampiamente esposto, si ripercuotono sui livelli di bilirubina, potrebbe essere utile ricorrere all’utilizzo di integratori a base di glutatione, beta-carotene e vitamina E, in virtù della loro azione antiossidante. [7] Per le stesse proprietà, si può ricorrere a prodotti contenenti resveratrolo e flavonoidi. [8]

Interessante anche il ruolo della curcumina, in quanto antiossidante, antinfiammatoria ed epatoprotettrice. [9][10] Tuttavia, anche l’utilizzo di questa sostanza va tenuto sotto controllo in ragione delle sue ulteriori proprietà coleretiche e colagoghe.

A causa delle potenziali interazioni con i farmaci eventualmente in uso, è anche in questo caso importante sottoporre gli integratori al parere del medico, prima di procedere con la loro assunzione.

Dieta e bilirubina alta: cosa mangiare e cosa evitare

Per quanto concerne una possibile dieta per bilirubina alta, occorre specificare che, in generale, un’alimentazione corretta dovrebbe sempre affiancarsi agli approcci terapeutici mirati al trattamento delle affezioni epatiche e delle vie biliari. È infatti ampiamente noto come alcune abitudini alimentari possano appesantire il fegato e deteriorarne la funzionalità, causando stati patologici ex novo, oppure peggiorando danni pregressi. A tal proposito, può essere utile riportare alcuni suggerimenti in merito agli alimenti da prediligere e a quelli da evitare.

Per quanto riguarda i cibi da mangiare, sarebbe buona norma avvalersi di pietanze semplici e poco elaborate, ricorrendo a carni magre, come il pollo, il tacchino e il coniglio, e a pesci magri come il merluzzo e la sogliola. Il tutto andrebbe condito con un filo di olio extravergine di oliva a crudo. Una buona alternativa è costituita dall’olio di semi di lino, in virtù delle sue spiccate proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.

È inoltre consigliabile consumare giornalmente una buona quantità frutta e verdura, in ragione del loro contenuto in fibra vegetale, vitamine e sostanze antiossidanti come i flavonoidi, di cui si è fatto accenno in precedenza. In particolare, sono da prediligere gli agrumi, i frutti rossi e le verdure a foglie verdi. Per quanto concerne le fonti glucidiche, sono consigliabili i tuberi, come le patate novelle, il riso integrale, i cereali come farro e orzo, e gli pseudocereali come grano saraceno e amaranto.

Per quanto riguarda, invece, i cibi evitare, sono altamente sconsigliate le fonti di grassi animali, trattandosi essenzialmente di grassi saturi, come i tagli di carne suina, le interiora e le frattaglie in generale. Allo stesso modo, andrebbero evitati o ridotti il burro, i formaggi particolarmente grassi e la panna da cucina.

Ancora, sarebbe opportuno ridurre il consumo di salse e sughi preconfezionati o, più in generale, dei cibi industriali, per l’elevato contenuto di grassi idrogenati. Inoltre, andrebbe evitato qualsiasi cibo sottoposto a frittura e, in caso di affezioni epatiche, gli alcolici e i superalcolici sono assolutamente controindicati. Infine, per la salute generale del fegato, è opportuno tenere sotto controllo l’apporto giornaliero di zuccheri semplici e sale da cucina.

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Dott.ssa Gabriella Reggina

La Dott.ssa Gabriella Reggina è laureata in biologia presso l’Università Federico II di Napoli e ha proseguito gli studi post-laurea in materia di nutrizione e igiene degli alimenti. È iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi.

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3 commenti

  1. Salve dottoressa, a marzo 2022 mi è stata diagnosticata una
    ANEMIA EMOLITICA AUTOIMMUNE.
    È da allora che sono sotto cura corticosteroidea e sempre itterica, con bilirubina che oscilla mel migliore dei casi a 2 peggiori 8
    Ho fatto un ciclo di Rituximab
    E sembrava che fosse tutto finito e invece dopo qualche mese siamo punto e a capo.
    Ho i sintomi descritti da lei, soprattutto dolori addominali.
    Ma in concomitanza mi è sorta a causa del troppo cortisone, la sindrome di Cusching…

  2. Buongiorno dottoressa, mio figlio di 20 anni ha la bilirubina a 1.8 massimo dovrebbe essere 1,2 cosa possiamo fare??

    1. Gentile Monica,
      in primis, occorre inquadrare le cause dei valori riscontrati, soprattutto se continuativi nel tempo. A tal proposito, è buona norma rivolgersi a uno specialista gastroenterologo/epatologo, che saprà, senza dubbio, indirizzarla verso eventuali approfondimenti e possibili soluzioni.

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