Sindrome metabolica, perché è importante riconoscerla? Ecco cos’è, sintomi, cause e cosa fare

La sindrome metabolica è una condizione patologica molto diffusa e molto pericolosa, che spesso non viene riconosciuta. Vediamo di cosa si tratta e cosa si può fare per contrastarla.

La sindrome metabolica non è una vera e propria patologia, ma una condizione che si verifica quando più fattori pongono un individuo ad alto rischio di sviluppare patologie importanti che coinvolgono tutto l’organismo.

Immagine di copertina: Sindrome metabolica

Si tratta infatti di fattori predisponenti lo sviluppo di patologie cardiovascolari, insulino resistenza, diabete, steatosi epatica. La sua incidenza si stima intorno al 25% – 35% nella popolazione italiana adulta, che tende a crescere nelle fasce di età più avanzate. Si tratta quindi di una condizione che merita molta attenzione, viste le serie conseguenze che determina. Vediamo ora, più nello specifico, cos’è la sindrome metabolica.

Cos’è la sindrome metabolica

La sindrome metabolica è una combinazione di alterazioni nel funzionamento dell’organismo, che coinvolgono vari organi e apparati, che, correlati fra loro, pongono l’individuo che ne soffre ad alto rischio di sviluppare non solo infarto e ictus, ma anche alcuni tumori. Si tratta di un quadro clinico molto complesso, le cui cause sono molteplici e spesso non facilmente determinabili, ma quasi sempre riconducibili ad uno stile di vita sbagliato, nell’ambito di fattori predisponenti.

La sindrome metabolica è definita clinicamente come una condizione in cui si verificano almeno tre dei seguenti fattori di rischio: ipertensione, ipertrigliceridemia, iperglicemia, ipercolesterolemia, elevata circonferenza addominale.

Il soggetto con sindrome metabolica è quindi spesso una persona in sovrappeso, con elevati valori di glicemia a digiuno, pressione arteriosa sistolica superiore a 130 mm Hg e diastolica superiore a 85 mm Hg e con dislipidemia, cioè alterati valori dei grassi nel sangue.

Le cause della sindrome metabolica

È spesso difficile individuare la causa dell’insorgenza della sindrome metabolica perché quasi sempre esistono più cause scatenanti associate fra loro, riconducibili a scorrette abitudini di vita, un’alimentazione non equilibrata e fattori genetici predisponenti.

Se si conduce una vita sedentaria, in cui l’attività fisica scarseggia, con un lavoro che costringe a stare seduti e non si dedica del tempo a se stessi, si rischia di accumulare peso corporeo e indebolire i muscoli.

Se a ciò si associa un’alimentazione scorretta, che predilige i cibi ricchi di zuccheri e grassi e povera di fibre, la situazione peggiora perché non si offrono all’organismo i nutrienti di cui ha bisogno per funzionare al meglio e non solo si rischia di prendere peso, ma si danneggia il sistema cardiovascolare.

L’eccesso di grassi e zuccheri alimentari si traduce nell’innalzamento dei valori ematici relativi ai lipidi e al glucosio e ciò alimenta l’infiammazione tissutale. L’associazione di altre cattive abitudini, quali ad esempio il fumo, contribuisce ad aggravare ulteriormente la situazione.

Fattori di rischio: chi è più predisposto a sviluppare la sindrome metabolica?
Dal momento che la sindrome metabolica non è una patologia a carico di un singolo organo, bensì interessa più distretti corporei, è fondamentale considerare i fattori di rischio.

Le persone candidate a sviluppare questa condizione sono innanzitutto in sovrappeso e maggiore è l’entità del sovrappeso, maggiore è la probabilità di sviluppare la sindrome metabolica. Quando si parla di sovrappeso ci si riferisce ad un eccesso di grasso corporeo, che diventa più pericoloso se localizzato nella regione addominale, per questo motivo si prende di solito in considerazione la circonferenza dell’addome, che ci dà un’idea dell’entità del grasso corporeo: è considerata pericolosa una circonferenza addominale superiore a 102 cm per l’uomo e 88 cm per la donna.

L’eccesso di grasso corporeo porta a sua volta a condizioni di dislipidemie, cioè aumentati valori di colesterolo e trigliceridi nel sangue, e a disfunzioni nel metabolismo del glucosio, con problemi di insulino resistenza e di diabete. Questi sono fattori di rischio molto elevati per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, soprattutto se associati all’ipertensione.

Ulteriori fattori di rischio per lo sviluppo della sindrome metabolica sono la scarsa attività fisica e l’avanzare dell’età, poiché il rischio di sviluppare la sindrome metabolica aumenta con l’età. Ad aggravare il rischio concorrono inoltre il fumo e l’abuso di alcool che indeboliscono e affaticano ancor di più il fegato, che può andare in contro ad una situazione di steatosi.

Un ulteriore fattore di rischio da considerare è quello genetico: se si ha un familiare affetto da sindrome metabolica oppure soltanto da una delle condizioni predisponenti (come ad esempio l’obesità oppure il diabete) si avrà un fattore di rischio in più per lo sviluppo della malattia. Si stima inoltre che il 30% dei bambini affetti da obesità sviluppi con il tempo la sindrome metabolica.

Sindrome metabolica: sintomi e segni caratteristici

La sindrome metabolica è spesso una condizione silenziosa, che non si rivela con particolari sintomi, sarebbe infatti più corretto parlare di segni caratteristici. Il paziente con sindrome metabolica è spesso in sovrappeso o francamente obeso, svolge una vita sedentaria e a volte la sua condizione è rivelata da esami diagnostici che esegue per altri motivi.

I segni caratteristici che potrebbero far pensare all’insorgenza della sindrome metabolica sono l’aumento di peso, aumentati valori di glicemia ed insulinemia, ipertrigliceridemia, ipertensione arteriosa, alterazioni nei valori relativi alla funzionalità epatica, iperuricemia, apnee notturne, problemi di coagulazione del sangue e, nelle donne, la sindrome dell’ovaio policistico.

Diagnosi della sindrome metabolica

Come abbiamo già visto, i criteri utilizzati per diagnosticare questa condizione si basano sulla coesistenza di almeno tre fra queste alterazioni: sovrappeso, iperglicemia, ipertensione, ipertrigliceridemia e ipercolesterolemia.

Per diagnosticare la sindrome metabolica è necessaria un’attenta anamnesi da parte di un medico, che ascolti il paziente e raccolga accurate informazioni sul suo stato di salute generale, sulle sue abitudini di vita e alimentari e analizzi i referti di alcuni esami diagnostici. Gli esami utili per effettuare una diagnosi sono il dosaggio della glicemia, dell’insulinemia, dei trigliceridi e del colesterolo, dei valori relativi alla funzionalità epatica e renale, la misura della pressione arteriosa, insieme alla rilevazione del peso e possibilmente della composizione corporea per valutare l’entità della massa grassa.

In breve, i segni tipici che possono portare ad una diagnosi di sindrome metabolica sono:

  • Colesterolo Hdl basso: inferiore a 40 mg/dl uomo e 50 mg/dl donna;
  • Trigliceridi con valori superiori al 150 mg/dl;
  • Pressione arteriosa superiore a 135 – 85;
  • Glicemia a digiuno superiore a 100 mg/dl;
  • Circonferenza addominale superiore a 102 cm per l’uomo e 88 cm per la donna.

Dieta e sindrome metabolica: cosa e come mangiare

La terapia per la sindrome metabolica può essere farmacologica, allo scopo ad esempio di tenere a bada la glicemia o l’iperlipidemia nel caso in cui il medico lo ritenga opportuno, ma ciò che è imprescindibile, sia che si segua una terapia farmacologica, sia che non lo si faccia, è seguire un’alimentazione adeguata, dal momento che, come abbiamo visto, il sovrappeso e l’accumulo di grasso sono fra i fattori fondamentali per lo sviluppo della sindrome metabolica.

La prima strategia da mettere in atto nel caso in cui sia diagnosticata questa disfunzione metabolica è quindi quella di seguire una dieta corretta, sana ed equilibrata, che nel caso in cui ci sia già una condizione di sovrappeso o obesità, sarà ipocalorica.

Innanzitutto è necessario “mettere ordine” nella propria dieta, trovando una regolarità. Durante la giornata sarà bene dividere gli alimenti in 5 pasti, di cui quello principale in termini calorici sarà il pranzo, seguito dalla cena e quindi dalla colazione e da due spuntini, uno a metà mattina e l’altro nel pomeriggio.

Bisognerà poi evitare gli zuccheri e le grosse fonti di grassi. I carboidrati complessi non andranno evitati, ma limitati nelle quantità, prediligendo i cereali integrali in quanto fonti di fibre, che aiuteranno a gestire la glicemia a beneficio del sistema cardiocircolatorio e dell’apparato gastrointestinale. Per sapere quali sono altre fonti naturali di fibre potete leggere il nostro approfondimento: Alimenti ricchi di fibre: quali sono?.

Anche un abbondante uso di verdure fresche sarà indispensabile. I legumi ci aiuteranno ad assumere carboidrati complessi, fibre e proteine vegetali. Il pesce, soprattutto quello azzurro, può essere liberamente consumato (anche 3 o 4 volte a settimana) in quanto fonte di grassi polinsaturi e per quanto riguarda le carni, si dovranno prediligere quelle bianche e magre.

Fra i formaggi, si dovranno scegliere solo quelli magri e freschi con un’assunzione settimanale o al massimo bisettimanale. Come condimento è consigliabile utilizzare, in quantità moderate, l’olio extravergine di oliva.

Quelli appena descritti non sono altro che i principi alimentari alla base della dieta mediterranea, che vari studi dimostrano essere quella perfetta per contrastare la sindrome metabolica. [1]

Assolutamente da evitare gli alcolici, i cibi molto grassi, le fritture, i dolci. È fondamentale inoltre tenersi idratati, bevendo acqua oppure tisane senza l’aggiunta di zucchero.

Sindrome metabolica: consigli e rimedi utili

Non esiste una cura definita e universale per la sindrome metabolica, dal momento che abbiamo visto trattarsi di una serie di disturbi e disfunzioni. Nel caso di diagnosi di sindrome metabolica il passo fondamentale da fare è quello di cambiare stile di vita, cioè abbandonare la sedentarietà ed eventuali cattive abitudini, quali il fumo di sigaretta, l’uso di alcolici e di prodotti alimentari poco salutari, quali cibi grassi, elaborati e precotti, a favore di una dieta sana, ricca di prodotti freschi.

L’attività fisica regolare e costante è alla base del percorso terapeutico. Non sarà necessario cominciare a frequentare palestre o intraprendere attività sportive particolari, basterà dedicare anche mezz’ora delle proprie giornate ad una passeggiata all’aria aperta a piedi oppure in bicicletta e sfruttare ogni possibilità di movimento.

Una volta che si è corretto lo stile di vita e l’alimentazione ci sono dei rimedi naturali e degli integratori che possono aiutare a gestire la condizione.

1 Integratori di fibre

Se con dieta non si riesce ad ottenere un adeguato apporto di fibre è possibile assumere degli integratori di fibre, che aiuteranno a gestire sia un eventuale problema nel metabolismo glucidico, sia a regolarizzare l’intestino favorendo l’eliminazione delle scorie e aiutando la corretta assimilazione dei grassi.

2 Probiotici

Anche un ripopolamento della flora batterica intestinale attraverso l’utilizzo di probiotici sarà utile non solo all’intestino, ma anche al sistema immunitario che vi risiede. [2]

3 Omega 3

Se è presente una condizione di ipertrigliceridemia è possibile fare ricorso a un integratore di omega 3, che si sono dimostrati efficaci nell’abbassare i valori dei trigliceridi e in generale nell’aiutare l’apparato cardiovascolare. [3]

4 Fitosteroli

I fitosteroli possono invece aiutare nella gestione dell’ipercolesterolemia. Un adeguato apporto di antiossidanti, che possono essere facilmente reperiti da verdure e frutta fresca, aiuta a ridurre e contrastare l’infiammazione, alla base della sindrome metabolica. [4]

Naturalmente, tutte le integrazioni andranno fatte sotto consiglio e controllo medico. Il medico potrebbe infatti ritenere opportuna una terapia farmacologica, associata ad una dieta corretta.

Prevenzione della sindrome metabolica

Dal momento che abbiamo visto che la sindrome metabolica è causata da una serie di fattori, ne consegue che si può fare molto per prevenirla e ridurre così i fattori di rischio. Bisognerà infatti fare molta attenzione al peso corporeo, riducendolo nel caso in cui ci sia una condizione di sovrappeso, con una dieta bilanciata ed ipocalorica.

Inoltre bisognerà adottare uno stile di vita sano, facendo dell’attività fisica, soprattutto se si tende ad essere inattivi oppure se si svolge un lavoro sedentario.

Teniamo conto che il fumo di sigaretta è un fattore di rischio fondamentale, che peggiora in generale le nostre condizioni di salute, con effetti infiammatori su tutto l’organismo, per cui sarà necessario smettere di fumare ed eliminare tutti gli eccessi, cercando anche di trovare una regolarità nel sonno, concedendo al nostro corpo il giusto riposo, riducendo al massimo gli stress psicofisici.

Dott.ssa Azzurra De Luca

Biologa nutrizionista con un dottorato di ricerca in Scienze Morfologiche Molecolari. Negli ultimi anni ha lavorato negli Stati Uniti presso la Stanford University nel campo della biochimica e della biologia molecolare.

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