Transaminasi alte, cosa significa? Ecco valori normali, cause e consigli su dieta e rimedi utili

I livelli di transaminasi riflettono la funzionalità epatica. Conoscere cause e rischi correlati a valori alti di transaminasi, così come i relativi rimedi nutrizionali, costituisce la base per un nuovo equilibrio.

Le transaminasi sono degli enzimi coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi. Diversamente da come accade per altre sostanze immesse con la dieta, come, ad esempio, per i grassi, un eccesso di aminoacidi non può essere stipato nell’organismo ma, al contrario, deve essere gestito e utilizzato in altro modo. Le transaminasi sono implicate nella reazione nota come transaminazione, rendendosi cruciali per il processo accennato.

Valori di trasaminasi alte

La alanina aminotransferasi (ALT) e la aspartato aminotransferasi (AST) sono le transaminasi in questione. La ALT è nota anche con l’acronimo di GPT (glutammato-piruvato transaminasi), mentre la transaminasi AST è riscontrabile con l’acronimo aggiuntivo di GOT (glutammato-ossalacetato transaminasi).

Entrambe le transaminasi sono altamente concentrate nel fegato. Tra queste, la transaminasi AST è presente in ulteriori distretti corporei, quali il cuore, i muscoli scheletrici, i reni, il cervello e i globuli rossi. Per quanto riguarda la transaminasi ALT, anch’essa è presente nei muscoli scheletrici e nei reni, sebbene in quantità inferiori. [1]

Nei paragrafi che seguono, verranno descritti i diversi aspetti inerenti alle transaminasi, cominciando dai valori ematici e dalle relative alterazioni; verranno inoltre considerate le cause, i sintomi e i rischi per la salute collegati a valori di transaminasi alti. Successivamente, verranno introdotti alcuni rimedi fitoterapici, focalizzando, infine, l’attenzione sull’alimentazione mirata.

Transaminasi: valori normali e quando sono ritenute alte

I valori relativi alle transaminasi rientrano tra le indagini di laboratorio più comuni. Nello specifico, le analisi vengono effettuate a partire da un semplice prelievo di sangue venoso, da effettuarsi a digiuno. Nell’ambito degli esami del sangue, le transaminasi sono indicate con le corrispondenti sigle, ovvero ALT/GPT e AST/GOT.

  • Valori ALT/GPT: i valori da considerarsi normali per ALT/GPT sono mediamente compresi tra 1 e 36 U/L per le donne adulte e tra 1 e 43 U/L per gli uomini adulti.
  • Valori AST/GOT: i valori normali relativi ad AST/GOT sono invece compresi tra 1 e 31 U/L per le donne e tra 1 e 35 U/L per gli uomini.

L’unità di misura indicata come U/L si riferisce, per esteso, alle unità per litro.

Molto utile ai fini diagnostici è anche il rapporto AST/ALT (oppure, GOT/GPT), il cui valore può variare a seconda di quadri patologici diversi. In condizioni normali, i valori di transaminasi rientreranno nei limiti e daranno un rapporto AST/ALT compreso tra 0,7 e 1,4. È importante sottolineare che gli intervalli numerici suddetti potrebbero differire sensibilmente a seconda del laboratorio che effettua le analisi.

Valori oltre la soglia dovrebbero essere sottoposti, in ogni caso, al parere medico. Secondo una classificazione tipica, un aumento dei valori può essere definito lieve (< 5 volte oltre il limite), moderato (da 5 a 10 volte oltre il limite) o severo (> 10 volte oltre il limite).

Perché le transaminasi sono alte? Ecco tutte le cause

Come si evince dal paragrafo precedente, le transaminasi non dovrebbero essere presenti nel circolo sanguigno se non in tracce e, in generale, transaminasi alte nel sangue possono rappresentare degli indicatori di danno epatico.

Valori elevati di transaminasi possono infatti derivare da problemi al fegato di diversa natura, come epatiti virali ed epatiti croniche, o come una condizione patologica conosciuta come “steatosi epatica non alcolica”. Inoltre, valori elevati di transaminasi possono derivare da patologie delle vie biliari o da forme tumorali a carico del fegato.

Un aumento nei livelli delle transaminasi può essere inoltre causato dall’utilizzo di alcuni farmaci. In quest’ultimo caso, sono degni di nota i farmaci antinfiammatori non steroidei e alcuni antibiotici, così come alcuni farmaci utilizzati per il controllo dei livelli di colesterolo e della glicemia. [2]

L’abuso di alcol è un’ulteriore fattore che fa alzare i valori di transaminasi, così come lo è il consumo eccessivo e prolungato nel tempo di cibi molto grassi ed elaborati. Talvolta, valori elevati di transaminasi (specialmente se i valori sono leggermente alti) possono derivare da un affaticamento epatico soltanto temporaneo e, in tal caso, una correzione decisa nello stile di vita può condurre alla normalizzazione dei valori.

Esistono, inoltre, ulteriori condizioni che possono condurre all’aumento delle transaminasi e che non coinvolgono la salute del fegato. È il caso di alcune condizioni patologiche a carico del muscolo cardiaco o dei muscoli scheletrici, così come di problematiche legate al pancreas, ai reni, e alle cellule del sangue. Anche la celiachia e alcune patologie genetiche possono rientrare tra le cause delle transaminasi alte.

Transaminasi alte: i sintomi

Considerate le cause, può essere utile accennare ai sintomi delle transaminasi alte, anticipando che un aumento nei valori può essere talvolta asintomatico e rendersi evidente con l’esito delle analisi del sangue.

In altri casi, possono comparire sintomi piuttosto generici, come la perdita di appetito, una sensazione di stanchezza persistente e uno stato di debolezza generalizzata. Inoltre, possono presentarsi nausea, vomito e dolori addominali, in un quadro generale che potrebbe indicare danni e problematiche di diversa entità. In caso di problemi conclamati al fegato, la pelle potrebbe assumere un colorito giallastro, incorrendo in una condizione nota come ittero.

Ulteriori segnali collegati a valori alti di transaminasi sono il colorito scuro delle urine e il colorito più chiaro delle feci. Anche il prurito continuo, infine, può accompagnarsi a valori alterati derivanti da problemi epatici.

I sintomi delle transaminasi alte in breve

  • Perdita di appetito;
  • Stanchezza persistente;
  • Debolezza generalizzata;
  • Nausea e vomito;
  • Dolori addominali;
  • Colorito giallastro (ittero);
  • Urine scure;
  • Feci chiare;
  • Prurito.

Transaminasi alte: i rischi per la salute

Come è stato affermato in precedenza, i livelli di transaminasi sono indicativi della salute del fegato e, qualora l’organo venisse danneggiato, queste sostanze si riverserebbero nel circolo sanguigno provocando un aumento dei relativi valori.

In riferimento alle conseguenze delle transaminasi alte e, dal momento che il fegato rappresenta un organo centrale e cruciale per la salute umana, appare evidente quanto i valori in questione debbano rientrare nei normali intervalli quantitativi. Una compromissione del fegato può arrivare infatti ad essere irreversibile se non trattata per tempo, incidendo in maniera importante sulla qualità della vita e costituendo, nei casi più gravi, un rischio per la vita stessa.

A tal proposito, è importante ricorrere al parere del medico, il quale potrà provvedere a tutti gli approfondimenti del caso e indicare al paziente cosa fare in caso di transaminasi alte. La figura medica più indicata in questo contesto è lo specialista gastroenterologo, esperto in ambito epatologico.

Transaminasi alte in gravidanza: cosa significa?

La gravidanza rappresenta un periodo fisiologico durante il quale l’organismo della donna va incontro a particolari cambiamenti e necessita, quindi, di monitoraggio costante. Può infatti verificarsi, nel corso dei mesi di gestazione, il cambiamento fisiologico di alcuni parametri.

Relativamente ai valori di transaminasi, alcune osservazioni mostrano un lieve incremento sia di ALT che di AST nel corso del terzo trimestre di gravidanza. Tuttavia, la maggior parte delle osservazioni evidenziano valori di transaminasi nella norma, imputando un eventuale aumento dei valori soltanto alle contrazioni muscolari che si verificano durante il travaglio. [3]

In definitiva, un aumento significativo nei valori di transaminasi in gravidanza e, in particolare, prima del travaglio, è da considerarsi patologico e necessita, pertanto, di indagini cliniche tempestive. In particolare, un aumento delle transaminasi può essere attribuito a patologie epatiche pre-esistenti alla gravidanza, oppure a patologie epatiche che insorgono in gravidanza, siano esse collegate, oppure no, alla gravidanza stessa.

Tra le condizioni patologiche che coinvolgono il fegato, e che sono strettamente collegate alla gravidanza, sono degne di nota la pre-eclampsia e la colestasi gravidica: entrambe le condizioni si associano a valori di transaminasi alti. [4]

Transaminasi alte: i rimedi

Sebbene sia sempre opportuno rivolgersi al proprio medico curante e/o allo specialista gastroenterologo esperto in epatologia, alcuni rimedi naturali costituiscono un valido sostegno per la salute epatica e, talvolta, per la normalizzazione dei valori di transaminasi. Nello specifico, il ruolo della fitoterapia in questo contesto sembra essere ampiamente documentato. Vediamo, quindi, i migliori rimedi per le transaminasi alte.

1 Cardo mariano

Tra i rimedi fitoterapici più noti e studiati in tale ambito spicca il cardio mariano, una pianta nota nel mondo botanico come Silybum marianum e coltivata per i suoi diversi principi attivi, complessivamente denominati “silimarina”. Tra le proprietà medicinali attribuite al cardo mariano e ai suoi principi attivi spiccano una notevole attività protettrice e rigenerante sulle cellule del fegato. [5]

2 Crisantello

Restando nell’area dei fitoterapici ad azione epatoprotettrice, anche il crisantello (Chrysanthellum americanum) sembra proteggere le cellule epatiche da varie sostanze tossiche, mostrandosi attivo in maniera importante anche verso l’alcol etilico. Ai flavonoidi contenuti nella pianta è stata attribuita, inoltre, una buona attività antiossidante. [6]

3 Rosmarino

Presente in tutte le dispense e molto apprezzato in cucina, il rosmarino (Rosmarinus officinalis) ricopre un ruolo rilevante anche in fitoterapia. Per quanto concerne la salute del fegato, alcune evidenze attribuiscono al rosmarino un’azione protettrice sul tessuto epatico, rendendosi efficace contro l’effetto tossico per il fegato esercitato da alcune sostanze chimiche. Le proprietà relative al rosmarino e ai suoi effetti benefici sulla salute del fegato, sono potenzialmente collegati alle sue spiccate attività antiossidanti e antinfiammatorie. [7]

4 Desmodio

Dalla documentata attività epatoprotettrice, antiossidante e rigenerante a livello epatico, il desmodio (Desmodium adscendens) è invece una pianta rampicante diffusa negli ambienti umidi della foresta africana, e dalla ricca composizione in sostanze bioattive. [8]

5 Carciofo

Ampiamente diffuso e apprezzato come ortaggio, il carciofo (Cynara scolymus) costituisce un importante rimedio fitoterapico per la salute epatica. Gli effetti protettivi del carciofo sulla salute del fegato, così come la relativa attività antiossidante, sono stati attribuiti ai suoi diversi componenti bioattivi, i quali si rendono utili, in aggiunta, per vari disturbi a carico del sistema gastrointestinale. [9]

Per quanto concerne i livelli di efficacia, è consigliabile utilizzare integratori contenenti più di un componente fitoterapico, al fine di ottenere un effetto sinergico. Inoltre, la formulazione di molti integratori contiene spesso ulteriori derivati botanici dal potere depurativo e diuretico, quali i derivati di tarassaco e crespino.

Dieta e Transaminasi alte: cosa mangiare e cosa evitare

Una volta considerati, in ambito fitoterapico, i rimedi per le transaminasi alte, è il momento di passare all’alimentazione. In molti casi, la dieta rappresenta infatti un aspetto essenziale per la gestione dei livelli di transaminasi e, a tal proposito, può essere utile considerare gli alimenti da evitare e quelli da prediligere.

✗ Cosa evitare

Per quanto riguarda gli alimenti da evitare, essi comprendono una serie di sostanze che, per quanto siano decisamente palatabili, si rendono complessivamente responsabili di molti effetti negativi, siano essi relativi alla salute del fegato, oppure alla salute in senso più ampio. Tra gli alimenti da evitare rientrano senza dubbio i cibi industriali e gli insaccati, così come le carni rosse, le frattaglie e diverse salse da condimento dal consistente contenuto di grassi saturi, quali panna da cucina, besciamella e maionese, seppure preparate in casa. Si aggiungono alla lista, ovviamente, gli alcolici, i superalcolici e le bevande gasate. Rientrano tra i cibi da evitare anche i dolci molto elaborati e, più in generale, l’eccesso di zuccheri semplici. Le uova e i prodotti caseari dovrebbero essere consumati con una certa moderazione, in particolare i formaggi grassi.

✓ Cosa mangiare

Relativamente agli alimenti da prediligere in caso di valori di transaminasi alti, sono consentiti tutti i cereali integrali e gli pseudocereali, così come i legumi secchi e, in generale, le verdure amidacee (patate, topinambur, mais, ecc.,). Rientrano tra i cibi consigliabili anche i pesci e le carni magre, così come le giuste quantità di oli vegetali da condimento. Tra questi ultimi, sono particolarmente indicati l’olio extravergine di oliva e l’olio di semi di lino, entrambi da consumare a crudo. Tra i prodotti caseari, è consentito consumare, occasionalmente, i formaggi magri. Completano questo gruppo di alimenti le verdure a foglia verde e la frutta fresca di stagione.

Per quanto riguarda gli strappi alla regola, essi sono consentiti se inseriti nella dieta nel modo corretto. Ad esempio, è possibile concedersi una pizza di tanto in tanto, purché sia condita con ingredienti leggeri.

In definitiva, più che impostare una vera e propria dieta per transaminasi alte, è importante saper scegliere cosa mangiare per potenziare la salute del fegato e ripristinare un certo equilibrio nell’apporto giornaliero di grassi, imparando a consumarne le giuste quantità e distinguendone le qualità più adatte. Allo stesso modo, è importante riequilibrare l’apporto calorico quotidiano e adattarlo al proprio fabbisogno energetico.

Dott.ssa Gabriella Reggina

La Dott.ssa Gabriella Reggina è laureata in biologia presso l’Università Federico II di Napoli e ha proseguito gli studi post-laurea in materia di nutrizione e igiene degli alimenti. È iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi.

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Un commento

  1. Buongiorno ho ritirato referto analisi
    Ho riscontrato il valore della S- ALANINA AMINOTRASFERA ALT /GPT a 46 ( valore ) 🥺
    Dovrei rifare il richiamo del vaccino per epatite B x questo valore .
    Grz mille

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