Fitoestrogeni, un aiuto in menopausa e non solo: a cosa servono, dove si trovano e come usare gli integratori

I fitoestrogeni sono componenti utili per il benessere della donna e dell’uomo. Ecco a cosa servono e come assumerli.

I fitoestrogeni (o estrogeni vegetali) sono sostanze naturali che agiscono in modo simile agli estrogeni e costituiscono l’oggetto di numerose indagini scientifiche. Nei paragrafi seguenti, forniremo dei dettagli sulle loro proprietà, soffermandoci sugli effetti documentati per il benessere, soprattutto femminile. Vedremo, successivamente, come ricavarli con l’alimentazione e gli integratori, valutandone anche le possibili controindicazioni.

Integratori e alimenti con fitoestrogeni

Fitoestrogeni: cosa sono e a cosa servono

Scoperti alla fine del diciannovesimo secolo, i fitoestrogeni sono componenti vegetali dotati di proprietà estrogeniche. In virtù di somiglianze strutturali, tali componenti agiscono, infatti, in modo simile agli estrogeni (attività similestrogenica), che sono i principali ormoni sessuali femminili.

Il ruolo naturale dei fitoestrogeni è, intuibilmente, funzionale al ciclo vitale della pianta produttrice. In particolare, queste sostanze possono proteggere l’organismo vegetale dalle infezioni microbiche, impedire a piante “concorrenti” di crescere nelle vicinanze, oppure partecipare alle associazioni simbiotiche che caratterizzano il mondo botanico.

Sulla base delle conoscenze attuali, i fitoestrogeni presentano alcune proprietà benefiche per la salute umana, attribuibili alla loro capacità di legarsi ai recettori degli estrogeni. In particolare, queste sostanze sono in grado di ridurre i disturbi dovuti ad una carenza o ad un eccesso di questi ormoni. Valuteremo questo aspetto tra poco. A seconda delle relative caratteristiche chimiche, i fitoestrogeni vengono raggruppati in isoflavoni, lignani, cumestani e lattoni. Questi ultimi due gruppi, tuttavia, non si associano a effetti degni di nota per l’uomo.

Le proprietà dei fitoestrogeni sulla salute femminile

Tra le proprietà dei fitoestrogeni, gli effetti sui sintomi della menopausa sono quelli più documentati e dibattuti. Secondo una meta-analisi [1], che ha confrontato diversi farmaci e vari trattamenti naturali per i sintomi di questa fase fisiologica, gli isoflavoni si identificano come componenti di una certa efficacia. Gli isoflavoni della soia, in particolare, rientrano tra i rimedi più popolari per il benessere della donna. In una seconda meta-analisi [2] viene mostrata l’efficienza degli isoflavoni di soia nella riduzione delle vampate di calore, sebbene vengano evidenziate diverse settimane di trattamento per risultati apprezzabili. Talvolta, gli isoflavoni possono rivelarsi utili anche per il trattamento del ciclo mestruale irregolare.

Per quanto riguarda gli effetti dei fitoestrogeni sulla salute delle ossa, gli studi effettuati sui lignani sono scarsi, mentre quelli relativi a cumestani e lattoni (anche per la potenziale tossicità di alcuni componenti) riguardano solo indagini in vitro o su modelli animali. I dati più rilevanti riguardano, ancora una volta, gli isoflavoni della soia. Due pubblicazioni [3,4], in particolare, suggeriscono la potenzialità di queste sostanze nel preservare la densità ossea della spina dorsale nelle donne in menopausa. In ogni caso, l’efficacia viene mostrata per dosi elevate, e quindi superiori a 80 mg al giorno.

Interessanti, seppur dibattuti, gli effetti degli isoflavoni della soia sul profilo lipidico. Gli effetti della soia sul colesterolo ematico sono stati indagati a lungo. Una meta-analisi degli studi clinici inerenti [5] ne riporta la sensibile efficacia, sia sui livelli di colesterolo LDL sia sul colesterolo totale. Tuttavia, si pensa anche che questi effetti siano, in parte, dovuti alla sostituzione delle fonti proteiche animali, che apportano colesterolo, con la soia, che invece non ne apporta.

Alcune indagini, inoltre, attribuiscono agli isoflavoni della soia, e anche agli alimenti a base di soia, una riduzione del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Altri studi, più prudenti, evidenziano una possibile correlazione solo con alcuni isoflavoni, solo con alcune tipologie di cibo, o solo in alcune popolazioni [6].

Agli isoflavoni vengono attribuite anche potenzialità anti-ipertensive. A tal proposito, questi componenti sembrano agire sulla vasodilatazione, aumentandola, ma anche incrementare l’escrezione del sodio e inibire l’attività dell’enzima ACE (enzima di conversione dell’angiotensina), implicato nella regolazione della pressione sanguigna [7].

Degni di nota, tra le altre cose, gli effetti sulla pelle. Si è visto, in effetti, che i fitoestrogeni possono agire da antietà a livello cutaneo attraverso i recettori degli estrogeni, oppure aumentando la produzione di alcune sostanze, quali collagene, acido ialuronico e matrice proteica extracellulare. Nel complesso, i fitoestrogeni possono migliorare la vascolarizzazione della pelle, ma anche prevenire lo stress ossidativo e la morte cellulare [7,8].

Gli effetti dei fitoestrogeni sulla salute maschile

In modo intuibile, anche il soggetto maschile può trarre vantaggio da alcune proprietà attribuite ai fitoestrogeni, come gli effetti anti-ipertensivi e l’azione riequilibrante sul profilo lipidico.

Inoltre, sulla base delle conoscenze attuali, gli isoflavoni della soia vengono associati, nelle popolazioni asiatiche, a un rischio ridotto di contrarre il cancro alla prostata. Tra le sostanze in questione, sono stati indagati la genisteina e la daidzeina, sebbene un metabolita secondario di quest’ultima, l’equolo, appaia più interessante poiché più potente a livello biologico. Studi in vitro, in particolare, mostrano che l’equolo può inibire la crescita delle cellule tumorali. Si tratta, ad ogni modo, di evidenze soltanto preliminari che richiedono più ampie conferme a livello clinico [9].

Per quanto concerne gli effetti dei fitoestrogeni, e degli isoflavoni in particolare, sui livelli di testosterone, non sembra esserci nessun impatto negativo [10].

Dove si trovano i fitoestrogeni negli alimenti

I fitoestrogeni sono ricavabili facilmente da una dieta ricca di cibi vegetali. Oltre che nella soia e nei suoi derivati, che apportano quantità importanti di isoflavoni, i fitoestrogeni sono contenuti anche negli altri legumi. Lenticchie, piselli e fagioli sono anch’essi una fonte di isoflavoni (in quantità minore), sebbene apportino anche lignani. Quest’ultima tipologia è ricavabile anche dalla frutta secca a guscio, come le noci, e dai semi oleosi, come i semi di lino e i semi di sesamo. Cibi ricchi di fitoestrogeni, e per lo più di lignani, sono anche i cereali integrali e l’olio d’oliva, così come le verdure e la frutta fresca. Per una visione d’insieme, riportiamo di seguito una tabella con gli alimenti contenenti i fitoestrogeni.

Alimenti: Tipologia di fitoestrogeni:
Soia e derivati della soia

isoflavoni (daidzeina, genisteina, gliciteina)
Altri legumi (es.: lenticchie, piselli, fagioli) isoflavoni, lignani
Frutta secca a guscio (es.: noci) lignani
Semi oleosi (es.: semi di lino, semi di sesamo) lignani
Cereali integrali (es.: frumento, riso, orzo) lignani
Olio d’oliva e altri oli vegetali lignani
Verdura e frutta fresca lignani

Fitoestrogeni e menopausa: effetti, benefici e rischi

Nel paragrafo relativo alla proprietà, abbiamo accennato all’utilità dei fitoestrogeni, e soprattutto degli isoflavoni della soia, nella gestione della menopausa. Una fonte eccellente di isoflavoni è rappresentata, tra l’altro, anche dal trifoglio rosso (Trifolium pratense), una specie ricorrente tra i fitoterapici dedicati al benessere femminile. A prescindere dalla fonte, gli isoflavoni vengono impiegati nel trattamento dei sintomi vasomotori classici, ovvero vampate di calore e sudorazioni notturne, così come per attenuare insonnia, irrequietezza e secchezza vaginale. Talvolta, essi possono rivelarsi utili anche in premenopausa, per la gestione blanda di un ciclo mestruale irregolare.

L’entità degli effetti benefici sui sintomi della menopausa può variare a seconda della dose e di vari fattori soggettivi. Non ultima, l’efficienza della flora intestinale nel ricavare equolo dagli isoflavoni di partenza assunti (la daidzeina in particolare). L’equolo, come accennato in precedenza, è una sostanza secondaria molto più attiva rispetto al suo precursore, risultando più efficace sui disturbi descritti.

Per quanto concerne i rischi correlati al consumo dei fitoestrogeni in menopausa, valgono le indicazioni per la popolazione generale, per cui si rimanda al paragrafo sulle controindicazioni. Sul legame tra assunzione di fitoestrogeni e malattia oncologica pregressa (in particolare al seno), è bene parlarne con l’oncologo di fiducia, dal momento che la questione risulta, ad oggi, ancora molto dibattuta.

Integratori ai fitoestrogeni: quali scegliere e quando assumerli

Gli integratori di fitoestrogeni sono disponibili in commercio, per lo più, sotto forma di capsule e compresse. In genere, queste preparazioni si compongono di isoflavoni della soia o da trifoglio rosso, presenti come unico principio attivo o in associazione con altri componenti bioattivi. Questi sono rappresentati, in genere, da vitamina D, calcio e sali minerali, ma anche da estratti vegetali di agnocasto, cimicifuga e magnolia.

Il dosaggio consigliato per i fitoestrogeni è di circa 60 mg al giorno. Ciascun integratore, in ogni caso, avrà una formulazione specifica, posologie e modalità di utilizzo corrispondenti. È preferibile, dunque, attenersi sempre alle indicazioni fornite dalla casa produttrice.

In linea di massima, si tratta di prodotti indicati e utili per i sintomi della menopausa, da utilizzare previo consulto medico/ginecologico. È importante, prima di assumere questi integratori, segnalare al medico qualsiasi allergia, patologia o terapia farmacologica in corso.

I fitoestrogeni sono utili per l’aumento del seno?

Un aspetto da chiarire riguarda l’efficacia dei fitoestrogeni in relazione alla grandezza del seno. È risaputo, in effetti, che fluttuazioni degli estrogeni circolanti si associano, come accade durante il ciclo mestruale o in gravidanza, a maggiore turgore mammario. Come accennato nella parte introduttiva, i fitoestrogeni agiscono, nel corpo umano, con un’azione simile a quella degli estrogeni di origine endogena. Tuttavia, rispetto a questi ultimi, si tratta di effetti più blandi e non esattamente sovrapponibili. L’assunzione dei fitoestrogeni con lo scopo di conferire volume al seno può rivelarsi, talvolta, fallimentare.

Potrebbe risultare più utile, invece, l’applicazione di un olio di fieno greco, contenente il fitoestrogeno diosgenina, al fine di favorire l’elasticità della pelle e tonificare i tessuti a livello locale. Per migliorarne l’efficacia, è sicuramente utile abbinarvi una regolare attività fisica. Sempre il fieno greco, assunto attraverso integratori, viene utilizzato tradizionalmente per mettere su peso e sembra contribuire positivamente anche ad un aumento del seno. Tuttavia, la sua efficacia può variare da persona a persona e sono necessarie ulteriori ricerche per stabilire il suo impatto sulle dimensioni del seno.

Controindicazioni dei fitoestrogeni e quando non usarli

Non si conoscono, ad oggi, effetti collaterali associati all’assunzione di fitoestrogeni attraverso gli alimenti. Nei dosaggi opportuni, anche l’apporto tramite integratori risulta tendenzialmente sicuro, sebbene non siano da escludersi lievi sintomi gastrointestinali. A scopo del tutto precauzionale, lo stato di gravidanza e l’allattamento rientrano tra le controindicazioni dei fitoestrogeni ricavabili dagli integratori.

In relazione alla soia, i soggetti allergici dovranno prestare particolare cautela, al fine di evitare potenziali reazioni avverse. Patologie di ogni tipo, presenti o pregresse, vanno segnalate al medico curante prima di assumere prodotti a base di fitoestrogeni, così come terapie ormonali, ulteriori trattamenti farmacologici o assunzione di altri integratori.

Bibliografia

  • [1] Vasomotor symptoms resulting from natural menopause: a systematic review and network meta-analysis of treatment effects from the National Institute for Health and Care Excellence guideline on menopause – PubMed (nih.gov)
  • [2] Quantitative efficacy of soy isoflavones on menopausal hot flashes – PubMed (nih.gov)
  • [3] Effect of soy isoflavone extract supplements on bone mineral density in menopausal women: meta-analysis of randomized controlled trials – PubMed (nih.gov)
  • [4] Effect of long-term intervention of soy isoflavones on bone mineral density in women: a meta-analysis of randomized controlled trials – PubMed (nih.gov)
  • [5] A Meta-Analysis of 46 Studies Identified by the FDA Demonstrates that Soy Protein Decreases Circulating LDL and Total Cholesterol Concentrations in Adults – PMC (nih.gov)
  • [6] Phytoestrogens and Health Effects – PubMed (nih.gov)
  • [7] Phytoestrogens and Their Health Effect – PubMed (nih.gov)
  • [8] Recent advances in the anti-aging effects of phytoestrogens on collagen, water content, and oxidative stress – PubMed (nih.gov)
  • [9] The Use of Soy Isoflavones in the Treatment of Prostate Cancer: A Focus on the Cellular Effects – PubMed (nih.gov)
  • [10] Neither soy nor isoflavone intake affects male reproductive hormones: An expanded and updated meta-analysis of clinical studies – PubMed (nih.gov)

Dott.ssa Gabriella Reggina

La Dott.ssa Gabriella Reggina è laureata in biologia presso l’Università Federico II di Napoli e ha proseguito gli studi post-laurea in materia di nutrizione e igiene degli alimenti. È iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi.

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