Perché il metabolismo rallenta con l’età?

A una certa età, il metabolismo diviene meno efficiente: vediamo perché accade e come comportarsi in prospettiva di tale cambiamento.

Il termine “metabolismo” indica l’insieme delle reazioni biochimiche che si verificano nelle cellule del nostro organismo, permettendogli di accrescersi, svilupparsi e, nel complesso, di funzionare nel modo ottimale. Le reazioni metaboliche sono strettamente collegate all’alimentazione giornaliera, e dunque alla disponibilità di sostanze nutritive, le quali vengono demolite per produrre energia.

Il metabolismo rallenta con eta

Tra gli argomenti ad oggi più dibattuti in ambito nutrizionale e, più in generale, salutistico, rientrano il rallentamento metabolico correlato all’età e la sua gestione ottimale.

Sebbene gli studi scientifici pregressi propongano l’inizio del calo metabolico in età ancora giovanile, uno studio molto recente [1] sembrerebbe stravolgere tale visione, evidenziando una certa stabilità metabolica tra i 20 e i 60 anni, e una diminuzione del metabolismo dopo quest’ultima soglia di età.

Dunque, perché il metabolismo rallenta con l’età? E come accelerare il metabolismo? Vediamo di seguito le cause di tale meccanismo e cosa fare per affrontarlo al meglio.

Perché il metabolismo rallenta con l’età

Sulla base delle conoscenze attuali, il metabolismo rallenta, in maniera concomitante e fisiologica, con la riduzione delle attività cellulari e con l’assottigliarsi del tessuto muscolare che si verifica nel corso del tempo. I muscoli del nostro corpo contribuiscono infatti al metabolismo, ed è per questo motivo che la diminuzione della massa muscolare si associa al fenomeno in questione. Questo processo si rende più marcato in assenza di attività fisica, e dunque in corrispondenza di uno stile di vita sedentario, che spesso si associa al progredire dell’età. In generale, altri fattori rilevanti, come la predisposizione genetica e, talvolta, la presenza di alcuni stati patologici incidono sull’efficienza del metabolismo.

Discorso differente per le donne in menopausa: durante questa fase della vita, infatti, si ha un calo nella produzione del progesterone e una conseguente diminuzione del metabolismo basale. In pratica si tende a bruciare meno calorie e, quindi, a mettere su qualche chilo di troppo se non mettiamo in atto alcune buone abitudini (dieta, stile di vita, attività fisica).

Come accorgersi che il metabolismo sta rallentando

A questo punto, è stato dunque spiegato come l’efficienza del metabolismo diminuisca contestualmente a una certa fase della vita. L’opinione comune vuole che l’aumento del peso con l’età costituisca un segnale importante di rallentamento metabolico. Per molto tempo, e fino alle evidenze più recenti, si era soliti associare la difficoltà nel perdere il peso in eccesso, così come la relativa facilità con cui il peso viene invece acquisito, al calo metabolico.

I nuovi dati circa la stabilità del metabolismo fino ai 60 anni sembrerebbero confutare questa convinzione comune, associando le difficoltà nel preservare la forma fisica allo stile di vita e a cambiamenti biologici che non coinvolgono direttamente il metabolismo.

Sempre sulla base delle recenti evidenze, il declino metabolico che si verifica dopo i 60 anni di età potrebbe invece correlarsi alle difficoltà nel perdere l’eventuale peso in eccesso.

Come evitare che il metabolismo rallenti con l’età

In precedenza, è stato chiarito come il fenomeno in questione abbia una base fisiologica e si adatti al normale andamento del ciclo vitale. Tuttavia, quando il metabolismo rallenta, e sebbene sia preferibile iniziare molto prima, è buona norma prestare attenzione ad alcuni aspetti comportamentali e nutrizionali.

A tal proposito, è importante mantenersi attivi e praticare un’attività fisica costante, alternando esercizi di forza/potenza a esercizi di resistenza. L’attività fisica è infatti essenziale al fine di aumentare il dispendio energetico, preservare il tessuto muscolare e stimolare i processi metabolici che si verificano nelle cellule [2]. Come accennato poco fa in modo generale, è preferibile praticare un’attività fisica costante fin dalla giovane età, evitando di ricorrere ad essa soltanto più avanti nel tempo (a 45 anni, ad esempio, oppure a 50 anni di età).

Allo stesso modo, è importante curare l’alimentazione giornaliera, adattandola alle reali esigenze dell’organismo. In particolare, l’introito calorico dovrà corrispondere al fabbisogno energetico del soggetto, al fine di non incorrere in un surplus calorico e nel conseguente accumulo di grasso corporeo.

Nella composizione dei pasti, nessun macronutriente dovrà essere escluso, inserendo la giusta quantità di grassi, carboidrati e proteine. Queste ultime sono essenziali per la salute del tessuto muscolare e, insieme al frazionamento della dieta in pasti giornalieri più piccoli e frequenti, contribuiscono in modo importante alla cosiddetta termogenesi indotta dalla dieta, ovvero un aumento del dispendio energetico legato ai processi digestivi [3].

Si dovrà inoltre tenere conto di un apporto sufficiente di micronutrienti, dal momento che vitamine e sali minerali sono essenziali per il verificarsi delle reazioni metaboliche.

Conclusioni

Nei paragrafi precedenti abbiamo discusso di metabolismo e delle variazioni che si verificano nella relativa efficienza. Il calo metabolico è un processo fisiologico, e non è quindi possibile bloccarne il decorso. Tuttavia, alcuni accorgimenti comportamentali e nutrizionali si rendono consigliabili in prospettiva di tale fase per rallentarne i processi.

Come avete affrontato i cambiamenti del vostro metabolismo? Siete già abituati ad uno stile di vita attivo e nutrizionalmente equilibrato? Raccontateci la vostra esperienza lasciando un commento.

Dott.ssa Gabriella Reggina

La Dott.ssa Gabriella Reggina è laureata in biologia presso l’Università Federico II di Napoli e ha proseguito gli studi post-laurea in materia di nutrizione e igiene degli alimenti. È iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi.

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