Come riconoscere e affrontare una colite? Ecco sintomi, cause, tipologie e alimentazione consigliata

La colite è una condizione pittosto comune che può determinare una serie di disturbi. Scopriamo i sintomi, le cause e alcuni consigli su cosa fare per ridurre il fastidio.

Il colon è il tratto finale del nostro intestino e si divide in quattro parti, denominate colon ascendente, colon trasverso, colon discendente e sigma. La sua funzione è quella di modulare secrezione e assorbimento di acqua e sali, inoltre è deputato alla sintesi di alcune vitamine.

Colite: cause, sintomi ed esami consigliati

La popolazione batterica in esso contenuta forma il cosiddetto “microbiota”, il quale è oggetto di studi sempre più approfonditi ed il cui equilibrio sembra rivestire un’importanza fondamentale per lo stato di salute generale della persona.

Nel momento in cui una persona accusi alcuni sintomi che potrebbero indirizzare verso la diagnosi di colite, è necessario che effettui una visita medica. Caso per caso andranno valutate le opportune ipotesi diagnostiche e se necessario eseguiti esami di approfondimento (esami del sangue, ecografia addominale, colonscopia o altri).

Le tipologie di colite

Si precisa che con il termine colite si è soliti indicare una situazione di carattere infiammatorio riferita al colon, ovvero alla parte finale del canale digestivo. Tale infiammazione può essere prevalentemente di due tipi: acuta, quando improvvisa e di durata limitata, o cronica se perdura nel tempo. Si possono poi distinguere anche in primitive (quando la colite rappresenta una patologia a se stante, con una sua eziopatogenesi propria) e secondarie (quando i sintomi intestinali sono secondari ad una differente patologia in un’altra parte dell’organismo).

Pertanto, non esiste un unico tipo di colite e alcune tipologie possono risultare più gravi di altre. La colite più diffusa è la colite nervosa o colite spastica, meglio conosciuta come sindrome dell’intestino irritabile.

Altre tipologie di colite sono la colite ischemica, dovuta a un deficit dell’apporto di sangue al colon causato nella maggior parte dei casi dall’occlusione dell’arteria mesenterica inferiore, la colite fulminante, con un’evoluzione molto rapida, e la colite infettiva: in questo caso l’infiammazione è dovuta all’azione di microrganismi patogeni di origine sia batterica, sia virale ed è spesso legata a fenomeni di intossicazione alimentare.

Ricordiamo anche la colite microscopica, una tipologia di colite caratterizzata dai soliti sintomi e identificata solo da un esame istologico. Infine, un’ulteriore tipologia di coliti è la colite ulcerosa, una patologia autoimmune che interessa dapprima il retto e si estende successivamente anche al colon e che è caratterizzata da fasi di attività della patologia, in cui la mucosa intestinale è infiammata, arrossata e presenta lesione ulcerose, e fasi di completa remissione. Anche in questo caso, come nella colite nervosa, lo stress gioca un ruolo importante nell’aggravamento dei sintomi.

Diversa dalla colite ulcerosa, ma spesso sovrapponibile è la colite di Crohn, termine con cui si identifica la malattia di Crohn quando colpisce unicamente l’intestino crasso.

Sintomi della colite

I sintomi principali della colite sono dolore addominale più o meno intenso, distensione post-prandiale, stitichezza o diarrea, che spesso si alternano. Può comparire anche dolore al basso ventre, generalmente localizzato nella parte destra o sinistra.

Tuttavia, come abbiamo visto, esistono differenti tipi di colite, che comprendono sintomi differenti ma che, talvolta, potrebbero presentarsi o esordire con una sintomatologia simile.

Riassumendo quindi, in caso si presenti una colite, i sintomi coinvolgono il grosso intestino e possono essere riconosciuti in uno o più dei seguenti punti:

  • Diarrea o stitichezza;
  • Nausea;
  • Tenesmo (sensazione di dover evacuare, senza però riuscire);
  • Crampi addominali;
  • Dolore al fianco destro o sinistro;
  • Pancia gonfia;
  • Meteorismo (presenza di gas) e borborigmi;
  • Sazietà precoce;
  • Alitosi.

È sempre necessaria una visita medica, in grado di fornire una diagnosi, di valutare la necessità o meno di terapia farmacologica e di escludere patologie gravi e/o di pertinenza chirurgica (ad esempio, l’addome acuto).

Cause della colite

Vista la complessità del disturbo, attualmente non è possibile stabilire con certezza quale sia la causa della colite e per questo è più corretto parlare di “fattori concausali”, ossia di differenti fattori che, nel loro insieme, determinino la manifestazione della sindrome del colon irritabile (o più generalmente colite).

Tuttavia, la colite è una patologia che può insorgere in modo acuto, spesso con un quadro di gastroenterite batterica o virale. In questo caso si parla di colite acuta e sarà necessario porre attenzione all’idratazione e al riequilibrio della flora intestinale, in associazione o meno a terapia antibiotica o di altro genere.

Altre volte la colite è un disturbo di natura cronica (colite cronica), inquadrato all’interno di differenti situazioni patologiche di cui alcune tra le più rappresentative sono la sindrome del colon irritabile, le malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD: inflammatory bowel disease) e la celiachia.

Esistono ipotesi secondo le quali tutte le situazioni che creano un forte stato di stress potrebbero scatenare o intensificare i sintomi della colite nelle persone predisposte.

Altre ipotesi invece, considerano la colite come conseguenza di una precedente infezione batterica, specie da Salmonella o Shigella. Secondo altre teorie, invece, sarebbe una comunicazione anomala nell’asse cervello-intestino a causare l’insorgenza della sindrome. La superficie interna del colon, l’epitelio, è controllata sia dal sistema immunitario, sia dal sistema nervoso centrale, e regola il transito dei fluidi ivi presenti.

Un’altra causa della colite può essere una dieta scorretta e/o errate abitudini alimentari, le quali possono influire negativamente, non solo in termini di “che cosa si mangia” ma anche di “come si mangia”: mangiare di fretta, non consumare pasti regolari, bere abitualmente alcolici in quantità eccessive, eccedere con il caffè o con altri stimolanti sono alcune delle abitudini che potrebbero favorire l’insorgenza o l’esacerbazione dei sintomi intestinali caratteristici.

Ci sono anche alcuni farmaci, come antibiotici, terapie ormonali o corticosteroidi, soprattutto se protratti per lunghi periodi, che potrebbero, anche temporaneamente, contribuire all’innesco della patologia.

In molti casi di colite, soprattutto in disturbi cronici ma anche nei casi acuti, il microbiota intestinale risulta alterato in vario modo. Pertanto sarebbe sempre necessario adottare delle misure in grado di migliorare la sua composizione, in particolare fermenti lattici adeguatamente selezionati e/o “microrganismi effettivi”.

Contro la colite esistono rimedi naturali efficaci per ritrovare il benessere intestinale. Per approfondimenti vi invitiamo a leggere il nostro articolo sui Rimedi naturali per la Colite.

Consigli di alimentazione contro la colite


Anche i consigli alimentari si devono distinguere a seconda del tipo di disturbo (acuto o cronico).

In caso di colite acuta (ossia ad insorgenza rapida e transitoria, che nella maggior parte dei casi autolimitantesi), sarà necessario per qualche giorno limitare l’apporto di scorie con la dieta e sospendere momentaneamente il consumo di frutta e verdura crude. Saranno da eliminare anche i dolci, gli alcolici, gli alimenti confezionati, i cibi piccanti, il caffè, il latte e i latticini. Sarà possibile consumare patate lessate e riso bianco lessato, successivamente carne bianca o pesce al vapore e carote lessate, mele e banane, inoltre fette biscottate con the o tisane.

In caso di disturbi cronici invece, è da valutare la situazione caso per caso. Quasi sempre è necessario un approccio individualizzato, quindi è difficile la stesura di consigli alimentari validi per tutti.

Sotto la supervisione medica, spesso è consigliabile eseguire anche dei test specifici per la ricerca di eventuali intolleranze alimentari, che sempre più laboratori effettuano (ricerca di IgG specifiche tramite analisi del sangue). Le intolleranze alimentari differiscono dalle allergie in diverso modo, tra cui un punto importante è quello di essere talvolta transitorie. In questi casi, andrà condotta una sospensione temporanea degli alimenti non tollerati, seguita da una reintroduzione con modi e tempi adeguati.

Il consumo di alimenti integrali e di legumi va valutato caso per caso, perché in alcuni momenti potrebbe non essere ben tollerato. Un discorso simile vale anche per l’introduzione di molta frutta e verdura: in generale, l’introduzione di fibre va valutata individualmente perché, sebbene in molti casi possa essere benefica, in altri potrebbe determinare un certo tipo di aggravamento.

Consigli validi sempre sono invece quelli di mantenere un consumo di acqua adeguato, pari ad almeno 1,5 lt fuori dai pasti, e di dedicare il giusto tempo al consumo degli alimenti. La masticazione deve essere svolta lentamente e con i tempi corretti, il pasto va consumato con lentezza e calma e vanno eliminate le abitudini a mangiare di corsa o in piedi.

Lo stress sicuramente può influenzare il benessere intestinale in vario modo, quando si parla in particolare di disturbi cosiddetti “funzionali” (ossia in cui gli accertamenti condotti per escludere patologie “organiche” sono risultati negativi): anche una gestione o riduzione dello stress, quindi, può portare beneficio e ridurre la sintomatologia o la sua intensità.

Anche la costanza nell’attività fisica, infine, sembra portare beneficio in pazienti che soffrono di colite. È possibile iniziare da esercizi “dolci”, come il camminare, il nuoto o altri esercizi in acqua o lo yoga, associando queste abitudini ad un corretto regime nutrizionale.

Anche voi soffrite di colite? Se è stato utile questo articolo o se volete condividere con noi altri rimedi naturali, scriveteci nei commenti.

Approfondimenti sui sintomi correlati alla colite:

Dott.ssa Beatrice Andreoli

Medico chirurgo, laureata presso l’università di Verona. Ha conseguito il Master internazionale in Nutrizione e dietetica applicata presso l’università politecnica delle Marche (sede di Ancona) e il diploma triennale in Agopuntura energetica e tradizionale presso l'Associazione Italiana Agopuntura di Roma.

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3 commenti

    1. Salve Roberto, in generale quando si parla di colite il dolore si sviluppa a livello della parte inferiore dell’addome (sotto l’ombelico) e si accompagna a irregolarità intestinali come episodi di stitichezza e/o di diarrea. Il mal di pancia è un termine generico che può indicare anche questa situazione. Se il dolore è concentrato nella parte superiore dell’addome (sopra l’ombelico) e si associa a bruciore di stomaco o rigurgito acido, invece, è probabile sia un episodio di gastrite. Per quanto riguarda l’influsso “negativo” della mente quello che può fare è ascoltare il suo corpo e valutare se i sintomi peggiorano in situazioni stressanti. In ogni caso se il dolore è cronico le consiglio una visita con un buon gastroenterologo per una valutazione approfondita della problematica!
      Dott.ssa Stefania Cocolo

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