Rafano, digestivo e antinfiammatorio: ecco proprietà, benefici e controindicazioni
Piccante e aromatico, il rafano è fonte di preziosi nutrienti e sostanze che gli conferiscono proprietà digestive, diuretiche, analgesiche e antinfiammatorie.
- Calorie e valori nutrizionali
- Proprietà nutritive del rafano
- Benefici del rafano
- Quanto rafano si può mangiare?
- Come usare il rafano in cucina
- Rafano bianco, nero e wasabi: le differenze
- Controindicazioni ed effetti collaterali
- Dove si compra il rafano
Il rafano, detto anche barbaforte o cren, è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Crucifere il cui nome botanico è Armoracia rusticana. Il rafano raggiunge un’altezza massima di circa un metro e cresce spontaneamente in terreni umidi e con un clima temperato.
Si raccoglie in autunno, a partire dai due anni della pianta. La pianta è caratterizzata da foglie verde scuro, fiori con quattro petali e radice carnosa e cilindrica dalla polpa bianca o giallastra, rivestita da una buccia ruvida e scura.
La radice è conosciuta da secoli per le sue proprietà benefiche. Ha un sapore molto particolare, dolce ma piccante e balsamico con un aroma che ricorda quello della senape. Approfondiamo ora le proprietà del rafano e i suoi valori nutrizionali.
Rafano: calorie e valori nutrizionali
La radice di rafano è composta per la maggior parte da acqua e presenta una buona quantità di fibre. Questo alimento ha poche calorie, circa 48 kcal per 100 grammi. Presenta buone quantità di vitamina C e antiossidanti quali beta-carotene, luteina e zeaxantina. Contiene inoltre solfuro di allile e sinigrina, composto presente anche nella senape dalle spiccate proprietà antibatteriche e responsabile, tra le altre cose, del sapore deciso e piccante del rafano.
Valori nutrizionali per 100g di rafano: | |
---|---|
Acqua | 95 g |
kcal | 48 |
Proteine | 1,2 g |
Grassi | 0,7 g |
Carboidrati | 11 g |
Fibre | 3,3 g |
Ferro | 0,4 mg |
Sodio | 420 mg |
Potassio | 246 mg |
Magnesio | 27 mg |
Vitamina C | 24,9 mg |
Vitamina A | 2 UI |
Vitamina B6 | 0,1 mg |
Indice glicemico | 24 |
Colesterolo | 0 g |
Rafano: proprietà nutritive
Come abbiamo anticipato sopra, la radice del rafano è particolarmente ricca di potassio e fibre ma anche di altri antiossidanti quali vitamina C, betacarotene, luteina e zeaxantina. Vediamo in dettaglio le caratteristiche dei componenti maggiormente rappresentati.
- Vitamina C: dato il suo alto contenuto di Vitamina C, anticamente il rafano veniva usato per contrastare lo scorbuto cioè una patologia derivante dalla carenza di questa vitamina. La vitamina C, oltre che essere un potente antiossidante, ha un ruolo fondamentale nel potenziamento del sistema immunitario, proteggendo da raffreddore e influenza. È fondamentale per l’assorbimento del ferro presente negli alimenti vegetali e per la sintesi di collagene;
- Potassio: questo elemento è in grado di equilibrare il flusso sanguigno, riducendo la pressione arteriosa e svolge un’attività regolatrice anche sul battito cardiaco;
- Fibre: il rafano ha un buon contenuto di fibre che, stimolando il transito intestinale, aiutano in caso di stipsi e favoriscono l’eliminazione delle tossine. Esse inoltre riducono i livelli di glucosio nel sangue e di colesterolo;
- Betacarotene: si tratta di un pigmento vegetale, in particolare un carotenoide, precursore della vitamina A che è indispensabile per la crescita e il differenziamento cellulare. Agisce contro i radicali liberi, quindi ha un’azione antiossidante;
- Luteina e zeaxantina: sono altri due carotenoidi contenuti nell’area centrale della retina, responsabile della visione distinta, dove proteggono la vista dalle radiazioni luminose. La luteina si trova soprattutto in broccoli, piselli, cavoli, spinaci e zucca mentre la zeaxantina la ritroviamo in mango, tuorlo d’uovo, granoturco. Il rafano contiene un buon quantitativo di questi due elementi.
Rafano: benefici per la salute
I composti presenti, conferiscono al rafano diverse proprietà benefiche. In particolare risulta un buon digestivo, diuretico, antiossidante e antibatterico; aiuta inoltre ad accelerare il metabolismo. Vediamo ora più in dettaglio tutti i benefici di questo alimento.
✓ Ha proprietà antibiotiche
Il solfuro di allile, contenuto nell’olio essenziale del rafano, presenta un notevole potere antibatterico. Utile quindi per combattere stati influenzali e infezioni delle vie urinarie.
✓ Favorisce il processo digestivo
L’assunzione di rafano favorisce la digestione in quanto l’olio essenziale in esso contenuto stimola i succhi gastrici e favorisce la produzione di bile. Inoltre stimola l’appetito.
✓ È diuretico
La radice di rafano stimola la diuresi, contrastando la ritenzione idrica (responsabile della cellulite) e favorendo la rimozione delle tossine dall’organismo.
✓ Ha proprietà antinfiammatorie
I glicoli presenti nell’olio essenziale sono benefici per le vie respiratorie e urinarie in quanto hanno proprietà analgesiche e antinfiammatorie. Il rafano è un buon rimedio naturale contro bronchiti e raffreddori.
✓ Presenta benefici per la circolazione sanguigna
Grazie alla presenza di potassio, il rafano ha proprietà benefiche anche per il sistema circolatorio in quanto svolge un’azione vasodilatatrice ed equilibra la pressione arteriosa.
✓ Azione antiossidante e disintossicante
La radice di rafano è ricca di composti solforati che contrastano l’azione dei radicali liberi e favoriscono la detossificazione epatica, e di vitamina C, che presenta una forte azione antiossidante.
✓ Accelera il metabolismo
Come tutti gli alimenti piccanti, anche la radice di rafano aiuta a bruciare i grassi in eccesso e ad accelerare il metabolismo.
✓ Agisce contro il dolore
La radice di rafano ha buone proprietà antidolorifiche. In particolare dona sollievo in caso di dolori provocati da strappi muscolari e artrite. In questo caso va tritata e poi macerata nella grappa, applicandola successivamente nella zona dolorante.
Quanto rafano si può mangiare al giorno?
Le caratteristiche organolettiche del rafano si distinguono per la relativa intensità, talvolta correlata a lacrimazione e irritazione della mucosa nasale: per questo motivo è preferibile utilizzare pochi grammi di rafano, grattugiato o come componente di salse, per insaporire le pietanze. Quantità eccessive di rafano possono, tra l’altro, risultare irritanti e associarsi a disturbi gastrointestinali.
Rafano: alcuni consigli per l’uso
La radice di rafano si può consumare fresca o secca. La radice fresca va utilizzata subito, altrimenti perde le sue proprietà organolettiche. A contatto con l’aria, la radice si ossida per cui è necessario bagnarla con acqua e limone.
Può essere usato per condire qualsiasi piatto. Con la radice grattugiata viene preparata la salsa cren che prevede l’aggiunta di pane grattugiato, olio, aceto, sale e zucchero. Questa salsa può essere unita ad insalate, spalmata sopra una fetta di pane, mangiata tal quale (in piccole quantità) o usata come condimento sulle pietanze (ad esempio su pesce o carne), tenendo conto che il sapore è piuttosto aspro e acidulo, con note piccanti.
In caso di raffreddore è ottima la tisana di rafano e zenzero, dal sapore estremamente piccante: fate bollire per 5 minuti 2 fette di zenzero e 2 di rafano e poi lasciate riposare per altri 10 minuti prima di filtrare.
Rafano bianco, rafano nero e wasabi: le differenze
Conosciuto come cren o barbaforte, il rafano bianco è noto in botanica come Armoracia rusticana o Raphanus magna e appartiene alla famiglia delle Crucifere. Si tratta di una pianta particolarmente rigogliosa, che cresce spontaneamente negli ambienti umidi. La sua radice biancastra e circondata da un involucro marrone chiaro, viene utilizzata per la realizzazione di salse, presentando un sapore pungente e piccante.
Il rafano nero, o ravanello nero, viene invece classificato come Raphanus sativus niger e anch’esso appartiene alla famiglia delle Crucifere. La polpa della radice è bianca ed è circondata da un involucro nero. Il suo sapore è acre e piccante, tendenzialmente aromatico. Si tratta di un prodotto poco presente nella grande distribuzione.
Il wasabi, o ravanello giapponese, è noto in botanica come Eutrema japonicum e appartiene alla famiglia delle Crucifere come gli altri ravanelli. Il suo colore è verde, mentre il suo sapore è simile al cren, sebbene sia più piccante. Al contrario del rafano, il wasabi è difficile da coltivare, alquanto costoso e poco reperibile in commercio.
Rafano: controindicazioni e potenziali effetti negativi
Il rafano non è privo di controindicazioni. In particolare è sconsigliato in caso di acidità di stomaco, ulcera e disturbi renali. La sua assunzione non è consigliata in gravidanza. Quando si taglia la radice di rafano, si propaga un aroma intenso che può causare lacrimazione, tosse e irritazione agli occhi.
Dove comprare il rafano
Talvolta, reperire il rafano fresco può non essere semplice. Per accrescere le possibilità di successo, è preferibile recarsi presso punti vendita molto grandi, o in negozi di ortaggi che trattino anche prodotti meno usuali. Per quanto concerne il rafano in polvere e le salse a base di questo ortaggio, è consigliabile rivolgersi ai negozi “bio”, oppure a negozi di alimentari che siano particolarmente forniti. Non mancano, tra l’altro, svariati canali di vendita online, che consentono di acquistare tali prodotti a distanza.
- La radice di rafano, ridotta in poltiglia, può essere usata per fare un impacco da applicare sul petto, ad azione anticatarrale.
- In Baviera esiste persino un museo dedicato a questa pianta.
E a voi piace il sapore piccante del rafano? Come lo utilizzate? Fatecelo sapere nei commenti!
Uso il cren fresco triturato con un frullatore e poi lo conservo in piccoli vasetti con aceto di mele bio. Una volta aperto il vasetto lo conservo in frigorifero. Lo uso in piccole dosi con il pesce e le carni in particolar modo con i bolliti. Trovo che è un ottimo digestivo.
Io ho imparato da poco a metterne la quantità che vada da un cucchiaino a un cucchiaio, a seconda dei gusti, nel brodo o nella minestra o nel minestrone. Vi assicuro che è buono, oltre a possedere molte proprietà. Da provare.
Ottimo da aggiungere alle verdure fermentate