Mirtillo rosso per curare la cistite: come funziona, perché aiuta e come usarlo

La cistite è un’infiammazione della vescica associata spesso a infezione batterica. L’utilizzo di mirtillo rosso, ricco di composti fenolici, è un aiuto nella gestione della patologia. Vediamo come e perché il mirtillo rosso aiuta in caso di cistite.

Definiamo come cistite una condizione infiammatoria della vescica, che può essere sia acuta e sia cronica, ed è spesso associata a un’infezione batterica. La vescica in particolare è un organo muscolare situato nella cavità pelvica che è deputato alla raccolta dell’urina. Essa è collegata attraverso due condotti definiti ureteri ai due reni, organi in cui viene prodotta l’urina stessa.

Succo di mirtillo rosso in un bicchiere da bere contro la cistite

In quanto organo muscolare la vescia può modificare le sue dimensioni in funzione dell’urina raccolta: quando è vuota le pareti sono attaccate e non vi è spazio; quindi le pareti iniziano a distendersi quando si raccoglie l’urina e possono arrivare a contenere, in condizioni eccezionali, fino a 2 litri di urina. Il ristagno di urina risulta essere uno dei fattori principali predisponenti la cistite e pertanto uno di quelli che è consigliabile tenere maggiormente sotto controllo.

Nella maggior parte dei casi la causa della cistite sono i batteri patogeni che colonizzano la mucosa dell’apparato urinario e che possono quindi spostarsi sino alla vescica. Il principale batterio associato a questa condizione è Escherichia coli, seguito da Proteus mirabilis e Klebsiella pneumoniae. Le infezioni del tratto urinario sono inoltre molto comuni nei pazienti sottoposti a trapianto renale, soprattutto nel primo anno dopo il trapianto stesso. Infine anche nei pazienti diabetici il rischio di sviluppare una cistite è significativamente più elevato rispetto a quello dei pazienti non diabetici. [1]

Le donne sono più colpite degli uomini e si stima che prima dei 35 anni di età circa il 50% delle delle donne avrà sperimentato almeno un episodio di infezione urinaria. Il motivo per cui le donne risultano maggiormente colpite rispetto agli uomini è legato all’anatomia dell’uretra, che è più lunga nell’uomo, e alla presenza di sostanze ad azione antibatterica all’interno del liquido prostatico.

I sintomi più frequenti associati alla cistite sono la necessità di urinare frequentemente e di svuotare spesso la vescica con un’emissione di urine però molto scarsa e dolorosa. Inoltre frequentemente le urine risultano torbide e si manifesta una sintomatologia dolorosa nella zona sovrapubica. In alcuni casi l’infiammazione acuta della vescica si accompagna a delle lesioni che coinvolgono i capillari. In questo caso si parlerà di cistite emorragica, una situazione che si verifica solo nel 10% di tutte le infezioni del tratto urinario e nella quale si manifesta ematuria, ovvero la presenza di sangue nelle urine.

Si parla invece di cistite cronica quando si verificano due o più episodi nell’arco di 6 mesi oppure 3 o più episodi nell’arco dell’anno. Infine, un’ultima condizione sempre denominata cistite è quella della cistite interstiziale o della sindrome della vescica dolorosa, una condizione rara in cui una dieta corretta, che non sarà tuttavia oggetto di questo articolo, può essere d’aiuto nella gestione dei sintomi. [2]

Tra i vari rimedi naturali per la cistite, uno dei più efficaci è sicuramente il mirtillo rosso. In questo articolo approfondiremo proprio il ruolo del mirtillo rosso contro la cistite e scoprireremo come e perché aiuta, oltre ad alcuni consigli per usare correttamente il mirtillo in caso di cistite.

Mirtillo rosso per la cistite: come agisce e perché aiuta

Il mirtillo rosso viene da tempo impiegato nella prevenzione e nel trattamento della cistite. La sua capacità di azione è legata alla presenza, all’interno del mirtillo rosso, di alcune sostanze in grado di limitare e prevenire l’aderenza dei batteri patogeni nel tratto urinario.

Per verificare l’associazione tra mirtillo e cistite sono state approfonditamente studiate le proantocianidine, prevalentemente di tipo A, contenute nei mirtilli rossi. In tal senso gli studi sono contrastanti, in gran parte a causa del limitato assorbimento di questi composti a livello intestinale.

Un’altra limitazione potrebbe essere legata alla tipologia di prodotto contenente mirtillo che viene ingerita: si ipotizza infatti che sia difficile assumere quantità di succo di mirtillo sufficiente per assumere un quantitativo di proantocianidine tale da avere un effetto benefico; discorso diverso potrebbe essere attraverso l’assunzione di capsule.

In studi in vitro le proantocianidine di tipo A a una concentrazione maggiore di 250 uM hanno mostrato un’attività antiadesiva nei confronti di Escherichia coli, che abbiamo visto essere il maggiore responsabile delle cistiti. Sebbene queste concentrazioni siano difficilmente raggiunte all’interno del nostro corpo, altri composti presenti nel mirtillo rosso potrebbero coadiuvare nell’inibire l’adesione delle cellule batteriche a una concentrazione più fisiologica. Tra questi composti possiamo citare l’acido ippurico, l’acido alfa-idrossifenilacetico, l’acido 3,4-diidrossifenilacetico e l’acido diidrocaffeico 3-O-solfato, tutti composti che aiutano ad eliminare più facilmente la presenza dei batteri che provocano la cistite.

Un ulteriore meccanismo attraverso il quale i composti presenti nel mirtillo potrebbero essere in grado di prevenire l’insorgenza delle cistiti è attraverso l’influenza del microbiota, ovvero l’insieme dei microrganismi presenti all’interno del nostro corpo. In particolare le proantocianidine di tipo A sarebbero in grado di modulare la composizione del microbiota intestinale in modo tale da prevenire il suo squilibrio, spesso associato all’insorgenza della cistite. [3]

Quanto mirtillo rosso assumere per ottenere benefici

Come abbiamo anticipato nel paragrafo precedente, molti studi non hanno valutato positivamente il rapporto tra succo di mirtillo e cistite; questa considerazione è probabilmente da imputare alla quantità di succo che veniva consumato dai partecipanti agli studi stessi.

In uno studio meno recente (1994) veniva riportato un effetto benefico in donne anziane ospitate presso una struttura di degenza legato all’assunzione di 300 ml di succo di mirtillo giornaliero.

Nonostante questa indicazione non sia supportata da altri studi ci fornisce un’indicazione quantitativa su quanto succo di mirtillo debba essere assunto giornalmente (circa un bicchiere o poco più). È importante ricordarsi che l’assunzione di troppi zuccheri (derivanti, in questo caso, dal succo di mirtillo) è negativa per la nostra salute e a tal proposito vi consigliamo di scegliere prodotti senza zuccheri o, laddove possibile, di prepararvi in casa il succo di mirtillo.

Un’altra indicazione quantitativa proviene dagli studi che approfondiscono la tematica del microbiota intestinale. In questi viene suggerita un’assunzione giornaliera di 42 g di mirtilli rossi freschi o di 30 g di polvere di mirtillo rosso essiccato.

Infine, un’altro modo efficace per usare il mirtillo rosso in caso di cistite è sotto forma di capusle: in questo caso è consigliabile assumere giornalmente una capsula contenente non meno di 36 mg di proantocianidine, sempre seguendo comunque le indicazioni riportate sulle confezioni o fornite dal medico. Per un effetto maggiore può essere consigliabile associare estratti di mirtillo rosso a fermenti lattici probiotici.

Le possibili controindicazioni

Nonostante il mirtillo rosso per la cistite sia un rimedio quasi sempre sicuro e utilizzato da moltissimo tempo, possono esserci anche in questo caso delle controindicazioni. In particolare vi suggeriamo di non assumere il mirtillo rosso in caso di terapia con anticoagulanti orali prima di aver consultato il vostro specialista di fiducia. In tutti gli altri casi un consumo moderato non porta a effetti collaterali; qualora tuttavia doveste riscontrare reazioni indesiderati vi consigliamo come sempre di interromperne l’assunzione e consultare il vostro medico.

Dott.ssa Stefania Cocolo

Biologa nutrizionista laureata in Biotecnologie molecolari e bioinformatica presso l’Università degli studi di Milano. Ha conseguito la specializzazione in Biotecnologie industriali e ambientali presso l’Università degli studi di Milano.

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