Osteoporosi: le cause, i sintomi, i test per diagnosticarla

L’osteoporosi è una riduzione del tessuto osseo, progressiva e generalizzata, che comporta un indebolimento del tessuto scheletrico. La sua principale manifestazione clinica è rappresentata dalle fratture ossee.

L’osteoporosi può essere primaria o secondaria, ma quest’ultima è molto meno frequente ed è responsabile di meno del 5% dei casi. Esistono tre tipi di osteoporosi primaria:

Osteoporosi: sintomi, cause e diagnosi
  • Osteoporosi idiopatica, che si verifica in bambini e in giovani adulti di sesso maschile e femminile, con normali funzioni gonadiche;
  • Osteoporosi di tipo I o osteoporosi post-menopausale, che si verifica principalmente nelle persone di età compresa tra 51 e 75 anni, con una prevalenza sei volte superiore nel sesso femminile;
  • Osteoporosi di tipo II o osteoporosi senile o involutiva, che si verifica nelle persone di età superiore a 70 anni ed è doppiamente prevalente nel sesso femminile.

Cause dell’osteoporosi

Le principali cause dell’osteoporosi sono la perdita di calcio e di minerali a livello osseo. Tali situazioni si verificano, però, per altre cause, che sono di volta in volta diverse, in base al tipo di osteoporosi. Le cause dell’osteoporosi idiopatica non sono ancora note; alla base potrebbero esserci fattori ereditari, ma non si conosce ancora molto sulle ragioni di questa forma della patologia che è, comunque, piuttosto rara.

L’osteoporosi di tipo I viene attribuita principalmente alle modificazioni endocrinologiche che si verificano nelle donne, dopo la menopausa; soprattutto al calo della produzione di estrogeni. È riscontrabile anche nel sesso maschile in soggetti che presentano bassi livelli di testosterone sierico e/o in quelli che hanno subito castrazione.

L’osteoporosi di tipo II è correlata ai naturali processi di invecchiamento. In seguito alla riduzione del numero di osteoblasti e della loro attività, il bilancio della rimineralizzazione ossea resta in perdita.

Inoltre, nelle persone anziane si verifica una riduzione della vitamina D, importantissima per l’assorbimento intestinale di calcio e fosforo e per la loro deposizione a livello delle ossa.

L’osteoporosi secondaria è dovuta principalmente a cause endocrine, all’assunzione di alcuni farmaci (per esempio assunzione prolungata di barbiturici, eparina e corticosteroidi) e cause classificate come miscellanee, cioè varie, tra cui alcolismo, fumo di sigaretta, artrite reumatoide, sarcoidosi, insufficienza renale cronica, BPCO…

Sintomi dell’osteoporosi

L’osteoporosi è stata definita il killer silenzioso; infatti, pur essendo una malattia piuttosto seria, può rimanere asintomatica anche per tanti anni. Ovviamente, quando la condizione si aggrava o si complica fanno seguito all’osteoporosi sintomi come dolori anche molto forti e persistenti, localizzati prevalentemente al rachide lombare; inoltre, possono manifestarsi deformità ossee di varo tipo.

Le zone più coinvolte sono soggette a fratture (uno dei più noti sintomi dell’osteoporosi), che possono essere spontanee o conseguenti a traumi, anche lievi. Il problema delle fratture nel contesto di un’osteoporosi è molto serio; infatti, nelle persone con questa patologia, le fratture, oltre a essere molto frequenti, tendono a guarire con difficoltà.

Test per diagnosticare l’osteoporosi

Il sospetto di osteoporosi può insorgere a seguito di fratture ossee o per la comparsa di altri sintomi. La diagnosi si fa in seguito ad esame clinico, valutazione della sintomatologia manifestata dal paziente e test diagnostici.

La tecnica di riferimento per fare diagnosi di osteoporosi è la MOC (mineralometria ossea computerizzata). Esistono diverse tipologie di MOC. La tecnica più utilizzata è la MOC DXA, nota anche come MOC DEXA, acronimo di Dual Energy X-ray Absorptiometry (assorbimetria a raggi X a doppia energia o densitometria ossea con tecnica di assorbimento a raggi X).

La MOC è un esame che non prevede particolari manovre, né una specifica preparazione; il soggetto viene invitato a privarsi di tutti gli oggetti metallici e poi fatto sdraiare su un lettino e posto sotto l’apparecchio che consente il test.

Non è, dunque, un test diagnostico invasivo; tuttavia comporta qualche rischio in quanto prevede un’esposizione a radiazioni; occorre, però, sapere che si tratta di dosaggi bassi, molto inferiori, per esempio, a quelli a cui ci si espone quando ci si sottopone a una TAC torace. La MOC può essere total body, cioè estesa a tutto il corpo, oppure localizzata alle aree interessate, per esempio femore o colonna vertebrale.

Margherita Russo

Traduttrice, redattrice e blogger specializzata in contenuti per la medicina. Scrive per portali e blog che si occupano di salute naturale e stile di vita sano.

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