Biotina: a cosa serve, sintomi da carenza o eccesso e fonti alimentari

La biotina è una vitamina idrosolubile coinvolta in reazioni fondamentali del nostro metabolismo cellulare. Scopri a cosa serve, quali sono i sintomi da carenza e dove si trova la biotina.

La biotina è una vitamina idrosolubile essenziale per il nostro organismo poiché cofattore di diversi enzimi. Tale nutriente è conosciuto anche come vitamina H o vitamina I o, ancora, come vitamina B8 o vitamina B7, ma il nome più utilizzato e riconosciuto dalla IUPAC è, appunto, biotina.

Copertina dell'articolo - Biotina: a cosa serve, proprietà, carenza e alimenti

La sua scoperta risale al 1931 e ad alcuni studi in merito alla “malattia da bianco d’uovo”, una patologia in grado di causare nei mammiferi alterazioni cutanee e della crescita e dovuta al consumo di albumi d’uovo crudi. L’albume dell’uovo contiene, infatti l’avidina, un fattore anti-nutrizionale in grado di legare la biotina, impedendo a questa vitamina di essere utilizzata dall’organismo.

Essendo una vitamina idrosolubile, la biotina non ha la capacità di accumularsi nel nostro organismo e pertanto è importante assumerla quotidianamente attraverso l’alimentazione. Essa è presente in diversi alimenti sia di origine vegetale che animale e la carenza risulta essere abbastanza rara, specialmente se si adotta una dieta varia ed equilibrata.

Una volta assunta attraverso i cibi o l’integrazione alimentare, la biotina, spesso legata covalentemente a residui proteici di lisina, viene digerita a livello gastrointestinale da delle proteasi presenti nel succo pancreatico (che si occupano di rilasciare molecole di biocitina e residui proteici contenenti biotina) e successivamente assorbita a livello intestinale con diverse modalità.

Nel nostro organismo la biotina non è distribuita in maniera uniforme: trattandosi di un cofattore di particolari enzimi, le carbossilasi, questa vitamina è spesso concentrata a livello dei mitocondri e del citoplasma, in corrispondenza delle zone dove avvengono tali reazioni di carbossilazione, che approfondiremo nei successivi paragrafi.

La biotina viene eliminata in gran parte attraverso le urine: la concentrazione di biotina nelle urine, in particolare, può indicare eventuali carenze di questa vitamina poiché i livelli di biotina diminuiscono rapidamente negli individui carenti.

Differentemente dall’esame delle urine, il controllo dei livelli ematici di biotina non rappresenta un metodo efficace per verificare precocemente uno stato carenziale: anche in individui sottoposti ad alimentazione parenterale (somministrazione di nutrienti per via venosa) senza biotina, i livelli ematici rimangono nei range per un periodo di tempo considerevole. Vediamo ora, in dettaglio, a cosa serve la biotina.

A cosa serve la Biotina? Proprietà e funzioni

La biotina è fondamentale per l’organismo per l’azione che svolge nelle reazioni di carbossilazione. Le reazioni di carbossilazione sono reazioni chimiche che prevedono il passaggio di una molecola di CO2 (anidride carbonica) da una molecola a un’altra. Vediamo insieme le più importanti carbossilasi presenti nel nostro corpo che vogliono la biotina come cofattore enzimatico:

Piruvato carbossilasi: questo enzima, presente a livello mitocondriale, catalizza una reazione fondamentale nel processo di gluconeogenesi. La gluconeogenesi è un insieme di reazioni biochimiche che permette al nostro organismo di trasformare in glucosio molecole non zuccherine quali amminoacidi, etanolo, lattato e acido piruvico permettendo così alle cellule di produrre energia in ogni momento.

Acetil-CoA-carbossilasi 1 e 2: queste due isoforme dello stesso enzima si trovano rispettivamente a livello citoplasmatico e a livello mitocondriale e favoriscono entrambe il legame del bicarbonato con il coenzimaA. L’acetil-CoA-carbossilasi 1 è un enzima coinvolto nella biosintesi degli acidi grassi e che avviene a livello del citoplasma. Al contrario l’acetil-CoA-carbossilasi 2 è un enzima coinvolto nel processo di ossidazione degli acidi grassi, che avviene a livello del mitocondrio.

Propionil-CoA-carbossilasi: quest’enzima favorisce la trasformazione del propionil-CoA in metilmalonil-CoA. Questa reazione è un passaggio chiave nel metabolismo degli amminoacidi valina, isoleucina, metionina e treonina, del colesterolo e degli acidi grassi saturi a catena dispari

Beta-metilcrotonil-CoA-carbossilasi: quest’enzima catalizza una reazione fondamentale per il metabolismo dell’amminoacido leucina.

Sono state trovate inoltre delle carbossilasi biotina dipendente nei microrganismi: questa vitamina, infatti, risulta essenziale per la crescita di alcuni microrganismi.

✓ Espressione genica

Si è visto inoltre che la biotina è coinvolta nel processo di biotinilazione degli istoni, proteine basiche necessarie per la formazione dei cromosomi cellulari. Questa reazione di biotinilazione, che prevede il legame di una molecola di biotina a un residuo di leucina della proteina istonica, comporta un cambiamento dell’espressione genica. La carenza di biotina potrebbe pertanto essere collegata a difetti nell’espressione dei geni e in esperimenti condotti sul moscerino della frutta la carenza di biotina è stata associata a una vita più breve e una ridotta tolleranza al caldo.

✓ Benessere di unghie e capelli

Oltre alle proprietà viste sopra, la biotina serve per il benessere di unghie e capelli. In particolare, è stata utilizzata recentemente con sempre maggior fervore proprio per migliorare lo stato di unghie e capelli. Le evidenze più recenti consigliano la supplementazione con biotina solo in caso di carenze enzimatiche. Infatti, tra tutti gli studi presenti in letteratura sono stati ritrovati 18 casi in cui la supplementazione con biotina è riuscita a risolvere problematiche legate alla crescita di unghie e capelli, compresi casi di alopecia. Di questi 18 casi, ben 10 pazienti presentavano deficit enzimatici di biotinidasi o di olocarbossilasi sintasi. Questi risultati sono dovuti al ruolo della biotina nel processo di sintesi della cheratina.

Quanta biotina assumere ogni giorno

Per quanto riguarda le raccomandazioni e le linee guida italiane, la dose di biotina giornalmente raccomandata corrisponde a 30 μg per gli adulti e 35 μg per le donne in gravidanza e durante l’allattamento.

Le linee guida americane riportano invece un aumento del fabbisogno solo in caso di allattamento, considerando che nelle donne in gravidanza sottoposte ad accertamenti sembra che il tasso di escrezione di biotina sia diminuito del 50%. Inoltre è importante che il consumo di biotina sia aumentato in caso di emodialisi o dialisi peritoneale. Non esistono invece dati a sufficienza per consigliare una dose massima di biotina tollerabile dall’uomo.

Carenza di Biotina: cause e sintomi

Come avrete già capito, difficilmente un uomo sano che si alimenta in maniera equilibrata sviluppa durante il corso della vita una carenza di biotina. Carenze di biotina possono essere dovute a carenze enzimatiche (come anticipato nel paragrafo precedente), nutrizione parenterale o in caso di diete squilibrate e basate sul consumo solo di uova crude (come alcune diete vegetariane crudiste). È importante specificare che l’azione dell’avidina presente nell’uovo viene disattivata dalla cottura.

I principali sintomi da carenza da biotina sono:

  • Sintomi generali come eccessiva stanchezza o anoressia (talvolta dovuta a eccessivo dimagrimento);
  • Sintomi a livello della cute come rash cutanei diffusi e dermatiti oppure diradamento delle ciglia, delle sopracciglia, perdita di capelli e alopecia;
  • Sintomi neuropsichiatrici come debolezza, depressione, sonnolenza e dolori muscolari;
  • Sintomi digestivi come nausea, vomito e steatosi epatica e alcuni sintomi metabolici come l’acidosi metabolica.

Fonti alimentari di Biotina

Dopo aver visto a cosa serve la biotina e quali sono i principali sintomi da carenza, vediamo quali sono le principali fonti alimentari. Vi abbiamo già anticipato all’inizio di questo articolo che la biotina è ampiamente presente negli alimenti sia di origine vegetale, sia di origine animale. In particolare fonti ricche di biotina sono: frutta secca, arachidi, uovo (tuorlo), fegato e frattaglie animali, cereali e verdure. Un’altra fonte di biotina, seppur in misura minore, è il lievito di birra, noto per favorire la salute di pelle e capelli.

Inoltre la biotina viene prodotta anche dai batteri della nostra flora intestinale: prenderci cura del nostro microbiota può essere un altro modo efficace per evitare carenze nutrizionali. Di seguito vi riportiamo i principali alimenti contenenti bitina, secondo la banca dati dello ieo.

Tabella con alcuni degli alimenti più ricchi di Biotina (µg/100 gr di alimento):
Fegatini di pollo 210
Arachidi tostate 130
Burro di arachidi 94
Nocciole secche 76
Arachidi fresche 72
Uovo di gallina intero, in polvere 69,4
Caffè solubile/tostato/in grani 67
Caffè d’orzo/Orzo solubile 67
Caffè decaffeinato 67
Pinoli 64
Mandorle dolci 64
Uovo di gallina, tuorlo 50
Fegato di ovino 36,3
Fegato di bovino 33
Fegato di cavallo 33
Pistacchi 30
Fegato di suino 27
Rene di bovino 24
Parmigiano 23
Coratella di agnello 20,2
Latte di vacca scremato, in polvere 20,1
Uovo di anatra 20
Uovo di gallina, intero 20
Cacao in polvere 20
Uovo di oca 20
Uovo di tacchina 20
Noci pecan 19
Noci 19
Anacardi 13
Caviale/Bottarga 13
Latte di bufala 11
Ostrica 10
Acciughe/Alici/Sardine sotto sale 10
Aringa 9
Camembert 7,6
Farina lattea 7,6
Taleggio 7,6
Salame 7
Astice 7
Storione 7
Granchio 7
Tonno 7
Aragosta 7
Cozza 7
Vongola 7
Midollo osseo di bovino 6,1
Cervello di bovino 6,1
Anatra 6
Pesce spada 6
Cernia 6
Grana 6
Lumaca 6
Lumaca di mare 6
(fonte BDA-Ieo)

Tossicità della Biotina: cause e sintomi da eccesso

Al momento non sono conosciuti sintomi dovuti a un eccessivo consumo di alimenti contenenti biotina. Viceversa sembrerebbe che alcuni studi stiano approfondendo l’utilizzo di biotina a dosaggi elevati nel trattamento della sclerosi multipla.

Leggi anche:

  • Zinco: proprietà, funzioni organiche e alimentazione
  • Vitamina D: a cosa serve, sintomi da carenza e fonti alimentari

Dott.ssa Stefania Cocolo

Biologa nutrizionista laureata in Biotecnologie molecolari e bioinformatica presso l’Università degli studi di Milano. Ha conseguito la specializzazione in Biotecnologie industriali e ambientali presso l’Università degli studi di Milano.

Leggi anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *