Diverticolite: sintomi per riconoscerla, cause, rimedi naturali e consigli alimentari

La diverticolite è una patologia caratterizzata dall’infiammazione dei diverticoli causata in parte da un’alimentazione scorretta e per la quale è spesso necessario un trattamento farmacologico-chirurgico e degli aggiustamenti della dieta. Vediamo quali sono le cause, i sintomi della diverticolite e cosa fare per alleviarli.

Con il termine diverticolite si è soliti definire una condizione di infiammazione della mucosa diverticolare, ed è da considerare come una complicanza della diverticolosi. Per capire meglio come si origina questa infiammazione dobbiamo fare un passo indietro e capire cosa sono e come si originano i diverticoli.

Uomo che si tocca l'addome dolorante a causa della diverticolite

I diverticoli sono delle estroflessioni della mucosa e della sottomucosa intestinale, che si originano solitamente in corrispondenza dei punti più deboli del sottostante strato muscolare. La presenza di diverticoli a livello dell’intestino crasso è indicata con il termine di diverticolosi.

La comparsa di diverticoli è solitamente associata a degli spasmi muscolari che determinano l’estrusione della mucosa e, in tal senso, si ipotizza che un’alimentazione povera di fibre possa incidere enormemente sulla loro comparsa. Si sa, infatti, che le fibre che introduciamo attraverso l’alimentazione, tra i loro compiti, hanno quello di rendere le feci più morbide e voluminose, causando una dilatazione della parete intestinale e riducendo così la pressione endoluminale.

Una condizione di diverticolosi tuttavia non si associa necessariamente a sintomi fastidiosi e in molti casi non è necessario alcun intervento. Una complicanza della diverticolosi è proprio l’infiammazione di queste estroflessioni (diverticoli), patologia che richiede un trattamento farmacologico o chirurgico, a seconda dei casi e della gravità della situazione, e della quale ci occuperemo in questo articolo.

La malattia diverticolare è estremamente diffusa nel mondo occidentale, mentre appare rarissima nei paesi più poveri del mondo, altro segno che l’alimentazione gioca un ruolo importante nella sua patogenesi. Inoltre la sua incidenza aumenta all’avanzare dell’età: solo una piccola percentuale della popolazione (circa il 10%) sotto i 50 anni ne è affetta mentre riguarda più della metà della popolazione sopra i 65 anni.

In caso di diverticolite si può distinguere tra diverticolite complicata e non complicata. Nel primo caso la malattia si presenta come infiammazione localizzata (solitamente a livello del sigma o del colon discendente); nel secondo caso l’infiammazione si accompagna ad ascessi, fistole, ostruzioni, sanguinamento e/o perforazioni.

Sintomi della diverticolite

I sintomi della diverticolite si presentano come un dolore addominale persistente, generalmente localizzato nella zona più bassa e a sinistra.

Oltre a questo sintomo generico, si possono poi presentare altre problematiche tra cui nausea o vomito, irregolarità dell’alvo con possibili episodi sia di stitichezza, sia di diarrea e difficoltà nell’emissione delle urine (disuria). Inoltre nella maggior parte dei casi la diverticolite si accompagna a febbre. In alcuni casi si può infine presentare tachicardia o pressione bassa e questi sintomi possono essere segnale di una diverticolite complicata. I sintomi acuti, invece, ricordano quelli dell’appendicite: febbre, dolore addominale acuto e leucocitosi.

I sintomi più comuni della diverticolite sono, quindi, i seguenti:

  • Dolore addominale;
  • Flaccidità nella zona dell’addome bassa e sinistra;
  • Indicatori di infiammazione elevati;
  • Nausea;
  • Febbre;
  • Disuria;
  • Alterazioni dell’alvo.

Sintomi possibili ma meno comuni sono:

  • Tachicardia;
  • Ipotensione.

Cause della diverticolite

Il meccanismo che porta alla formazione dei diverticoli non è ancora del tutto chiaro e si pensa che sia il risultato di diversi fattori tra cui la predisposizione genetica, la dieta, la composizione del microbiota intestinale e la struttura e motilità del colon.

Dal punto di vista della predisposizione genetica si è potuto notare che nel 40% dei casi la malattia può essere trasmessa da un genitore al figlio. Inoltre in qualche raro caso, diverticolite complicate insorte in giovane età sono legate a un difetto genetico nella produzione di collagene ed elastina.

Per quanto riguarda l’alimentazione, come abbiamo già accennato, la causa più probabile sul perché si formano i diverticoli e la successiva malattia diverticolare è l’assenza di fibra nella dieta. La mancanza di fibra infatti, si associa a una riduzione della massa fecale e pertanto a un aumento dell’attività contrattile del colon, da cui può originare il diverticolo.

Le cause principali al momento conosciute della diverticolite sono dunque queste:

  • Genetica;
  • Alvo irregolare;
  • Alimentazione scarsa di fibre.

Fattori di rischio della diverticolite

Lo stile di vita e l’età sono i principali fattori di rischio per lo sviluppo di diverticolite, è quindi fondamentale prendersi cura del proprio corpo, sia internamente che esternamente, fin dai primi anni di vita. Vediamo quali fattori sono particolarmente importanti nello sviluppo di diverticolite:

  • Fibre: esiste una possibile correlazione tra bassa assunzione di fibra alimentare, in particolare fibra insolubile (ricca in cereali integrali, verdura a foglia verde, frutta secca e semi oleosi) e lo sviluppo di diverticolite. È quindi raccomandato un adeguato apporto di fibre al giorno (25-30 g) per ridurre il rischio di sviluppare questa patologia.
  • Farmaci: l’utilizzo frequente di aspirina e/o farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) aumentano il rischio di infiammazione e di complicazioni dei diverticoli.
  • Probiotici: numerosi studi dimostrano come i probiotici, conosciuti anche come fermenti lattici, siano efficaci nel ridurre i sintomi di diverticolite, migliorando il microbiota intestinale.
  • Attività fisica: è raccomandato praticare una regolare attività fisica che corrisponde a 30 minuti al giorno di camminata a passo svelto, migliorando così la motilità intestinale e riducendo il ristagno di feci nei diverticoli.
  • Fumo: va sempre evitato, non solo se si soffre di diverticoli.

Diagnosi della diverticolite

La diagnosi della diverticolite è prevalentemente clinica, e una visita specialistica può essere molto specifica e accurata. La visita clinica dovrebbe ricercare flaccidità della zona addominale bassa e sinistra, segni di costipazione ed elevati livelli di proteina C reattiva nel sangue.

Questi segnali sembrano essere frequenti nei pazienti che sviluppano la malattia diverticolare e assenti nei pazienti con semplici dolori addominali, in assenza di diverticolosi.

Esistono poi diversi esami, radiografici e non, che possono supportare lo specialista nella diagnosi di questa patologia. Tra i più utilizzati abbiamo:

  • Ultrasonografia: che secondo alcune recenti meta-analisi è da considerare molto specifica e sensibile. L’ultrasonografia permette di verificare l’ispessimento della parete del colon, la presenza di diverticoli, di ascessi e di fistole;
  • TAC: possiede una specificità e sensibilità ancora maggiori dell’ecografia, che raggiungono e superano il 95%. Essa permette una visualizzazione della situazione peridiverticolare ottimale e permette di apprezzare l’estensione della diverticolosi, oltre che la presenza di ascessi, fistole o ostruzioni;
  • Risonanza magnetica: tecnica poco utilizzata e dotata di alta sensibilità, ma specificità più bassa rispetto alle altre due tecniche sopra descritte;
  • Colonscopia: la colonscopia non è raccomandata nel caso di diverticolite acuta, ma è una tecnica solitamente utilizzata dopo diverse settimane dall’infiammazione acuta, per verificare il risultato del trattamento ed escludere la presenza di una patologia oncologica;
  • Clisma opaco: questo esame radiologico che si esegue dopo aver introdotto nel sigma un opportuno mezzo di contrasto sembra avere una specificità e sensibilità minori degli esami appena elencati. Inoltre, qualora ci fosse una perforazione del diverticolo, si rischierebbe di diffondere il mezzo di contrasto attraverso tale perforazione.

Diverticolite: i rimedi naturali

Alcuni rimedi naturali possono essere utilizzati per migliorare i sintomi e diminuire l’infiammazione. In alcuni casi, tuttavia, un rimedio fitoterapico non è sufficiente e per tale motivo vi consigliamo di rivolgervi sempre al vostro medico di fiducia per una visita generale e per ottenere i consigli più adatti alla vostra situazione. Vediamo insieme di seguito alcuni dei rimedi naturali per la diverticolite più comunemente utilizzati:

1 Altea

Questa pianta svolge un’azione emolliente e lenitiva a livello delle mucose e benefica in molti problemi intestinali. L’altea può essere assunta tramite tintura madre (30-60 gocce 3 volte al giorno), estratto liquido (30-40 gocce 3 volte al giorno) o in polvere (1 cucchiaino 3 volte al giorno).

2 Discorea

Questo rimedio riduce l’infiammazione e la tensione muscolare e pertanto può essere utile in caso di diverticolite, sotto forma di tintura madre (20-30 gocce al giorno) oppure di decotto (1 cucchiaino per tazza da far bollire 5 minuti e lasciare in infusione per 10 minuti)

3 Olmaria

L’olmaria possiede una forte azione antinfiammatoria a livello intestinale e può essere utile nella prevenzione della diverticolite. Anche in questo caso si può scegliere tra la tintura madre (20-40 gocce 3 volte al giorno), l’estratto liquido (30-40 gocce 3 volte al giorno) o l’infuso senza bollitura così che non evaporino i composti salicilici.

4 Curcuma

La curcuma ha un’azione antinfiammatoria ormai globalmente riconosciuta. Essa aiuta anche ad aumentare la peristalsi intestinale. La proprietà antinfiammatoria della curcuma è esercitata quando si assumono circa 400-600 mg di polvere 2-3 volte al giorno (che corrispondono a circa 1 cucchiaino di curcuma). Per ottenere un effetto maggiore, la si può associare al pepe nero, che ne aumenta la biodisponibilità.

5 Boswellia serrata

La boswellia serrata è in grado di ridurre l’infiammazione inibendo direttamente la produzione di alcuni agenti pro-infiammatori. Essa è utile soprattutto in caso di trattamenti cronici e risulta efficace quando somministrata con regolarità. Può essere utilizzata come tintura madre (20 gocce per 3 volte al giorno) o come polvere (3 volte al giorno in quantità variabili da 500 mg a 2-3 g).

6 Altri rimedi utili

Altri rimedi che potrebbero essere utili a controllare i sintomi della diverticolite possono essere: echinacea, belladonna, camomilla, propoli, uncaria, achillea, malva, melissa e menta o un insieme di alcuni di questi estratti. Anche in questo caso, per un rimedio mirato è sempre consigliabile rivolgersi a un esperto.

Diverticolite: cosa mangiare e cosa evitare

Dal punto di vista alimentare non ci sono evidenze che modifiche delle proprie abitudini possano avere effetto sulla diverticolite: in questi casi è necessario trattare il paziente con terapie farmacologiche a base di antibiotici e, laddove risulti necessario, sottoporlo a un intervento chirurgico. In generale in caso di diverticolite acuta il paziente, ricoverato in ospedale, viene alimentato attraverso una dieta liquida a ridotto contenuto di fibra e solamente dopo la risoluzione dell’infiammazione è possibile reinserire, in maniera graduale, gli alimenti.

Quello che la dieta può fare, invece, è prevenire la diverticolite, grazie all’introduzione di alimenti ricchi di fibre e il giusto quantitativo di acqua durante la giornata. Le indicazioni dietetiche, in questo caso, sono quelle adatte a tutta la popolazione generale, e hanno il compito di mantenere una buona regolarità dell’alvo e una buona consistenza delle feci. Perciò per prevenire l’insorgenza di questa malattia o una sua recidiva via libera a frutta, verdura, legumi e cereali integrali.

Soffermiamoci un po’ di più su quello che possiamo mangiare in caso di diverticolite. Come dicevamo poc’anzi, in una primissima fase il paziente è alimentato attraverso una dieta liquida e povera di fibre. Successivamente è bene che le verdure molto fibrose come carciofi, fagiolini, cavolfiori e finocchi non vengano inizialmente reintrodotte, così come le sostanze che possono irritare la mucosa intestinale (spezie piccanti, caffè) o creare gonfiore e flatulenza (legumi, bevande gasate, salse).

Inoltre molto spesso, dopo un episodio di diverticolite, è possibile sviluppare momentaneamente una sensibilità nei confronti del lattosio. Latte e latticini con lattosio, quindi, andrebbero inizialmente esclusi o moderati, per provare a reinserirli in un successivo momento.

Cibi consigliati Alimenti da preferire: Cibi sconsigliati Alimenti sconsigliati:
Verdura poco fibrosa (es. zucchine, carote, cipolla, radicchio) Verdure fibrose (es. fagiolini, cavolfiore, carciofi)
Frutta (es. mele, pere, banane) Latte e latticini con lattosio
Cereali Caffè, anche decaffeinato
Carne
Pesce Spezie piccanti (pepe, peperoncino, curry, paprika)
Patate Bevande gassate
Acqua Legumi (ceci, lenticchie, fagioli, piselli, fave, cicerchie e lupini)
Latticini senza lattosio (es. parmigiano reggiano) Salse come maionese, panna montata e ketchup
Uova Altri prodotti contenenti lattosio come biscotti e merendine

Diverticolite: le possibili conseguenze se non trattata

Come abbiamo già visto ci sono dei casi in cui l’infiammazione ai diverticoli si associa a delle complicanze. Le più frequenti sono ascessi (dovuti a perforazioni contenute legate all’infiammazione o alla pressione endoluminale), fistole (che sono legate a diverticoliti con ascessi che entrano in un differente organo), ostruzioni che possono essere sia acute, sia croniche e infine peritoniti. La complicanza più pericolosa della diverticolite è la peritonite stercoracea, che si associa alla presenza di materiale fecale nella cavità peritoneale.

Diverticolite in breve:
Sintomi
  • Dolore addominale;
  • Flaccidità nella zona dell’addome bassa e sinistra;
  • Indicatori di infiammazione elevati;
  • Nausea;
  • Febbre;
  • Disuria;
  • Alterazioni dell’alvo;
  • Tachicardia;
  • Ipotensione.
Cause
  • Genetica;
  • Alvo irregolare;
  • Alimentazione scarsa di fibre.
Diagnosi
  • Ultrasonografia;
  • TAC;
  • Risonanza magnetica;
  • Colonscopia;
  • Clisma opaco.
Rimedi naturali
  • Altea;
  • Discorea;
  • Olmaria;
  • Curcuma;
  • Boswellia;

 

Se vi è piaciuto il nostro articolo condividetelo per tutti quelli che potrebbero avere bisogno dei nostri consigli!

Dott.ssa Stefania Cocolo

Biologa nutrizionista laureata in Biotecnologie molecolari e bioinformatica presso l’Università degli studi di Milano. Ha conseguito la specializzazione in Biotecnologie industriali e ambientali presso l’Università degli studi di Milano.

Leggi anche

Un commento

  1. Io ho parecchi di questi sintomi, non so cosa fare. Sono parecchi anni che soffro, chiedo un aiuto, non sono in grado tanto di viaggiare per via che ho anche problemi di prostata devo andare in bagno molto spesso. Grazie se qualcuno mi risponde. Scusate se mi sono allungato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio