Disbiosi intestinale, un alterazione della flora intestinale: cos’è, sintomi, conseguenze e come curarla con rimedi e alimenti

La disbiosi intestinale è una condizione frequente, associabile a moltissime patologie croniche del nostro millennio e che necessita di un vero e proprio cambiamento dello stile di vita per poter trovare rimedio. Vediamo di cosa si tratta, quali sono i sintomi e cosa fare per curarla.

Con il termine disbiosi si è soliti indicare una situazione in cui il microbioma risulti impoverito, sia in termini quantitativi, sia in termini qualitativi. Solitamente ci si riferisce sempre alla disbiosi intestinale, riferendoci quindi alla flora batterica intestinale localizzata nel colon, luogo, all’interno del nostro corpo, dove i batteri sono più abbondanti.

Immagine di uomo che si tocca la pancia dolorante a causa della disbiosi

Considerando la complessità di questa definizione, cerchiamo di fare un passo indietro e capire cosa è il microbioma e cosa si intende per suo impoverimento. Innanzitutto il termine microbiota viene utilizzato per indicare l’insieme di tutti i microrganismi che convivono con noi all’interno del nostro corpo e che sfruttano le sostanze nutritive in esso presenti per accrescersi e per poter produrre sostanze metaboliche a noi utili. Il termine microbioma, invece, considera l’insieme di tutti i geni dei microrganismi sopra citati.

Più è ricco il microbiota, sia in termini numerici (numero totale di microrganismi) sia in termini di specie (quanto più è vario), più viene considerato “sano”. Diverse condizioni possono influenzare il nostro microbiota e portare a dei cambiamenti e quando questo accade si parla, appunto, di disbiosi. Essa non è da considerare come una vera e propria patologia, ma come una condizione che può predisporre all’insorgenza di diverse malattie e risulta pertanto difficile ipotizzare la sua prevalenza nella popolazione.

Cause della disbiosi

Le cause della disbiosi intestinale sono molteplici e sono tutte collegate allo stile di vita. Infatti, è stato valutato che uno degli aspetti che maggiormente influenza la composizione del microbiota è la dieta. Qualsiasi sia lo stile alimentare prescelto, questo avrà delle ripercussioni sulle specie batteriche che colonizzano il nostro corpo.

In particolare un’alimentazione povera di prodotti vegetali come frutta e verdura e pertanto povera di fibre, è sempre collegata all’impoverimento del microbiota per la mancanza di substrati nutritivi che permettano ai microrganismi di riprodursi. Secondo le recenti evidenze l’alimentazione è in grado di influenzare la composizione del microbiota per più del 50% e in tempi piuttosto brevi.

Un altro aspetto molto importante è l’attività fisica: la sedentarietà, infatti, influenza negativamente la composizione del nostro microbioma ed è stato dimostrato che l’inserimento dell’esercizio fisico in topi obesi (a causa della dieta) porta a una modifica del microbiota, che ritorna simile a quello di topi magri.

Anche i farmaci possono influenzare molto il nostro microbiota, in particolare l’utilizzo di antibiotici a largo spettro, che uccidono sia i batteri responsabili della patologia, sia i batteri “buoni” che convivono con noi nel nostro corpo. Altri farmaci che possono indurre disbiosi sono gli inibitori di pompa e la pillola anticoncezionale.

Da considerare anche la nostra infanzia: il tipo di parto (cesareo o no) e la tipologia di allattamento (al seno, con latte artificiale) condizionano moltissimo la composizione del microbiota. Ci sono infine altri numerosi aspetti che possono contribuire alla disbiosi come eventuali interventi chirurgici, eventuali patologie croniche, lo stress, il ridotto contatto con la natura e così via.

Per sintetizzare quanto appena detto, è bene sottolineare che gli aspetti del nostro stile di vita che possono contribuire maggiormente a cambiare la composizione del nostro microbioma sono:

  • Dieta;
  • Attività fisica;
  • Utilizzo di antibiotici.

Sintomi della disbiosi intestinale

I sintomi della disbiosi intestinale sono numerosi e si relazionano alle funzioni che i microrganismi svolgono all’interno del nostro corpo: prevalentemente digestiva e immunitaria.

Infatti, dal punto di vista digestivo, i batteri sono fondamentali per la fermentazione della fibra, che non viene invece digerita nell’intestino dell’uomo. Questo processo porta di consguenza alla produzione di energia e di substrati utili all’ospite, tra cui è bene ricordare i SCFA (acidi grassi a corta catena) che hanno un importante effetto trofico sulle cellule intestinali, favorendone la proliferazione e pertanto la rigenerazione.

Sembra inoltre che il butirrato (uno degli SCFA prodotti dalla flora batterica intestinale) permetta la conversione delle cellule da un fenotipo neoplastico a uno non neoplastico. Inoltre i batteri della flora batterica intestinale risultano essere la prima barriera alla colonizzazione del nostro corpo da parte di batteri patogeni: pertanto un microbiota sano ci rende più forti.

Negli ultimi anni numerose ricerche si sono susseguite e hanno evidenziato la correlazione tra disbiosi intestinale e numerose patologie, tra cui il cancro, l’artrite reumatoide, la spondiloartrite, la sarcopenia, il diabete mellito di tipo 1, la sindrome metabolica, la steatosi epatica non alcolica, la demenza, i disturbi pancreatici, l’intestino irritabile e molte altre.

In generale si stima che la disbiosi sia collegata a un aumento dell’infiammazione, che oggi sappiamo essere alla base di quasi tutte le patologie croniche. Pertanto risulta molto importante prendersi cura del nostro microbiota e non trascurare i tipici sintomi della disbiosi, che sintetizziamo di seguito:

  • Problematiche digerenti che si associano a gonfiore post prandiale ed eventuale alitosi;
  • Problematiche collegate alla regolarità intestinale (stitichezza o diarrea);
  • Gonfiore e dolori intestinali;
  • Maggiore suscettibilità alle infezioni (es. candidosi o cistiti).

Diagnosi della disbiosi intestinale

Possiamo immaginare che non sempre la disbiosi intestinale necessiti di una vera e propria cura. In alcuni casi un aggiustamento delle proprie abitudini alimentari e un aumento dell’attività fisica (ancor meglio se all’aperto) è sufficiente per migliorare la composizione del microbiota intestinale e gli aspetti ad esso correlato.

Ci sono tuttavia dei casi in cui i sintomi gastro-intestinali sono invalidanti e risulti necessaria una vera e propria terapia. In questo caso il medico ha a disposizione diversi esami per poter valutare la presenza di disbiosi.

L’esame più utilizzato è definito “disbiosi test”, un semplice esame di laboratorio che valuta la presenza di due differenti metaboliti del triptofano, l’indicano e lo scatolo, nelle urine. Un valore aumentato di indicano si correla ad un alterato microbiota nell’intestino tenue e viceversa un valore aumentato di scatolo indica una flora batterica impoverita a livello del colon. Tale esame è un esame quantitativo che permette di verificare solo la presenza o assenza di disbiosi intestinale.

Negli ultimi anni è invece molto utilizzato l’esame del microbiota intestinale, un test eseguito sulle feci che permette di analizzare la composizione del proprio microbiota e valutare in maniera più precisa gli eventuali squilibri. Questo test, in particolare, permette di capire quali specie di microrganismi sono rappresentate in eccesso e quali specie sono rappresentate in difetto; se la quantità totale di microrganismi è sufficiente e se sono eventualmente presenti delle specie patogene.

Disbiosi intestinale: i rimedi naturali

Il rimedio più utilizzato per la disbiosi intestinale sono i probiotici. I probiotici sono organismi vivi che, se somministrati in quantità adeguata, apportano benefici alla salute dell’ospite. In pratica i microrganismi che colonizzano il nostro intestino possono essere somministrati anche per via orale laddove quel determinato ceppo batterico risulti carente o utile. Attualmente i ceppi batterici che è possibile integrare per via orale appartengono alla specie dei Lattobacilli, dei Bifidobatteri, degli Streptococchi, oltre al Saccaromices Boulardi, un lievito antagonista della Candida.

Oltre ai probiotici, di fondamentale importanza sono anche i prebiotici, delle sostanze che permettono ai microrganismi della flora batterica di accrescersi e nutrirsi. Tra i prebiotici ricordiamo l’inulina e i FOS. A tal proposito desideriamo sottolineare che la radice di cicoria risulta ricca in inulina e può pertanto essere consumata per migliorare la propria flora batterica.

Dal punto di vista dei rimedi naturali riteniamo importante citare l’aglio orsino, l’aloe vera, la camomilla. Vediamo il perché.

  • Aglio orsino: l’aglio orsino si è rivelato utile in caso di infezioni micotiche per la sua capacità di influenzare positivamente la flora batterica “buona” permettono di riacquistare le capacità immunomodulanti. Esso può essere assunto in tintura madre (fino a 40 gocce per 3 volte al giorno) oppure come infuso;
  • Aloe vera: anche questa pianta esercita un effetto benefico sulla flora batterica intestinale e può essere assunta come succo nella misura di 2 cucchiai per 2 o 3 volte al giorno;
  • Camomilla: l’estratto di camomilla è in grado di regolarizzare la composizione della flora batterica intestinale e di inattivare le tossine batteriche di eventuali batteri patogeni. Si consiglia a tal proposito l’assunzione di tintura madre, 30 gocce per 3 volte al giorno.

Ci teniamo a sottolineare che in caso di disbiosi, prima di procedere all’utilizzo di qualsiasi rimedio, è importante rivolgersi a uno specialista che possa indicarvi la strada più corretta, onde evitare un peggioramento: in questo caso si tratta di una delicata questione di equilibri!

Infine, ricordiamo l’utilità di alimenti probiotici e prodotti fermentati, che contengono al loro interno una grandissima quantità di batteri e che possono venire assunti regolarmente attraverso la comune dieta. Tra questi prodotti ricordiamo quelli più conosciuti: yogurt, kefir di latte o di acqua, miso e verdure lattofermentate. La produzione personale dei prodotti appena citati assicura un quantitativo maggiore di microrganismi vivi.

Disbiosi intestinale: consigli di alimentazione

In generale, come vi abbiamo anticipato, è fondamentale curare la propria dieta. L’assenza di prodotti vegetali e in particolare di frutta e verdura risulta deleteria per il benessere della nostra flora batterica intestinale. D’altra parte sembrerebbe che i prodotti industriali, ricchi di conservanti e altri additivi esercitino un’azione negativa.

Un altro aspetto da tenere sotto controllo sono gli zuccheri: un’alimentazione eccessivamente elevata di zuccheri semplici può contribuire alla crescita eccessiva di specie batteriche, tra cui quelle patogene. L’alimentazione inoltre dovrebbe sempre essere personalizzata in base ai sintomi riportati.

Molto spesso la disbiosi si correla infatti a un eccesso fermentativo e l’aumento di fibre e di alcuni zuccheri fermentiscibili potrebbe aggravare la situazione. In particolare è necessario sottolineare che alcuni cibi “sani” contengono elevate dose di FODMAPs, un acronimo che significa monosaccaridi, disaccaridi, oligosaccaridi fermentiscibili e polioli. Il consumo eccessivo di questi alimenti può concludersi con un’iperfermentazione batterica e l’insorgenza di fastidi intestinali.

Tra gli alimenti più ricchi di questi zuccheri troviamo alcuni latticini come il latte, lo yogurt, la ricotta; tutti i legumi; alcuni sostituti dello zucchero come xilitolo, sorbitolo, mannitolo; alcuni cereali tra cui il frumento, l’orzo, la segale, il farro; alcuni frutti come pesche, albicocche, ciliegie, anguria e alcune verdure come cipolla, aglio, asparagi, e funghi.

Il consumo di FODMAPs è un aspetto molto importante anche per chi soffre di colon irritabile; per approfondire questa tematica vi invitiamo a leggere il nostro articolo dedicato alla dieta in caso di colon irritabile. In conclusione quindi, si consiglia di introdurre regolarmente frutta e verdura, consumare regolarmente alimenti fermentati ed evitare il consumo di prodotti industriali.

Le possibili conseguenze sulla salute

Non prendersi cura del proprio microbiota significa aumentare il rischio di contrarre una delle patologie citate nei precedenti paragrafi. Una flora batterica squilibrata abbiamo detto correlarsi a un aumento dell’infiammazione sistemica che, a sua volta, si correla a un aumento dell’insorgenza di patologie cronico-degenerative come la demenza, le malattie infiammatorie croniche intestinali, le patologie tumorali.

Risulta importante inoltre curare sempre la propria alimentazione per poter vivere in salute. Vi invitiamo a tal proposito a riflettere sul fatto che l’alimentazione non è solo un fattore estetico ma primariamente una questione di salute e benessere.

Fondamentale curare l’alimentazione (e le eventuali integrazioni di probiotici) anche nel bambino e nel neonato. La sua flora batterica, infatti, influenzerà diversi aspetti della sua vita, dall’adattamento alla vita extrauterina, alla probabilità di sviluppare patologie come le allergie, l’obesità e numerose malattie autoimmuni.

Avete mai pensato che la nostra flora intestinale potesse influenzare così tanto la nostra salute? Avete domande o esperienze da raccontare? Fatecelo sapere lasciando un commento!

Dott.ssa Stefania Cocolo

Biologa nutrizionista laureata in Biotecnologie molecolari e bioinformatica presso l’Università degli studi di Milano. Ha conseguito la specializzazione in Biotecnologie industriali e ambientali presso l’Università degli studi di Milano.

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3 commenti

  1. Buonasera,ho da qualche giorno,dolori al fianco sinistro e alla pancia,l’evacuazione non è più regolare,e qualche mese fa mi avevano detto che il mio intestino,nella parte alta non si svuota bene,ho preso delle bustine,ma con scarsi risultati,ho un positivo x helicobatter da tre anni,e gli antibiotici non riesco a trattenerli,cosa posso fare?digerisco poco la gastrite c’è!a chi posso rivolgermi?il mio medico fice che è stress…anche quando non sono stressata…

  2. Mi è stata diagnosticata una disbiosi media all’intestino tenue, quindi di natura fermentativa. Che tipo di dieta è meglio seguire? E quale ceppo di batteri è meglio assumere? Al momento sto assumendo Lactobacilli acidophili e sto meglio, ma ci sono alcuni cibi che ancora mi danno qualche fastidio.

    1. Gentile Ilaria, la disbiosi intestinale è un’alterazione della normale flora batterica intestinale che si manifesta attraverso diversi disturbi, tra cui difficoltà nella digestione, gonfiore postprandiale, alitosi e alterazione dell’alvo. Può essere di tipo fermentativo o putrefattivo. Nel suo caso, essa può essere dovuta ad un eccessivo consumo di zuccheri e carboidrati semplici, intesi come pane bianco, pasta, zucchero raffinato, dolci e prodotti da forno. Le consiglio pertanto di ridurre il consumo di alimenti per l’appunto fermentativi, che rientrano nella categoria dei cibi FODMAPs (trova il link di collegamento all’interno di questo stesso articolo) e di usare i più indicati fermenti del tipo Lactobacillus paracasei in sostituzione a quelli assunti al momento.

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